La sindrome di Eustachio |
Massimo Sideri
IL LIBRO – L'innovazione è stata a lungo italiana e lo è ancora, ma schiacciati come siamo dalla propaganda da Silicon Valley che confonde consapevolmente innovazione con successo commerciale ce ne siamo dimenticati, o forse non l'abbiamo mai saputo. Massimo Sideri, firma del "Corriere della Sera" ed esperto di innovazione, sfoglia il passato remoto e prossimo isolando una serie di cortocircuiti scientifici e tecnici che sono da attribuire a uomini di genio italiani e che curiosamente sono poco noti. Dagli occhiali al vuoto, dal pianoforte alla matita, dal copyright ai primi libri tascabili, dal microchip alle cellule staminali, una lista curiosa che rivela i risultati della creatività italiana all'opera. DAL TESTO – "La lista dei grandi disruptors italiani antichi e moderni, esiste: dai semisconosciuti come Federico Faggin, il leader della squadra che ha dato vita a una rivoluzionaria scatolina piccola come uno scarabeo, il microchip, ai dimenticati come Panfilo Castaldi, inventore, secondo uno scritto del Seicento, del carattere mobile per la stampa in parallelo a Gutenberg (in realtà, come vedremo, la stampa a caratteri mobili esisteva già in Cina anche se era un processo artigianale, non industrializzabile: lo stesso Castaldi avrebbe ricevuto in dote dalla moglie, una nipote di Marco Polo, dei caratteri mobili cinesi). Campione di questa memoria ingrata degli italiani è poi Antonio Meucci, padre del telefono ma solo secondo gli statunitensi. Non ci potrebbe essere destitno più ingrato di quello che gli è toccato: Meucci è diventato famoso come grande dimenticato. A Firenze, la sua città natale, gli è stata dedicata una targa su una casa. A Milano gli abbiamo intitolato una strada di periferia con la dicitura "fisico", che,per inciso, è anche un errore: Meucci era un aiuto portiere della Porta di San Niccolò a Firenze. Sarebbe stato meglio "inventore" o "innovatore", ma sembriamo allergici a questi termini a meno che non si parli di un qualche Steve Jobs in giro per il mondo." L'AUTORE – Massimo Sideri dal 2000 è giornalista economico e commentatore del "Corriere della Sera", dove si occupa di innovazione, tecnologia, criminalità informatica e inchieste su crac e dissesti finanziari. Ha scritto per "Sette", "Io Donna", "Style" e ha una rubrica fissa sul "Corriere" in cui affronta i temi del lavoro. Nel 2010 per i suoi articoli sul mondo delle start up ha vinto il premio della Provincia di Milano "Mifaccioimpresa". Tra i suoi ultimi libri: "Banda Stretta" (con Francescio Caio, Rizzoli, 2011), e, come co-autore, i due instant book del "Corriere" su Steve Jobs: "Stay Hungry, Stay Foolish" (Rcs, 2011) e "Steve Jobs, un anno dopo" (Rcs, 2011). Insieme a Simona Scelsa ha scritto il thriller sul giornalismo "Free Press" (Baldini Castoldi Dalai, 2010). INDICE DELL'OPERA – Introduzione - La sindrome di Eustachio - Le salamandre di Spallanzani - I caratteri mobili di Castaldi? - Oculi de vitro cum capsula – La matita di grafite dei Bernacotti - La corsa al pianeta rosso - Il primo brevetto, il copyright e il primo libro tascabile – Il piano e forte – Zoroastro - Breve intermezzo su Cristoforo Colombo startupper - Breve storia del vuoto (da Aristotele a Jeff Bezos) - Antonio Meucci - Galileo Ferraris - Il padre della truffa moderna - SMS solidale e carta prepagata - Faggin, quel microchip è (anche) nostro - Mario Tchou, un (altro) mistero italiano - Mario Bellini, l'uomo che ha disegnato il PC - L'aliscafo - Il vuoto made in Italy - Le cellule staminali ematopoietiche e il salvataggio dei "bambini bolla" - Fernando Di Leo, il padre del cinema pulp - Gregari dell'innovazione - Ricerca, povera ma bella |