Euroinomani |
Alessandro Montanari
IL LIBRO – Dieci anni di crisi economica hanno distrutto la popolarità dell'Europa, rendendo sempre più diffidente il popolo contro i parametri di Maastricht e la soffocante leadership tedesca. Com'è stato possibile che i partiti populisti e sovranisti siano arrivati, in Italia, a raccogliere il 50% dei consensi? Questo clamoroso successo si deve in larga parte ai cosiddetti "euroinomani". Così Alessandro Montanari definisce tutti quei politici, quegli economisti e quei giornalisti che per troppi anni si sono rifiutati di riconoscere l'oggettiva anomalia dell'euro, ostinandosi a negare il sostanziale fallimento dell'austerità espansiva e sposando acriticamente il nuovo ordine della globalizzazione. Brexit, la vittoria di Trump e le elezioni italiane dimostrano però che i popoli stanno invertendo la Storia. Quella che è iniziata infatti non è una protesta, ma una rivolta: contro la disuguaglianza crescente, contro l'impoverimento del lavoro, contro la finanziarizzazione dell'economia, contro le delocalizzazioni predatorie e, soprattutto, contro il dominio delle élite. Un testo prezioso per vedere la realtà in modo diverso. DAL TESTO – "L'euroinomane tipo non conosce il dubbio né intende frequentarlo. La sua fede nella moneta unica è tanto grande e inscalfibile da farti sospettare che la natura l'abbia provvisto di un qualche superpotere acustico. Messo al cospetto di un infedele, infatti, le sue orecchie si chiudono istintivamente, difendendolo così dalla tentazione di pensare e, dunque, di peccare. Inutile fargli notare che l'euro è l'unica moneta della storia senza uno Stato alle spalle, che unisce economie eccessivamente disomogenee, che ha un valore troppo elevato per alcuni Paesi e troppo basso per altri e che la sua Banca Centrale è un prestatore di ultima istanza di tipo anomalo. L'euroinomane non vi ascolterà. E non vi ascolterà perché lui non crede nell'intrinseca solidità dell'euro: lui, più semplicemente, ha deciso di crederci." L'AUTORE – Alessandro Montanari, giornalista e autore televisivo, ha lavorato per le più importanti televisioni nazionali. Al fianco di Gianluigi Paragone dai suoi esordi professionali nelle TV locali, firma i programmi "Lultimparola" (Rai 2) e "La Gabbia" (La7) che per primi in Italia sdoganano il dibattito sull'euro e sui vincoli dei trattati europei, dando voce alle vittime della crisi e raccontando la crescita dei movimenti anti-establishment. Ora è a Rete 4 nella squadra della trasmissione "Stasera Italia". "Euroinomani" è il suo saggio d'esordio. INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Gianluigi Paragone - Introduzione - L'Italia che avevamo e che ci è stata portata via - Populisti contro euroinomani - L'euro è una follia. Lo diceva anche Mario Draghi - 3%, la regola in cui non crede nessuno - Germania, grande modello di virtù o di furbizia? - Siamo cittadini italiani, non sudditi europei - Se l'Europa muore è per colpa degli euro-liberisti - Globalizzazione, la nostra nuova Babele - La retorica anti-casta è un'arma delle élite - Finanziamento pubblico uguale interesse pubblico - E ora chi caccerà i mercanti dal tempio? - "Truccare" le statistiche per sembrare più belli - La favola delle banche solide, vendute a un euro - Fermiamo questi manager e torniamo da Olivetti - Vietato delocalizzare. Ora ricostruiamo l'Italia - Studenti a scuola e politici al lavoro - L'idea di Caffè: solo lo Stato può salvarci dai robot - La truffa dell'odio sociale per i dipendenti pubblici - I nuovi diritti al posto del diritto al lavoro - La Guerra fredda torna in forma di farsa (globale) - Disobbedire alla politica che obbedisce ai mercati - Salvare la nostra lingua per salvarci dal nulla - Tante scuse per un'altra follia: abolire il contante – Conclusioni - Il diritto di dire no a un "nuovo" che non è "meglio" - L'autore |