Luciano Bianciardi, la protesta dello stile |
Carlo Varotti
IL LIBRO – Luciano Bianciardi (1922-1971), scrittore, giornalista e traduttore fra i più prolifici del Novecento, ha attraversato stili e generi diversi: dal romanzo sperimentale all'inchiesta sociale, dalla divulgazione storica all'articolo di costume. Testimone attento dei radicali cambiamenti del paese, affidò a una naturale vocazione satirico-parodica la rappresentazione della società di massa negli anni del boom, con i suoi nuovi miti e nuovi modelli comportamentali e linguistici. Tuttavia non deve essere relegato al ruolo "minore" del ritrattista di costume. La sua è una scrittura spesso sperimentale, che ha saputo combinare la fruizione apparentemente facile di un linguaggio limpido e referenziale con una sensibilità acutissima per le sfumature stilistiche e per la profondità storica e ideologica della parola. DAL TESTO – "Furono l'anticonformismo esibito (che può talora sembrare di maniera) e la sincera presa di posizione a favore delle grandi battaglie civili per la libertà sessuale e contro la censura che spinsero probabilmente Bianciardi a collaborare sulla fine degli anni Sessanta per riviste esplicitamente erotiche. C'è in Bianciardi un'indiscutibile e tragica vocazione per la dissipazione di sé e del proprio talento; è lo stesso scrittore ad attribuirsela, del resto, in un articolo per il "Guerin Sportivo", che, scritto poche settimane prima della morte, acquista il sapore tragico di un bilancio in limine mortis. L'articolo fa parte della rubrica Così è se vi pare, nella quale Bianciardi rispondeva sugli argomenti più vari alle lettere che gli venivano inviate. False le lettere e falsi i mittenti, che sono tutti famosi esponenti del mondo sportivo, dello spettacolo e della cultura. Una rubrica in cui lo scrittore-giornalista - firma di richiamo del giornale di Gianni Brera - ha il privilegio di spaziare liberamente parlando di tutto, dallo sport alla cronaca, dalla cultura alla politica. E anche – in qualche nota marginale, ma significativa - di sé, della sua carriera, ormai al tramonto, di scrittore e delle letture che l'hanno appassionato e formato. In questo caso è a Luigi Compagnone, scrittore e giornalista napoletano, che Bìanciardi attribuisce la fittizia domanda: «È vero che sei avarissimo? Se sì, come concili quest'avarizia con lo spreco che fai di te (di te scrittore), cercando di distruggerti come persona per diventare personaggio?» . Lo «spreco» di un grande talento, dunque? Ma la deriva autodistruttiva, che certamente segna gli ultimi anni della breve vita di Bianciardi, ci sembra possa essere solo in parte esemplificata dalla collaborazione con riviste come "Kent" e "Playmen", nella quale si è spesso vedere un segno involutivo, le tracce di una deriva professionale e umana parallela alla vocazione autodistruttiva che, per via alcolica, contraddistinse gli ultimi anni dello scrittore." L'AUTORE – Carlo Varotti insegna Letteratura italiana all'Università di Parma. Per Carocci editore ha curato i "Ricordi" di Francesco Guicciardini (2a rist. 2016) e ha scritto, con Loredana Chines, "Che cos'è un testo letterario" (2a ed. 2015) INDICE DELL'OPERA – Introduzione - 1. Gli studi e la divisa (i Diari giovanili) (Tra Grosseto e Pisa / La guerra e la laurea) - 2. La stagione dell'impegno (Il rientro a Grosseto / La forza attrattiva del PCI / La provincia tra mito e realtà / La biblioteca e il cinema) - 3. Tra minatori e badilanti («Provocare una vastissima serie di inchieste approfondite» / I minatori della Maremma) - 4. Il mito rivisitato: Il lavoro culturale (L'occasione milanese / Tra autobiografia, autofinzionalità e pamphlet / Il luogo e l'epoca: il prius e il post / L'intellettualità provinciale / L'addetto culturale e la sua parodia / La provincia vista da Milano / Ždanov, Stalin, De Sica) - 5. L'intellettuale dis-integrato: L'integrazione (Dalla provincia al centro / La complessità metropolitana / Storia di una integrazione e di una ribellione / Aziendalismo e produttività / Il falso miracolo / L'insostenibile confusione dei fatti: «piazza Ungheria», 1956 / Riuso e parodia: human relations e marketing / Il giornalista, il narratore e la metropoli alienata) - 6. La vita agra (Tra Einaudi e Rizzoli / «... in prima persona singolare» / L'esile vicenda del romanzo / La città alienata / L'uomo a una dimensione / L'impossibile utopia / Il carnevale della carne / Il "Miller italiano": gli intrecci fra traduzione e scrittura / Palinsesti: «Tutto sommato io darei ragione all'Adelung» / L'oltranzismo stilistico della Vita agra / La Babele del traduttore / Lo spaesamento dell'intellettuale) - 7. Una lunga fedeltà: il Risorgimento (Divulgare il Risorgimento / La battaglia soda) - 8. Fra televisione e costume: il pubblicista negli anni Sessanta (Le parole della tribù: Pescaparole e "Avanti!" / Il mito del gran rifiuto: gli articoli per "Il Giorno" / La televisione / Anticonformismo e libertà: da "ABC" a "Playmen") - 9. Storie brevi e meno brevi: i racconti e Viaggio in Barberia (Varietà e consumo / I racconti erotici / Viaggio in Barberia) - 10. Ultimi bagliori: Aprire il fuoco (Il grigio esilio di Nesci / Tra Storia e storia / Anacronie sessantottesche / L'ultima Milano / L'oltranzismo stilistico / Il gioco infinito della "seconda mano" / Un'etica del lettore?) – Note – Bibliografia - Indice dei nomi |