Diplomatico per caso Stampa E-mail

Guido Nicosia

Diplomatico per caso

Di Renzo Editore, pagg.261, € 14,00

 

nicosia diplomatico  IL LIBRO – C'è una strana febbre che domina il Palazzo e si chiama carriera. In un viavai di scale che salgono e talvolta scendono, per i meno fortunati o i meno accorti.
  Accordi, parentele, simpatie e molte, davvero tante, antipatie.
  Il Palazzo è abitato da loschi figuri, avventurieri e saltimbanchi, che operosi e privi di vergogna cercano di insidiare il lavoro delle poche persone preparate e dedite allo Stato.
  Il Palazzo è la Farnesina, dove c'è la Carriera politica e la Carriera diplomatica. I più prendono la strada della seconda, ma solo per arrivare più comodamente alla prima.
  Storia di come si costruisce l'immagine di un Paese, l'Italia, all'estero come in Patria. A parlarne è un ambasciatore in pensione. Uno degli ultimi diplomatici di formazione e professione, perché la diplomazia è un'arte che va scomparendo: oggi preferiscono tutti le grandi capitali europee, i salotti buoni e le comodità.
  Storia di quando la diplomazia era un mestiere complesso, avventuroso e antropologico, innanzitutto.

  DAL TESTO – "Nel 1975 mi venne offerto il posto di Consigliere a l'Aja, il numero due dell'Ambasciata, che rifiutai dopo un sopralluogo e un breve soggiorno da Lollo Tarony, amico d'infanzia, che avrei dovuto sostituire. Ricordo che della città mi piacque solo un airone impettito su un prato vicino alla casa, per il resto tutto troppo tranquillo e freddo, sbiadito per i miei gusti inclini ai tropici e all'esotico. Mi venne offerto anche un posto di Consigliere a Bonn, una grande Ambasciata, dove sarei stato il quinto o sesto nella linea di comando, ma gli anni della Segreteria Generale m'avevano insegnato che non ero fatto per il lavoro d'équipe. Avrei preferito qualche cosa di più colorito, come Hong Kong, che conoscevo o Istanbul, il cui fascino m'aveva decantato Marcello Mochi, poco prima di morire ancor giovane, ma non potei rifiutare l'importante Consolato Generale a Toronto, dove accompagnato dal barboncino Sansone, giunsi a fine marzo 1976, nel pieno di un inverno rigido che ci costrinse a imparare l'arte di muoversi sul verglass. Un mese dopo mi raggiunse la famiglia che si trovò bene in Canada - con la Nuova Zelanda, il più civile dei paesi dove li ho trascinati."

  L'AUTORE – Guido Nicosia, di origine siciliana, ha ricoperto incarichi diplomatici e consolari, oltre che in Costa Rica, Madagascar, Sudan e Libia, dove ha ambientato i suoi romanzi, anche nelle Filippine, in Inghilterra, Argentina, Canada e Nuova Zelanda. Con Di Renzo Editore ha già pubblicato "L'affare Valfrè" (2001), "Piccole ambasciate" (2003), "Madagascar adieu" (2004), "Pura Vida" (2005), "Cronache da uno stato canaglia" (2006), "Bel suol d'amore" (2008), "I gatti dell'ambasciatore" (2009), "I gatti di via Ulpiano" (2011) e "La bellezza è malata" (2013). È stato uno dei vincitori del Premio "Gian Piero Orsello - Città di Santa Marinella", edizione 2007.

  INDICE DELL'OPERA - 1. Le vie del Caso - 2. Miseria e nobiltà - 3. Palazzo Chigi - 4. La Commissione dei Documenti Diplomatici - 5. Roma, 1957 - 6. Da Palazzo Chigi alla Farnesina - 7. Ufficio dei Trattati e del Contenzioso - 8. Come divenni diplomatico - 9. Manila, 1962. Ambasciata - 10. Bedford (Inghilterra), 1964. Consolato - 11. Buenos Aires, 1967. Consolato Generale - 12. Roma, 1969. Segreteria Generale del Ministero degli Esteri - 13. Tripoli, 1972. Ambasciata - 14. Toronto (Canada), 1976. Consolato Generale - 15. Roma, 1980. Relazioni Culturali del Ministero degli Esteri - 16. San José (Costa Rica), 1984. Ambasciata - 17. Wellington (Nuova Zelanda), 1988. Ambasciata - 18. Khartum (Sudan), 1990. Ambasciata - 19. Sudan, 2002. Missione Militare Internazionale - 20. Roma, 1993. Consigliere diplomatico del Ministro del Lavoro - 21. Tananarive (Madagascar), 1996. Ambasciata - 22. Post Scriptum