La trattativa Stampa E-mail

Fabio Granata

La trattativa
La lotta alla mafia tra eroi e traditori
Prefazione di Marco Iacona


Algra Editore, pagg.92, € 8,00

 

granata trattativa  IL LIBRO – "In questo libello – scrive Marco Iacona nella Prefazione - il lettore [...] troverà pagine di gustosa e lucida ribellione all'ideocrazia del Gattopardo e alle cancrene che esso imbarca da decenni. Posso testimoniarlo: Fabio è un esploratore dell'inquietante luminìo, un progressista sottrattosi a quell'insistente "oscurantismo" umorale e a quell'abitudine di "dare addosso al nemico", chiunque esso sia, che sporca le ginnastiche mentali dei nostri intellettuali (qualora ovviamente riuscissero a mettersi in gioco). Un futurista in essere Granata, e non fa sconti. Perché gli sconti sono come la "trattative", e gli artisti in armi non trattano con chi precedette lo scoccare di un'era novella. Come insegnava Apollinaire. Se la Democrazia Cristiana ci ha salvato dal cancro comunista è giusto si dica che essa e i suoi terminali di potere hanno avvelenato i pozzi a disposizione delle generazioni successive a quella del '45."

  DAL TESTO – "La Mafia tramortita e sgominata da Mori e dall'azione repressiva del fascismo si risvegliò nel 1943 con l'arrivo degli americani. Molti mafiosi poterono così rientrare dal confino vantando addirittura meriti antifascisti. Don Calogero Vizzini, capo supremo della nuova mafia, fu visto percorrere l'isola a bordo di una carro armato americano indicando agli alleati gli uomini giusti da mettere alla guida dei comuni e delle province. Anche Genco Russo, altro boss mafioso di grande avvenire, rientrò dal confino di Chianciano dove Mori lo aveva fatto deportare e anche lui si disse vittima del fascismo e ottenne in premio la croce di Cavaliere della Repubblica.
  "La "Onorata Società" era dunque tornata in sella. Per la mafia cominciava una nuova luminosa era. E che la mafia sia ritornata con la "democrazia" lo ammette anche la relazione di minoranza in Antimafia del PCI che reca come prima fuma quella del compianto Pio La Torre: ''La Commissione Antimafia doveva offrire una risposta alla seguente domanda: come mai la riconquista della libertà e della democrazia nel nostro Paese ha consentito, e secondo taluni giudizi agevolato, la rinascita dell'attività palese della mafia? Come, perché, ad opera di quali forze politiche e sociali è stato possibile un fatto di questo genere?".
  "Il Trattato di pace fumato dall'Italia alla fine della II Guerra Mondiale sancisce all'articolo 16 l'impegno dello Stato italiano a non perseguire penalmente coloro che avevano collaborato con gli alleati. Quando la Commissione Antimafia chiese di prendere visione dell'elenco dei nomi di collaboratori allegato al Trattato, quell'elenco non si riuscì più a trovarlo."

  L'AUTORE – Fabio Granata, già parlamentare nazionale, vicepresidente della Commissione antimafia, vicepresidente della Regione Siciliana con delega ai BB.CC., Istruzione e Turismo. Ha pubblicato "L'identità ritrovata" (Sanfilippo), "L'Italia a chi la ama" (Lombardi) e "Meglio un giorno. La destra antimafia e la bandiera di Paolo Borsellino" (Eclettica).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Marco Iacona – Mafie - L'inizio – Rivoluzione - Mori e Gentile - Il fascismo contro la mafia - La trattativa dei "liberatori" - Scudo crociato, mafia di Stato - I magnifici pazzi - Nel nome di Paolo - Diventerà bellissima