Theodor W. Adorno - Elias Canetti - Arnold Gehlen
Desiderio di vita Conversazioni sulle metamorfosi dell'umano a cura di Ubaldo Fadini
Mimesis Edizioni, pagg.110, € 12,00
IL LIBRO – Ciò che unisce autori come Adorno, Canetti e Gehlen, così dissimili tra loro, è senz'altro la natura "mossa", "plastica" dell'esistenza umana. Su questo argomento vertono principalmente le riflessioni che i tre studiosi intrecciano conversando tra loro e che sono raccolte nel presente volume. In Canetti la proclamazione senza incertezze del diritto del vivente alla metamorfosi si accompagna alla critica di qualsiasi forma di organizzazione che defi nisca in termini rigidamente burocratici e semplicemente ideologici il desiderio irrinunciabile di libertà. Adorno, nella sua riproposizione del tema della soggettività, non riducibile a ciò che appare essere oggi il suo destino di reifi cazione senza residui, fa ancora valere l'importante ruolo del sociale, nelle sue articolazioni storicamente determinate, per lo svolgimento delle stesse pratiche di soggettivazione. Il punto di vista antropologico e sociologico assunto da Gehlen vuole affrontare invece soprattutto la complessa questione di come un essere esposto quale è l'uomo – una sorta di "animale non consolidato" (F. Nietzsche) – possa conservarsi effettivamente, e nonostante tutto, in vita. "Se c'è un elemento – scrive, nell'Introduzione, Ubaldo Fadini - che accomuna pensatori così diversi fra loro come Theodor W. Adorno, Elias Canetti, Arnold Gehlen, è l'affermazione del carattere comunque critico dell'esistere, in ogni senso, che si traduce anche nella rilevazione di un portato di fantasia che caratterizzerebbe l'assetto e la configurazione, sempre dunque variabile, della dimensione dell'umano. Ciò ricorda immediatamente una disposizione antropologica della ricerca rispetto a ciò che appunto urge nell'uomo, disposizione che può in prima approssimazione essere avvicinata a partire da un richiamo alla singolare antropologia dell'uomo "saggistico" delineata da Robert Musil, alla prospettiva dell'"uomo delle possibilità", contraddistinta dall'acuta rilevazione dell'ambivalenza costitutiva della natura umana, dal fatto che quest'ultima non ha un vero e proprio centro se non quello paradossale della sua eccentricità (come scrive Helmuth Plessner): essa si articola in un ambito vitale fluttuante e mai precisamente definibile e proprio per superare, in un qualche modo, la sua inquietante "assenza di forma", l'essere umano è portato ad assumere stili di vita, costumi, abitudini, l'"apparato di un'organizzazione"." La conversazione tra Theodor W. Adorno ed Elias Canetti risale al marzo 1962, mentre quella tra Adorno e Arnold Gehlen, con il titolo "La sociologia è una scienza dell'uomo? Una disputa", risale al febbraio 1965.
DAL TESTO – "Gehlen: Esatto. Signor Adorno, è bello ritrovarci nuovamente d'accordo. Su ciò concorderei completamente. Direi ancora: la cultura industriale - Lei ha enumerato all'inizio alcune categorie riguardanti la sua definizione - è nuova. Tuttavia, essa è insieme già vecchia di duecento anni. È unica. E se è proprio così, se l'umanità ha messo piede su questo podio per la prima volta nel corso degli ultimi duecento anni, allora ciò deve avere certamente delle conseguenze notevoli. È una delle mie attività preferite andare alla ricerca di ciò che ha il carattere della "prima volta". Ad esempio, la guerra fredda. Credo che davvero prima non esistesse. È un'espressione che trae origine dalla guerra "calda", da prima della grande guerra, in quello stadio intermedio di continua mobilitazione delle parti avverse."
GLI AUTORI – Theodor W. Adorno (Francoforte, 1903 – Visp, 1969), filosofo, sociologo, musicologo e compositore tedesco, è stato uno dei personaggi principali della cultura novecentesca. Esponente di spicco della Scuola di Francoforte, è stato autore di scritti fondamentali che hanno influenzato e continuano a influenzare il pensiero contemporaneo, tra i quali si ricordano: "Dialettica dell'Illuminismo" (con Max Horkheimer, 1947), "Filosofia della musica moderna" (1949), "Minima Moralia" (1951), "Metacritica della teoria della conoscenza" (1956), "Dissonanze" (1956), "Dialettica negativa" (1966), "Teoria estetica" (1970). Elias Canetti (Ruse, 1905 – Zurigo, 1994), scrittore e sociologo bulgaro naturalizzato britannico, nel 1981 è stato insignito del premio Nobel per la letteratura. Tra le sue opere più note: "Auto da fé" (1935) e "Massa e potere" (1960). Arnold Gehlen (Lipsia, 1904 – Amburgo, 1976), filosofo e sociologo, è stato uno dei principali esponenti dell'antropologia filosofica tedesca contemporanea. Tra le sue opere principali: "L'uomo. La sua natura e il suo posto nel mondo" (1940), "L'uomo nell'era della tecnica" (1957), "Prospettive antropologiche" (1961). Per Mimesis sono usciti: "L'uomo. La sua natura e il suo posto nel mondo" (2010) e "L'uomo delle origini e la tarda cultura" (2016).
IL CURATORE - Ubaldo Fadini, curatore della presente raccolta, è docente di Filosofia morale presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Firenze. È autore di numerosi testi e fa parte dei comitati di redazione e dei comitati scientifici di varie riviste, tra cui "Aisthesis", "Iride", "Millepiani". Tra i suoi lavori più recenti: "Divenire corpo. Soggetti, ecologie, micropolitiche" (2015), "Il tempo delle istituzioni. Percorsi della contemporaneità: politica e pratiche sociali" (2016), "Fogli di via. Ai margini dell'antropologia filosofica" (2018), "Il senso inatteso. Pensiero e pratiche degli affetti" (2018).
INDICE DELL'OPERA – Introduzione. Fantasie in movimento, di Ubaldo Fadini - Desiderio di vita – Colloquio (Adorno – Canetti) - La sociologia è una scienza dell'uomo? Una disptuta (Adorno – Gehlen) |