Il cinema di Stanley Kubrick Stampa E-mail

Marcello Walter Bruno

Il cinema di Stanley Kubrick

Gremese Editore, pagg.175, € 22,50

 

bruno kubrick  IL LIBRO – Titoli come "Lolita", "II dottor Stranamore", "2001: Odissea nello spazio" e "Arancia meccanica" sono definitivamente entrati nel linguaggio comune. Personaggi e immagini di film come "Spartacus", "Barry Lyndon" e "Full Metal Jacket" hanno segnato l'immaginario comune, finendo con l'essere di continuo oggetto di citazioni (anche nella pubblicità, nei videoclip e nei cartoni animati come «I Simpson»). Stanley Kubrick in mezzo secolo di attività ha realizzato solo tredici lungometraggi, raggiungendo però un tale livello di perfezione tecnica e profondità di contenuti da meritarsi la fama di provocatore intellettuale e di autentico genio del cinema (paradossalmente, come Welles e Hitchcock, mai premiato con un Oscar alla regia).
  Questa monografia non è dedicata al mito del "personaggio" Kubrick, autore di culto su cui si è sbizzarrita la fantasia giornalistica, ma esclusivamente all'analisi della sua opera. I suoi film - da "Fearand Desire" all'ultimo, controverso "Eyes Wide Shut" - vengono non solo ripercorsi e interpretati come tappe di uno straordinario percorso artistico individuale, ma anche collocati nel più ampio contesto culturale della storia del cinema e della società statunitense, sull'uno e sull'altro versante con un'eccezionale ricchezza di riferimenti incrociati, notazioni tecniche e retroscena.
  Stimolante e non convenzionale, il volume di Marcello Walter Bruno offre a tutti gli appassionati più di una chiave di accesso ai temi e allo stile del creatore di "Shining". Ed evidenzia, a distanza di molti anni dalla scomparsa del regista, la perdurante novità di tutta la sua opera.

  DAL TESTO – "[...] potremmo considerare Eyes Wide Shut come il controcampo (il controcanto) di Full Metal Jacket: lì l'istituzione totale Esercito veniva impietosa mente analizzata come il luogo della repressione sessuale, in cui la libido dev'essere trasformata in aggressività (non a caso il nemico si materializza alla fine nelle forme di una giovane ragazza) e il branco maschile fatto regredire allo stadio infantile (i marines che alla fine cantano l'inno del club di Topolino); qui l'istituzione Famiglia viene recuperata come possibile luogo della cura quotidiana (il bagno di casa Harford serve per pisciare, mentre il cesso di Parris Island era la scena di un omicidio/suicidio) e della maturità genitale (il proponimento finale, "fuck", è pronunciato nel negozio in cui la bambina mostra raggiante una bambola Barbie). Il fatto che entrambi i genitori di Stanley Kubrick siano morti proprio durante la lavorazione di Full Metal Jacket la dice lunga sul riemergere del vecchio progetto Schnitzler: Eyes Wide Shut è un'elaborazione del lutto - l'appropriazione fantasmatica che il figlio artista opera nei confronti della scena primaria, i cui protagonisti sono i suoi genitori e il loro "bruciante segreto" [per citare un titolo di Stefan Zweig caro a Kubrick)."

  L'AUTORE – Marcello Walter Bruno, docente di Teoria e tecnica del linguaggio cinematografico al corso di laurea DAMS dell'Università della Calabria, è autore di alcuni saggi tra i quali "Neotelevisione" (Rubbettino) e "Promocrazia" (Costa & Nolan), nonché di vari contributi a volumi collettivi. Collabora inoltre alle riviste «Segnocinema» e «Close-up».

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione. Comprendere Kubrick - Un autore e i suoi titoli - Storia della (dis)umanità in genere - Lo sguardo del giocatore di scacchi - Metacinema - Ascendenze e discendenze - Eyes Wide Shut – Postfazione. Maschere e automi, di Roberto Lasagna - Filmografia - Bibliografia - Indice analitico