Il mare dei califfi Stampa E-mail

Christophe Picard

Il mare dei califfi
Storia del Mediterraneo musulmano
(secoli VII-XII)


Carocci Editore, pagg.388, € 36,00

 

picard mare  IL LIBRO – Fernand Braudel ha riconosciuto in quella islamica una delle grandi civiltà mediterranee, ma le ha attribuito un ruolo decisamente di secondo piano per ciò che concerne lo sviluppo marittimo ed economico medievale. Tutte le successive storie del Mediterraneo hanno quindi assegnato un posto subalterno ai marinai dell'Islam, generalmente considerati alla stregua di pirati. Il libro di Christophe Picard propone invece una visione radicalmente diversa. La prolifica produzione cronachistica degli Arabi e la documentazione archeologica portata alla luce negli ultimi anni, infatti, hanno permesso di rivalutare l'importanza dei musulmani nella storia medievale del Mediterraneo. Scopriamo così che califfi e giurisperiti non ignoravano lo spazio mediterraneo e che marinai, guerrieri e mercanti non cessarono di solcarlo, mentre veniva contemporaneamente descritto da geografi, cartografi ed enciclopedisti. Esso fu oggetto di un continuo interesse anche e soprattutto come terreno d'elezione del jihad dei califfi.

  DAL TESTO – "Al tempo del dominio del califfato il Mediterraneo era dunque considerato un territorio al di fuori dell'area che rientrava nel diritto islamico. E giacché le attività dei marinai musulmani su queste acque non dovevano essere documentate, le uniche menzioni di incursioni marittime provgono dalle vittime e dalle autorità latine. La linea di demarcazione fra i territori coperti dagli annali arabi e quelli che non ne erano interessati ha condotto la maggior parte degli storici del Mediterraneo a pensare che il mare fosse diventato una no man's land. Gli attacchi musulmani, di conseguenza, non potevano essere altro che l'azione di "pirati". La sensazione che il mare dei Romani fosse in uno stato di abbandono risulta ancor più dal paragone con l'intensa attività navale descritta, negli stessi anni, dai letterati di Baghdad. Nei loro racconti i mercanti animavano i porti musulmani dell'Oceano Indiano, in particolare quelli di Sīrāf e Bassora. L'oceano era aperto ai marinai e ai mercanti delle coste musulmane che, nel IX secolo, navigavano lungo i litorali swahili dell'Africa, dell'India e oltre, fino a Canton. Al contrario, nel Mediterraneo, le grandi città costiere dell'antichità - Antiochia, Alessandria e Cartagine - erano ormai distrutte o in declino, mentre le capitali musulmane erano costruite nell'entroterra [...]. Lo spazio navale mediterraneo, in crisi dalla fine del VI secolo, abbandonato da qualsiasi tipo di autorità, tranne i Bizantini in qualche porto, diventava il campo ideale per la guerra di corsa."

  L'AUTORE – Christophe Picard insegna all'Università Paris-1 Panthéon-Sorbonne.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione. La fine del pirata «moro e saraceno»? - Parte prima. Il Mediterraneo degli Arabi: tra rappresentazioni e appropriazioni - 1. Gli Arabi scoprono il Mediterraneo - 2. La scrittura araba della conquista del Mediterraneo - 3. Il silenzio del mare: il jihād degli Abbasidi - 4. Il Mediterraneo dei geografi, «figlio del califfato di Baghdad» (IX-X secolo) - 5. I centri musulmani del Mediterraneo occidentale: l'Islam senza gli Abbasidi (VIII-IX secolo) - 6. Il Mediterraneo dei califfi d'Occidente - 7. Il Mediterraneo occidentale, ultimo focolaio delle ambizioni marittime dell'Islam (XII-XIII secolo) - Parte seconda. Le strategie mediterranee dei califfi - 8. Il Mediterraneo dei due imperi (634-750) - 9. Controllare il Mediterraneo: il modello abbaside (metà VIII-X secolo) - 10. Controllare il Mediterraneo: il risveglio marittimo dell'Occidente musulmano (IX secolo) - 11. L'imperialismo marittimo dei califfi mediterranei nel X secolo: la fine del jihād? - 12. La sovranità marittima dell'Islam dinanzi all'espansione latina nel Mediterraneo (XII-XIII secolo) – Conclusione. Il Mediterraneo medievale, uno spazio di memoria dell'Islam – Glossario – Bibliografia – Appendici - Indice dei nomi e dei luoghi