La guerra tedesca |
Nicholas Stargardt
IL LIBRO – Sono trascorsi più di settant'anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e – nonostante interi scaffali di libri dedicati alle origini, allo svolgersi e alle atrocità del conflitto – non sappiamo ancora perché i tedeschi combatterono fino all'ultimo giorno per la difesa del Terzo Reich. Neppure i giapponesi combatterono fino alle porte del palazzo imperiale di Tokyo come fecero i tedeschi per la Cancelleria del Reich a Berlino. Che cosa li muoveva realmente? Come potevano far proprio il richiamo alla mobilitazione generale da parte di un regime che, nel 1945, mise in atto la propria «sconfitta totale», investendo e consumando tutte le risorse morali e fisiche della nazione? DAL TESTO – "Nella relativamente tranquilla primavera del 1944, per la prima volta dopo oltre un anno, il bombardamento smise a poco di essere al centro delle conversazioni riguardanti la guerra: più che altro, ci si lamentava della carenza di patate e verdure che la stagione portava con sé. Al suo posto subentrò l'invasione a ovest che tutti attendevano. Sarebbero stati gli Alleati a scegliere il tempo e il luogo, ma grandi erano le speranze che se si fosse riusciti a risospingerli in mare, era improbabile che sarebbero stati in grado di lanciare una nuova invasione nel 1944, se mai lo fossero stati. Un'invasione alleata sembrava offrire ai tedeschi la prospettiva più concreta di riconquistare l'iniziativa e prendersi la rivincita sugli avversari: se solo si fosse riusciti ad «attirarli» sul continente europeo, britannici e statunitensi sarebbero stati sconfitti sullo stesso terreno che aveva visto la sconfitta dei francesi e degli inglesi nel 1940. Sarebbe stata la risposta adeguata alla distruzione delle città tedesche. Ciò che maggiormente era motivo di preoccupazione, nella primavera del 1944, era che gli Alleati non abboccassero, preferendo tenersi più coperti e proseguire la loro lunga guerra di logoramento. Dietro la facciata di un ottimismo carico di aspettative sull'imminente scontro sulla costa della Manica si celava un inquieto pessimismo relativamente alla capacità del Reich di sostenere una guerra aerea di durata illimitata." L'AUTORE – Nicholas Stargardt è uno dei principali storici britannici della Germania nazista. Insegna Storia europea moderna al Magdalen College, Oxford, ed è autore di Witnesses of War: Children's Lives Under the Nazis e di The German Idea of Militarism: Radical and Socialist Critics 1866–1914. INDICE DELL'OPERA – Mappe – Prefazione - Interpreti (in ordine di apparizione) - Introduzione - Parte prima. A difesa dell'attacco - 1. Una guerra indesiderata - 2. A ranghi serrati - 3. Estremi rimedi - Parte seconda. I padroni dell'Europa - 4. Lo scoppio - 5. Vincitori e perdenti - Parte terza. L'ombra del 1812 - 6. La crociata tedesca - 7. La prima sconfitta - Parte quarta. Lo stallo - 8. Il segreto condiviso - 9. L'Europa battuta palmo a palmo - 10. Scrivere ai morti - Parte quinta. La guerra giunge in patria - 11. Bombardamento e rappresaglia - 12. «Resistere» - 13. Tempo guadagnato - Parte sesta. La sconfitta totale - 14. Trincerarsi - 15. Collasso - 16. Finale - Epilogo. Varcando l'abisso – Apparati – Note – Bibliografia - Indice dei nomi - Elenco delle illustrazioni |