Partiti e movimenti di massa a confronto |
Roberto Mancini
IL LIBRO – Roberto Mancini con questo nuovo, interessantissimo e coraggioso volume affronta un tema da sempre ostico e controverso, quello delle affinità e/o divergenze fra fascismo e nazionalsocialismo. Il rischio, infatti, - come acutamente sottolinea Giacinto Reale nella sua Introduzione - è quello di scontentare, ricevendone critiche, ambedue i fronti contrapposti: quello di chi sostiene che fascismo e nazionalsocialismo furono due aspetti della stessa medaglia, in gran parte sovrapponibili, e quello contrastante che s'impegna, invece, a marcarne le differenze, sul piano ideologico e storico. L'autore, però, con il senso della misura dell'uomo di studio e la scientificità propria di una ricerca svolta con rigore e serietà, schiva ogni rischio di facili critiche, affrontando con dovizia di citazioni i due pilastri della sua indagine: l'analisi filosofica dei "padri nobili" dei due movimenti, e quella storica dello sviluppo loro e dei loro rapporti. DAL TESTO – "Il futuro Duce affermava anche che il bolscevismo non lo avrebbe spaventato più di tanto a patto che esso fosse davvero in grado di garantire la grandezza di un popolo e che il suo regime fosse davvero migliore degli altri. Al contrario, faceva notare spesso il giovane rivoluzionario romagnolo, il bolscevismo aveva rovinato la vita economica della Russia, paralizzando completamente l'agricoltura, l'economia e l'industria. La gente di conseguenza era alla fame. Il fascismo al contrario si dimostrava vicino al popolo. A questo proposito, Mussolini era sempre stato convinto che bisognasse creare una società più onesta, dove la giustizia sociale non fosse più una semplice parola, ma un vero obiettivo politico teso ad accorciare le distanze tra i troppo ricchi e i troppo poveri. In questo ambito il fascismo che nasceva a Milano, nella piazza di S. Sepolcro, rappresentava davvero una specie di terza via tra il socialismo e il capitalismo più sfrenato. I sansepolcristi, come saranno chiamati i fascisti delle origini, volevano davvero cambiare le logiche di una società che al termine della guerra pensava di tornare subito alle vecchie abitudini di sopraffazione nei confronti del proletariato. Questo fascismo, in altre parole, doveva rappresentare tutti quegli uomini che avevano dato il proprio sangue per la grandezza della Patria, una Patria che sembrava invece averli già dimenticati. Un fascismo che assumeva una rigida posizione antisocialista non perché volesse portare avanti una posizione anti-operaia, ma al contrario, perché i socialisti classici si erano isteriliti in un conservatorismo parlamentare che con la rivoluzione aveva davvero poco a che vedere. In altre parole, il proletariato veniva così incanalato in un'ottica riformistica dove le vittorie elettorali non cambiavano la realtà dei fatti e dove le sue condizioni rimanevano desolanti. Un proletariato che nello stesso tempo tendeva a imborghesirsi nell'ambito di un'ottica evoluzionistica che evitava di affrontare i veri mali del mondo moderno. Il tutto mentre capitalismo si stava allineando sulle nuove posizioni di una democrazia finanziaria che non prevedeva più la persona fisica del padrone ma le anonime società per azioni." L'AUTORE – Roberto Mancini (Roma, 1950), studioso di Storia contemporanea, dal Risorgimento al Fascismo, è stato per oltre trent'anni professore di Storia e Filosofia, ha lavorato negli anni Settanta alla "Rivista militare" e ha fatto parte della Consulta Nazionale della Scuola alla Camera dei deputati. Per i libri del Borghese ha già pubblicato "Oltre destra e sinistra: il socialismo fascista" (2015) e "Storia della Repubblica sociale" (2017). INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Giacinto Reale - I Parte. Le ideologie – I Capitolo. La crisi del liberalismo. Le origini del fascismo – II Capitolo. Il pensiero politico di G. Gentile e U. Spirito – III Capitolo. Le origini del nazionalsocialismo – IV Capitolo. Il pensiero politico della tradizione rivoluzionaria: La volontà di potenza - II Parte. La falsa categoria del nazi-fascismo – V Capitolo. I difficili rapporti tra l'Italia fascista, la Repubblica di Weimar e la Germania nazionalsocialista 1922-1933 – VI Capitolo. I rapporti Italo-tedeschi 1934-1945 – VII Capitolo. Il socialismo fascista e quello della Germania nazionalsocialista – VIII Capitolo. Il problema razziale in Italia e in Germania – Note - Bibliografia |