A futura memoria (se la memoria ha un futuro) Stampa E-mail

Leonardo Sciascia

A futura memoria
(se la memoria ha un futuro)


Adelphi Edizioni, pagg.205, € 24,00

 

sciascia afutura  IL LIBRO – Molto infastidiva Sciascia l'essere considerato un «mafiologo»: «Sono semplicemente uno che è nato, è vissuto e vive in un paese della Sicilia occidentale e ha sempre cercato di capire la realtà che lo circonda, gli avvenimenti, le persone» diceva. Così come lo infastidiva quell'«intuizione di letterato» che, nel migliore dei casi, gli veniva attribuita allorché scagliava taglienti ed eretiche verità contro il «folclore tenebroso» in cui venivano di solito assunti i fatti di mafia. Tirare il collo alla retorica e alla mistificazione, questo gli premeva. E regolarmente i suoi articoli scatenavano furenti polemiche - se non l'accusa, infamante, di fare «il gioco della mafia». Sicché non gli restava che citare l'amato Savinio: «avverto gli imbecilli che le loro proteste cadranno ai piedi della mia gelida indifferenza». Il fatto è - come dimostrano gli interventi raccolti in questo volume, fra cui quello sui 'professionisti dell'antimafia' - che Sciascia è lo scrittore italiano cui più che a ogni altro si attaglia l'aggettivo «scomodo»: che prenda posizione sulla morte di Calvi o sull'assassinio del generale Dalla Chiesa o sul caso Tortora o sul maxiprocesso di Palermo e sulle testimonianze di Buscetta e Contorno o, infine, sul rischio che l'antimafia si trasformi in strumento di potere, non potremo che riconoscere fino a che a punto sia rimasto fedele alla definizione che nel 1977 dava dell'intellettuale: «uno che esercita nella società civile ... la funzione di capire i fatti, di interpretarli, di coglierne le implicazioni anche remote e di scorgerne le conseguenze possibili. La funzione, insomma, che l'intelligenza, unita a una somma di conoscenze e mossa - principalmente e insopprimibilmente - dall'amore alla verità, gli consentono di svolgere».
  "A futura memoria – scrive, nella Nota al testo, Paolo Squillacioti - è [...] un libro profondamente sciasciano, ma realizzato con un apporto limitato dell'Autore. Circostanza, questa, che può aver avuto un'influenza sulla fisionomia del volume e certamente l'ha avuta sulla qualità testuale degli scritti, come dimostra l'alto numero di emendazioni al testo della princeps che si sono rese necessarie: di gran lunga più di quante ne abbia sin qui richieste qualsiasi altra opera di Sciascia."

  DAL TESTO – "Si difende Tortora per difendere il nostro diritto, il diritto di ogni cittadino, a non essere privato della libertà e a non essere esposto al pubblico ludibrio senza convincenti prove della sua colpevolezza. Personalmente, dell'innocenza di Tortora sono sicuro. Ma mi sarei trattenuto - a meno che non me lo avessero chiesto, come allora quel giornale - dall'esprimere pubblicamente questo mio giudizio se, un giorno dopo l'altro, attraverso quella che si suol chiamare fuga di notizie (e non è, poiché evidentemente alle notizie viene dall'interno aperta la porta e consegnate a fidate mani), non mi fossero stati forniti gli elementi che rendevano oggettivo il mio giudizio. La magistratura campana può protestare quanto vuole (si vedano i giornali di domenica 9) se non ammette che quella che definisce «un'iniziativa giudiziaria contro la malavita organizzata» è stata, a dir poco, frettolosa e caratterizzata da un'allarmante percentuale d'errori. Invece che rivolgersi alla stampa con qualcosa di simile al «ragazzino, lasciami lavorare», dovrebbe almeno rispondere, se non a tutti gli italiani al Consiglio Superiore della Magistratura (e ci sarebbe poi la fuga di notizie), se è vero che duecento persone sono state arrestate per omonimia (arrivando a trattenerle in carcere anche per tre mesi, come il povero marittimo di Eboli: e speriamo non ce ne siano in carcere altri); se è vero che in un paese campano una diecina di persone di uguale cognome sono state arrestate per trovarne una sola accusata di appartenere alla camorra [...]"

  L'AUTORE – Leonardo Sciascia (1921-1989) nasce a Racalmuto, in provincia di Agrigento, da una famiglia della borghesia siciliana. Intellettuale di grande impegno politico e civile, negli anni Settanta fu anche deputato del parlamento nazionale ed europeo. Nelle sue opere (saggi, romanzi, articoli giornalistici) egli denuncia i mali della sua terra natale, visti spesso come un sintomo del più vasto degrado sociale e morale di tutta l'Italia. Tutte le opere di Sciascia sono in corso di pubblicazione presso Adelphi dal 1986; il titolo più recente è "Fine del carabiniere a cavallo" (2016). Apparso nel dicembre del 1989, poco dopo la morte di Sciascia, "A futura memoria" raduna articoli usciti su quotidiani e riviste fra il 1979 e il 1988.

  IL CURATORE - Paolo Squillacioti, nato nel 1965, ha studiato alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa e alla Scuola Normale Superiore, dove nel 1998 ha conseguito il diploma di Perfezionamento in Discipline filologiche e linguistiche moderne. Dal 2001 è ricercatore (III livello) all'Opera del Vocabolario Italiano, Direttore facente funzioni dal 16 settembre 2013 al 30 settembre 2014. Studioso di filologia romanza, e in particolare della letteratura galloromanza medievale (trovatori provenzali, tra i quali spicca Folquet de Marselha, Brunetto Latini e il suo Tresor) e della letteratura italiana medievale (volgarizzamenti toscani del Tresor, influsso delle letteratura cortese sulle opere di Dante e Boccaccio) e contemporanea (Leonardo Sciascia, Giuseppe Tomasi di Lampedusa); autore di edizioni critiche e di saggi filologici e letterari in riviste, volumi collettanei, atti di convegno (elencati nel curriculum). All'OVI si è sempre occupato del «Tesoro della Lingua Italiana delle Origini», dapprima come redattore, poi come coordinatore della Redazione e come collaboratore alla direzione del vocabolario di Pietro Beltrami. Sul TLIO e le altre risorse dell'OVI ha pubblicato vari interventi, divulgandone la conoscenza in lezioni universitarie, seminari, convegni. (fonte: cnr.it)

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - «L'Espresso», 7 ottobre 1979 - «Corriere della Sera», 7 gennaio 1980 - «L'Espresso », 27 aprile 1980 - «L'Espresso», 21 settembre 1980 - «Il Globo», 24 luglio 1982 - «Corriere della Sera», 25 agosto 1982 - «Corriere della Sera», 19 settembre 1982 - «Corriere della Sera», 8 ottobre 1982 - «L'Espresso», 20 febbraio 1983 - «L'Espresso», 6 marzo 1983 - «L'Espresso», 15 maggio 1983 - «Corriere della Sera», 7 agosto 1983 - «Corriere della Sera», 14 ottobre 1983 - «Corriere della Sera», 2 settembre 1984 - «Corriere della Sera», 3 agosto 1985 - «Corriere della Sera», 16 febbraio 1986 - «Corriere della Sera», 23 febbraio 1986 - «Corriere della Sera», 1° marzo 1986 - «L'Espresso», 16 marzo 1986 - «Corriere della Sera», 18 aprile 1986 - «L'Espresso», 11 maggio 1986 - «Panorama», 7 settembre 1986 - «Corriere della Sera», 2 gennaio 1987 - «Corriere della Sera», 10 gennaio 1987 - «Corriere della Sera», 14 gennaio 1987 - «L'Espresso», 25 gennaio 1987 - «Corriere della Sera», 26 gennaio 1987 - «Corriere della Sera», 27 dicembre 1987 - «La Stampa», 6 agosto 1988 - «L'Espresso», 28 agosto 1988 - «La Stampa», 11 novembre 1988 - Nota al testo, di Paolo Squillacioti