Lo scrittoio di Guido Gozzano Stampa E-mail

Luciano Bossina

Lo scrittoio di Guido Gozzano
Da Omero a Nietzsche


Casa editrice Leo S. Olschki, pagg.252, € 27,00

 

bossina gozzano  IL LIBRO – Si può provare «serenità» a un passo dalla tomba? Dopo anni di indifferenza ai classici e stentati studi liceali, Gozzano riscopre, attraverso Nietzsche, la voce di Socrate: l'uomo che accetta la morte, beve la cicuta, attende senza colpa. È un atto di conciliazione. Ora anche lui – come i maggiori modelli del suo tempo, Carducci, Pascoli, D'Annunzio – potrà mettersi in ascolto degli antichi: da Omero a Orazio, da Ovidio all'Anthologia Palatina.
  Ma il filtro è sempre Nietzsche, che lo porta e immedesimarsi in Socrate, gli addita la via del Buddha, orienta l'adesione a Francesco.
  Perlustrando lo scrittoio di Guido Gozzano, tra allusioni depistanti e manoscritti inesplorati, questo libro indica fonti e percorsi di lettura ignoti. Disvela finalmente l'origine dei suoi studi nietzschiani, individua nuove influenze francesi, da Heredia a Jean Lorrain a Pierre Loti, riconosce nella classicità una non meno esotica «cuna del mondo», cui ritornare, dopo lunghe diserzioni, con ironia di morituro.
  Un modo diverso di guardare a Gozzano, senza «gozzanismo».

  DAL TESTO – "[...] addentrarsi nel suo scrittoio e riconoscerne la complessità, giova anche a liberare Gozzano dal 'gozzanismo' - che fu sforzo pluridecennale, e tutto sommato ancora incompiuto, dell'Antonicelli -, a collocarlo nella cultura del suo tempo superando gli inevitabili confronti che lo condannano: tra vecchio e nuovo, tra Gozzano e Gobetti, tra Gozzano e Gramsci. Confronti, sia detto senza indugi, storicamente inaggirabili e di sicuro valore diagnostico; e non solo perché praticati da uomini come Norberto Bobbio e Carlo Dionisotti, che in quello spartiacque trovarono ragioni di scelta. Non c'è dubbio infatti che in una «Torino sospesa tra vecchio e nuovo», Gozzano si sia sistematicamente ritagliato la parte del vecchio, del tempo «mite e sonnolento», della Torino «vecchietta» e «provinciale», dei salotti inondati della «tristezza di una stampa antica», della luce riflessa dell'«ora antica torinese». Tutte formule che sembrano programmaticamente pensate per rimarcare la distanza con le «Energie nove» di Gobetti, con l'«Ordine nuovo» di Gramsci, e che trovano nel calendario un simbolismo quasi spietato, se è vero che quando Gozzano ascoltava le lezioni di Graf e indossava la maschera di «Totò Merùmeni», all'università di Torino si iscriveva Togliatti.
  "Eppure non è solo uno scontro tra vecchio e nuovo. V'è anzi da credere che la consapevolezza e la volontarietà della propria obsolescenza – il termine è troppo felice per rinunciarvi - affranchino Gozzano dal passatismo, lo restituiscano alla storia viva. Solo così riusciamo a comprendere perché uno dei poeti apparentemente più disimpegnati delle patrie lettere abbia evitato la riprovazione dei più impegnati tra i critici. Sembrava stupirsene lo stesso Bobbio, quando registrava da Gobetti (e da gobettiani) un giudizio «non negativo, come si potrebbe immaginare». Ma forse è stato proprio Gramsci a intuirne le ragioni profonde: fu «il primo poeta italiano che sedendosi a tavolino non imboccasse gli oricalchi dei furori eroici e dimenticasse la storia». Giudizio inappuntabile, perché articola l'intera questione attorno al potere assolutorio della consapevolezza: che è ingrediente imprescindibile dell'ironia, e implica coscienza storica. Il che spiega perché Gozzano possa essere «molto amato» anche da chi non ami affatto la sua Torino «gianduiesca», da chi trovi addirittura «detestabile» la Torino delle «golose»; perché riesca a interrogare i suoi lettori pur senza porsi domande, o ponendone di troppo flebili, mai oltre il «primo battito della perplessità»; perché insomma dalle sue «evanescenze», dai suoi «echi imprecisabili» e dalla sua «malia» - sono ancora parole di Gramsci - «nessuno dei suoi lettori si sia salvato»."

  L'AUTORE – Luciano Bossina (1975) si è formato a Torino, ha lavorato per anni presso il Septuaginta-Unternehmen dell'Accadema delle Scienze di Göttingen ed è ora professore di Filologia Classica presso l'Università di Padova. Si interessa in particolare di letteratura greca ellenistica e tardo-antica, di autori cristiani, di storia della filologia e della tradizione classica. Ha tra l'altro pubblicato "Teodoreto restituito" (Alessandria, 2008, Premio «Tartufari» dell'Accademia dei Lincei); "Ma come fa a essere un papiro di Artemidoro?" (Bari, 2008, con Luciano Canfora); "Stoa, Ellenismo e catastrofe tedesca" (Bari, 2012). Condirige l'edizione dei "Fragmente der Griechischen Historiker" («History of Literature, Music, Art and Culture», Leiden-Boston).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Abbreviazioni - Parte prima. Lo scrittoio antico - I. Cocotte omerica (1. Storia di una poesia «bella ma brutta» - 2. Di una strofe aggiunta - 3. Isole - 4. Ulisse borghese: tra Nietzsche e Orazio - 5. La «strana voce» e altri beveraggi) - II. L'Anthologia e il Parnasso (1. La Palatina e la necessità di un tramite - 2. I parnassiani francesi: da José-Maria de Heredia a Pierre Louÿs - 3. Amici e nemici in Italia: da Siciliani a Lucini) - III. Orazio, Ovidio e altre «spirituali sconcezze letterarie» (1. Il doppio classico - 2. Qualche «spirituale sconcezza letteraria») - IV. Anima e farfalla (1. Un errore di greco - 2. Un antiquario del Settecento) - V. Socrate, Platone e il demone alle soglie (1. La «Musa tubercolotica» - 2. Prima di «Alle soglie» - 3. Tra Socrate e Platone - 4. Socrate: da Berna a Parigi - 5. Da Parigi a Livorno - 6. Ricevere la morte - 7. «Serenità greca»: da Socrate a Nietzsche - 8. Le due soglie) - VI. Istinti. Gozzano e gli antichi - Parte seconda. Lo scrittoio moderno - VII. José-Maria de Heredia. Dalla «città morta» al «Paese della favola» (1. Uno strano appunto - 2. I Conquérants e l'America latina) - VIII. Il falso Tropico. Paolo e Virginia e Pierre Loti (1. L'uniformità del mondo - 2. Una fonte non riconosciuta: Le mariage de Loti - 3. Primo stadio: Pierre Loti nell'Albo dell'officina - 4. Secondo stadio: l'incubazione nel ms. AG VIII A3-B1 - 5. L'Alcyone in sequenza - 6. L'evoluzione del testo - 7. Il Tropico «che non c'è») - IX. Felicita e Jean Lorrain (1. Comprendere - 2. Da Line a Felicita) - X. Gozzano e Nietzsche (1. Nietzsche nell'Albo dell'officina: risoluzione del caso - 2. I testi - 3. Tempi e luoghi - 4. Totò Merùmeni: sofferenza e chiaroveggenza - 5. Makakita - 6. Disincanto e soccorso - 7. Finzione del poeta e rinnegamento di sé) - XI. Materiali per un bilancio: da Nietzsche a Buddha (Appendici I - 1. Socrate a Torino - 2. Per la cronologia dell'Albo dell'officina) - Indice dei nomi e delle opere