...Mi pare si chiamasse Mancini... Stampa E-mail

Pietro Mancini

...Mi pare si chiamasse Mancini...

Luigi Pellegrini Editore, pagg.368, € 18,00

 

mancini mipare  IL LIBRO – Albert Bruce Sabin (1906-1993) fu un benefattore dell'umanità. Oltre a creare il vaccino contro la poliomielite, il grande scienziato rinunciò a brevettarlo, consentendone la diffusione anche fra i poveri, senza speculazioni economiche. Oggi, grazie a Sabin, la polio può considerarsi debellata. Il ricercatore americano ricordò, in un'intervista, il suo incontro, nel 1963, a Roma, con i dirigenti dell'Istituto superiore di Sanità: «Signori - dissi - se non prenderete una decisione, sarete indicati come responsabili della morte di tanti bambini... Gli alti funzionari si alzarono e se ne andarono via dalla sala. Poi prese la parola il vostro ministro, un socialista, mi pare si chiamasse Mancini, che disse ai presenti: "Non sono qui per ascoltare le vostre lagne. Da domani l'Italia adotterà il vaccino Sabin". Così sanaste anche voi quel ritardo».
  L'episodio, riferito da Pietro Mancini, ha dato il titolo al libro, che si propone di far conoscere tante vicende inedite, molte vissute accanto al protagonista dall'Autore.
  Nel libro sono narrati, con ironia, tanti eventi, seguiti da attento giornalista, e tratteggiati i profili di numerosi personaggi. Non un monumento al padre, che ha amato molto, né un pesante saggio. Ma un racconto avvincente della lunga attività politica e della vita privata di Giacomo Mancini, dei suoi rapporti, non sempre facili, con il padre e con il figlio, delle belle vittorie, delle tante realizzazioni, dei pesanti attacchi subiti e delle amare sconfitte di un leader politico originale, riformatore e ancora oggi rimpianto, soprattutto nel Mezzogiorno, anche dagli avversari.

  DAL TESTO – "Mancini, dopo essere stato per pochi mesi ministro per il Mezzogiorno, nel 1975, lasciò il governo. Non a caso, da allora, cominciò il lungo periodo di blocco di tutti i progetti e delle iniziative a favore dell'avanzamento del Sud. Le responsabilità principali furono, certo, dei governi centrali, ma anche dei modesti e inascoltati, a Roma, esponenti politici meridionali, oltre che della grande stampa e dei capi dei sindacati, che subirono, in silenzio, il «niet» ai programmi di sviluppo del Sud.
  "Anche da deputato semplice, Giacomo insistette sui problemi drammatici del Sud. E, al Comitato Centrale del 16 novembre 1976, sollecitò Craxi e la direzione a convocare un convegno a Napoli, «una città che soffre, che ha mille problemi»."

  L'AUTORE – Pietro Mancini, nato a Cosenza, laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1973. Dal 1981al 2008 ha lavorato alla Rai curando, per dieci anni, le interviste politiche, nell'edizione del mattino del GR3. Ha scritto e scrive commenti, politici e sportivi, su quotidiani e periodici. È editorialista del quotidiano telematico Affaritaliani.it. Dall'agosto del 1990 al dicembre del 1991, è stato Sindaco di Cosenza. Ha pubblicato: "Il reato Panzieri" (Lerici), "Riformismo nel Sud" (Pellegrini), "Voglia di nuovo. Il dramma del PSI" (Pellegrini), "La questione immorale" (Pellegrini). Ha un bassotto: Uffa.

  INDICE DELL'OPERA - Buon compleanno, caro Giacomo! - Lo chiamavano "zio Giacomo" - Lo statista del fare - Non c'è Nord senza Sud - Giornalisti servi di Mancini! - Giacomo e Bettino - Garantismo e democrazia - Quando Mancini cancellò l'Apartheid in Aspromonte - Scandali e Barbapapà - Quell'uomo lì - Un sogno chiamato Cosenza più bella – Appendice - Giuliano Amato: Giacomo Mancini e l'autonomia socialista - Rino Formica, PSI, ex ministro Finanze - Francesco Cossiga: Mancini, un passionale "genio" di concretezza - Paride Leporace - Giacomo Mancini Junior - Indice dei nomi