Guida alla Mosca ribelle |
Valentina Parisi
IL LIBRO – Identificata generalmente con il potere, nelle sue declinazioni più o meno dispotiche, e depositaria di un mito imperiale che la vorrebbe addirittura "terza Roma", Mosca ha in realtà un'ostinata anima ribelle, a dispetto o, forse, proprio in conseguenza di questo. Non è da ieri che l'equazione "Mosca = Cremlino" tende fatalmente a generare disordine e insubordinazione. Dai tumulti seicenteschi alla Rivoluzione d'ottobre (che qui si trascina fino al novembre del 1917), dai "demoni" di Sergej Nečaev eternati da Fëdor Dostoevskij fino alle proteste anti-governative del 2011-2012 e a quelle attuali, la vecchia capitale russa si rivela popolata da anarchici, dissidenti e artisti autoproclamatisi "teppisti", capaci di appropriarsi dei luoghi-simbolo del potere e di mutarli radicalmente di segno. Seguire le loro orme e rivelare le tracce della loro presenza nel tessuto urbano significa per forza di cose interrogarsi sulla categoria (oggi non particolarmente coltivata in Occidente) della ribellione. E la domanda "chi è un ribelle?" assume una valenza del tutto particolare in Russia, dove per settant'anni sotto il regime sovietico lo spirito rivoluzionario è stato mitizzato, celebrato, fuso nel bronzo dei monumenti fino a una sua completa istituzionalizzazione. DAL TESTO – "La scelta di Mosca come città ribelle può sembrare a prima vista sorprendente, specie nel centenario della Rivoluzione bolscevica: ma come, non era San Pietroburgo (all'epoca Pietrogrado, poi Leningrado) a essere considerata la "culla dell'Ottobre"? Indubbiamente, ma è altrettanto vero che è Mosca ad assistere nel XVI e XVII secolo - ben prima che Pietro il Grande fondasse la sua capitale affacciata sul golfo di Finlandia e sull'Europa - ai primi tumulti popolari e alle prime proteste di classe mai verificatisi in Russia: dai disordini avvenuti in seguito al grande incendio del 1547 fino alle sommosse seicentesche contro lo strapotere dei boiari, vale a dire la rivolta "del sale" del 1648 e quella non meno violenta "del rame", scoppiata nel 1662. Nel '600 ha inizio anche la poco lusinghiera tradizione per cui è a Mosca che i ribelli da ogni angolo dell'impero vengono trascinati per andar incontro al supplizio inflitto loro dagli zar o dalle zarine." L'AUTRICE – Dopo il dottorato in letteratura russa conseguito presso l'Università Statale di Milano, Valentina Parisi ha continuato le sue ricerche all'estero con varie borse di studio e ha scritto un libro sull'editoria clandestina sovietica ("Il lettore eccedente. Edizioni periodiche del samizdat sovietico, 1956- 1990", il Mulino, 2014). Ha tradotto dal russo autori come Pavel Florenskij, Lev Bakst, Vasilij Grossman e Anton Čechov. Collabora con "Alias Domenica" e "alfabeta2". INDICE DELL'OPERA - Quante Mosche!, di Gian Piero Piretto - Introduzione dell'autrice - Nell'anello dei boulevard (Intorno al Cremlino - Verso Bolotnaja ploščad' - Lungo la Nikitskaja - Tra i boulevard e la Tverskaja - Nei dintorni della Lubjanka) - A nord dei boulevard (Il quartiere Bauman - Intorno alla Majakovskaja - Il quartiere rosso: Krasnaja Presnja - Quartieri settentrionali) - A est dell'anello dei giardini (Da piazza Taganka a Kruticy - Lungo la strada per la Siberia) - A sud del Cremlino lungo e oltre la Moscova (Oltremoscova - Verso le Colline dei Passeri - Staraja Konjušennaja o il Vecchio Sobborgo degli Stallieri) – Ringraziamento - Bibliografia – Indice dei nomi – Indice dei luoghi |