Storia di Brescia. Dalle origini ai giorni nostri Stampa E-mail

Giuseppe Fusari

Storia di Brescia
Dalle origini ai giorni nostri


Edizioni Biblioteca dell'Immagine, pagg. IX-227, € 14,00

 

fusari brescia  IL LIBRO – Chi visita Brescia per la prima volta (e non è raro perché non è una delle mete preferite dal turismo di massa) rimane stupito nel trovare una città così ricca di storia e di arte. Il destino che negli ultimi duecento anni l'ha legata allo sviluppo industriale ha fatto in modo che nell'immaginario collettivo Brescia fosse considerata una città di ferro, di fabbriche e di commerci. Che questa vocazione risalga alle sue origini è cosa vera: strategicamente collocata al crocevia dei commerci tra nord e sud è diventata presto città di importanza fondamentale per i Romani e, più tardi, per i Veneziani che ne facevano uno degli avamposti della Terraferma. Questo passato importante ha lasciato molte tracce nella città: il sito di Brescia romana e longobarda è tra i più vasti e importanti della penisola; i palazzi e le chiese costruiti nel Rinascimento sulla falsariga di quelli di Venezia e del suo territorio, scandiscono ancora oggi il tessuto urbano che è cresciuto inglobando il passato e reinventandolo.
  L'espansione, pianificata dopo il secondo dopoguerra, ha ridisegnato anche lo skyline della città, con i nuovi grattacieli che sfidano la mole della cupola del Duomo Nuovo, fino a cent'anni fa unico edificio - come in molte altre città d'Italia – che osava ergersi al di sopra delle case e dei palazzi che definivano l'intrico delle vie della città antica.
  Brixia si definisce "fidelis" nei confronti di quelli che pretendono di averne il possesso o conquistarla manu militari. È una fedeltà che tuttavia non è pacifica sottomissione prima a Milano, poi a Venezia e quindi all'Austria, ma che diventa rivolta e volontà di indipendenza, pagata a caro prezzo nella storia del Risorgimento italiano, durante le dieci giornate del 1849, che le hanno meritato il titolo di "Leonessa d'Italia" da parte di Giosuè Carducci e Aleardo Aleardi.
  A metà strada tra Venezia e Milano, Brescia ha continuato per secoli a essere il punto di passaggio privilegiato, e il terreno di scontro di eserciti e di regnanti. Questo forse ha fatto in modo che il suo destino fosse quello di essere città contesa e di costruirsi una storia di relativa autonomia, non priva delle animosità interne che hanno caratterizzato tutti i campanili d'Italia, in barba ai poteri forti e ai signori che si sono affacciati sullo scenario della sua lunga storia.

  DAL TESTO – "Brescia ha la sua origine scritta nel nome. Fin dall'inizio si identifica con il luogo che, ancora oggi, è il simbolo della città: il colle sul quale svetta bianco il castello, con la torre cilindrica della Mirabella e i bastioni di difesa cresciuti con i secoli e sotto i diversi dominatori.
  "Il colle è stato, fin dall'origine, un posto strategico: da lì si poteva dominare la vasta pianura che si stendeva a sud, allora immersa nel verde profondo dei boschi, e la valle che scendeva da nord e garantiva il passaggio dei commerci. Il colle era il luogo ideale per difendersi dalle scorribande dei Popoli che attraversavano la pianura. Frammenti di preistoria ai quali gli storici hanno tentato di dare contorni più netti e di ipotizzare chi e quando sarebbe arrivato sul colle."

  L'AUTORE – Giuseppe Fusari è nato a Brescia nel 1966. Completati gli studi teologici si è laureato in Lettere Moderne, specializzandosi poi in Storia dell'Arte. I suoi interessi si concentrano soprattutto sulla storia e sulla storia dell'arte, particolarmente del Rinascimento e del Barocco. Direttore del Museo Diocesano di Brescia e Accademico dell'Ateneo di Brescia, ha al suo attivo diversi saggi e volumi dedicati alla cultura bresciana, indagata a largo spettro, soprattutto nei fenomeni che hanno influenzato la produzione di opere d'arte e lo sviluppo socio-politico nell'epoca della dominazione veneta.

  INDICE DELL'OPERA - Presentazione collana – Introduzione - Storia di Brescia - Capitolo I. Madre amata - Capitolo II. "Brixia fidelis" - Capitolo III. La lenta romanizzazione dei Cenomani – Capitolo IV. Preti, militari e santi – Capitolo V. Barbari a scompigliare le carte - Capitolo VI. I Longobardi e la tentazione dell'ignoto - Capitolo VII. All'epoca dei Franchi e oltre: il nuovo assetto - Capitolo VIII. Ogni campanile è repubblica a sé: la nascita del Comune – Capitolo IX. Federico Barbarossa e il braccio di ferro con i Comuni – Capitolo X. Guelfi e Ghibellini l'un contro l'altro armati - Capitolo XI. Berardo Maggi: un vescovo signore di Brescia - Capitolo XII. Brescia contesa - Capitolo XIII. Alla ricerca della pace - Capitolo XIV. Brescia piccola Venezia – Capitolo XV. Volontà di ripresa - Capitolo XVI. Il sacco di Brescia e il ritorno a Venezia - Capitolo XVII. Che fortuna trovare tanti artisti in una sola città - Capitolo XVIII. Tra eresia e riforma cattolica - Capitolo XIX. L'effetto domino del Concilio di Trento – Capitolo XX. Una passeggiata per le vie di Brescia romana all'inizio del Seicento - Capitolo XXI. A peste, fame et bello... - Capitolo XXII. Nobili, monache e banditi - Capitolo XXIII. Verso il secolo nuovo - Capitolo XXIV. Il busto sorridente di Angelo Maria Querini - Capitolo XXV. Essere giovani, belli e ricchi alla fine alla fine del Settecento - Capitolo XXVI. Vecchio e nuovo in sintesi: il Neoclassicismo - Capitolo XXVII. Una Chiesa nuova per una società nuova - Capitolo XXVIII. Austriaci, Carbonari e voglia d'Italia - Capitolo XXIX. Le Dieci giornate del 1849 - Capitolo XXX. Diventare Sabaudi per diventare Italiani - Capitolo XXXI. Fatta l'Italia... Zanardelli e la nuova classe dirigente - Capitolo XXXII. Un'incredibile gioia di vivere - Capitolo XXXIII. Guerra e tirannia: contraddizioni dello stato nuovo - Capitolo XXXIV. Le diverse anime dell'antifascismo bresciano - Capitolo XXXV. Quello che unisce, quello che divide - Capitolo XXXVI. Cattolici oltre la politica - Capitolo XXXVII. Il passaggio stretto: gli anni Settanta - Capitolo XXXVIII. Gli anni terribili dell'incomprensione - Capitolo XXXIX. Il nuovo spazio urbano per la città che cambia - Capitolo XL. Voglia di progettare il futuro - Capitolo XLI. Dal bisogno alla bellezza