In difesa della «dolce libertà» |
Alessandro Cecchi
IL LIBRO – Poche e sparse sono oggi le testimonianze dell'assedio che Firenze ebbe a subire per dieci mesi, fra l'ottobre del 1529 e l'agosto del 1530. Svetta ora come allora, sulla basilica romanica di San Miniato, il campanile di Baccio d'Agnolo, sbrecciato e consunto dalle intemperie. Adibito a micidiale postazione di artiglieria, lo salvarono dai cannoni imperiali i materassi e i sacconi di lana, calati a rivestirlo e proteggerlo, con uno strattagemma, che si vuole, a torto, attribuire a Michelangelo. Niente rimane invece dei bastioni in terra e altri materiali deperibili, costruiti su suo progetto, che circondavano vari edifici fra cui la chiesa di San Francesco o San Salvatore al monte. La fortezza medicea che ingloba odiernamente il complesso e il cimitero delle Porte Sante, risale infatti agli anni quaranta del Cinquecento e si deve a Giovan Battista Belluzzi detto il Sanmarino, su incarico del duca Cosimo I de' Medici. DAL TESTO – "L'assedio coinvolse tutti i Fiorentini rimasti in città, committenti e artisti compresi, inquadrati verosimilmente nei ranghi della Milizia e Ordinanza fiorentina. Alcuni artisti, come un diciottenne Vasari, se non di fede repubblicana comunque alieni dall'essere coinvolti nell'assedio, cercarono scampo, come molti committenti, fuori di Firenze, a Pisa, nella vicina Lucca o all'estero. Altri, come Andrea del Sarto, Pontormo, Bronzino e Michelangelo (seppur con un momentaneo 'sbandamento') scelsero, invece, di rimanere nella città assediata e, con le loro opere, resero immortali committenti che si pavoneggiavano con le armi e 'giocavano alla guerra' come il giovanissimo Francesco Guardi ritratto dal Carucci del dipinto Getty, oppure si cimentarono, come il Sarto, in commissioni pubbliche quali la pittura delle immagini infamanti dei traditori, o, ancora, in opere di devozione privata quali la cosiddetta Sacra Famiglia Medici della Palatina dapprima rimasta all'artista per l'arresto del suo committente, Ottaviano de' Medici, perché 'sospetto' allo Stato." L'AUTORE – Alessandro Cecchi è nato a Firenze l'8 maggio del 1949. Si è laureato con Mina Gregori nel 1976 in Lettere e Storia dell'Arte, entrando nel 1980 nell'amministrazione dei Beni Culturali e prestando servizio a Siena e a Firenze fino al 2014. Dal 2016 è Direttore della Fondazione Casa Buonarroti. È studioso e ricercatore d' archivio, autore di due monografie dedicate a Botticelli e Masaccio, e di numerosi saggi e articoli anche sulla committenza artistica e le arti applicate. Ha curato mostre sull'arte fiorentina tra Quattro e Cinquecento, fra cui quella, recente, di Casa Buonarroti, intitolata "Michelangelo e l'assedio di Firenze" che costituisce un'anticipazione del presente volume. INDICE DELL'OPERA - Introduzione - Abbreviazioni - Ringraziamenti - Capitolo I. L'ultima repubblica fiorentina (Dall'esilio dei Medici all'assedio (maggio 1527-ottobre 1529)) - Capitolo II. Le opere per la difesa (Michelangelo e le nuove fortificazioni - "Con le lacrime in sue luoghi". La distruzione dei monasteri e dei borghi fuori delle mura) - Capitolo III. Le forze in campo (Al soldo della Repubblica - La "Ordinanza e Milizia fiorentina" - I nemici. L'esercito cesareo e pontificio) - Capitolo IV. L'assedio (L'inizio delle operazioni (ottobre-dicembre 1529) - Il cerchio si chiude (gennaio-marzo 1530) - Gli ultimi mesi prima della resa (aprile-luglio 1530)) - Capitolo V. Le ultime vane speranze e la capitolazione (Francesco Ferrucci in soccorso della patria (fine luglio-agosto 1530) - La resa della Repubblica e la vendetta medicea (agosto-dicembre 1530)) - Appendice documentaria - Bibliografia - Indice dei nomi |