La caserma e la moschea Stampa E-mail

Giorgio Musso

La caserma e la moschea
Militari e islamisti al potere in Sudan


Carocci Editore, pagg.216, € 23,00

 

musso caserma  IL LIBRO – La contrapposizione tra apparati militari e movimenti islamisti è uno dei temi ricorrenti della storia contemporanea del mondo arabo. Il Sudan ha costituito l'unica eccezione a questa consolidata rivalità, grazie alla spregiudicatezza del carismatico Hasan al-Turabi, architetto del colpo di Stato che nel 1989 ha dato vita a un'insolita coalizione tra militari e islamisti. Il regime sudanese, tuttavia, non è riuscito a rappresentare un'"alternativa islamica" rispetto al modello autoritario dominante nel mondo arabo, ma ne ha assunto i caratteri violenti e alienanti. Esacerbando le fratture identitarie, esso si è spinto fino a compromettere l'unità del paese, rotta dalla secessione del Sud nel 2011. Ricostruendo una storia poco nota, il volume offre un punto di vista originale su quell'intreccio tra islamismo, conflitti armati e aspirazioni democratiche che costituisce la cifra della politica araba attuale.
  "E merito dell'autore e dell'editore – si legge nella Prefazione di Gian Paolo Calchi Novati - aver promosso a materia di conoscenza e se del caso di ulteriore studio e apprendimento questa pagina di storia del Sudan e dell'Africa. Non è più il tempo di dedicarsi all'Africa solo come pretesto per parlare d'altro (luogo d'investimento e ricchezze per alimentare il mercato mondiale, il petrolio, la "sicurezza" dell'Occidente e da ultimo l'ondata migratoria che attraversa il Mediterraneo alla volta dell'Europa), come amenta lo storico Achille Mbembe, originario del Camerun e ora docente in una università del Sudafrica. Quella di Giorgio Musso è un'opera scientifica e può tornare utile anche alla politica africana che, con propositi che salvo prova contraria si ha il dovere di supporre buoni e ben guidati, le nostre autorità dichiarano di aver adottato come priorità: un'occasione perché si parli di Africa senza sottacere le difficoltà ed evidenziando nel contempo l'andamento profondo di vicende che hanno in Africa il proprio "cuore duro" e che devono trovare in Africa i rimedi giusti."

 DAL TESTO – "[...] il Sudan costituì un laboratorio unico, essendo il solo paese dove un movimento islamista riuscì a conquistare il potere. La condizione che garantì a Turabi e ai suoi accoliti di governare fu l'alleanza con i militari. Il connubio tra la moschea e la caserma, inimmaginabile altrove, si mostrò possibile nel peculiare contesto sudanese, caratterizzato dalla pervasività dell' identità religiosa nel sistema politico. Con lo scorrere del tempo, l'opzione militare si sarebbe dimostrata un peccato originale da cui l'Inqadh non sarebbe riuscito ad affrancarsi, finendo per esserne vittima. [...]
  "Si può sostenere che gli islamisti, alla fine degli anni Ottanta, costituissero un gruppo dirigente all'interno della società sudanese? È indubbio che il movimento avesse fatto breccia in una sezione consistente della classe istruita urbana. Molti degli Ikhwan provenivano dalle aree rurali e avevano intravisto nell'appartenenza al movimento un'opportunità di ascesa sociale. Tuttavia, l'islam ortodosso e ideologizzato professato dagli islamisti era alieno alla stragrande maggioranza della popolazione, legata alla religiosità popolare del sufismo. Forzando il linguaggio, si potrebbe dire che nelle aree rurali le tariqah costituivano una società civile impermeabile al messaggio islamista. Questo portò il movimento di Turabi alla scelta di conquistare il potere attraverso un colpo di Stato militare e successivamente a fare della coercizione la principale modalità di gestione del potere per piegare le resistenze di una società civile recalcitrante."

  L'AUTORE – Giorgio Musso è assegnista di ricerca in Storia contemporanea all'Università per Stranieri di Perugia. Studioso della storia contemporanea del Sudan e dell'Egitto, ha pubblicato numerose ricerche su riviste italiane e internazionali.

  INDICE DELL'OPERA - Nota sulla traslitterazione dei termini arabi - Prefazione. Una storia africana, di Gian Paolo Calchi Novati - Sigle e abbreviazioni – Prologo – Introduzione - 1. Islam, Stato e società (La formazione del Sudan / Politica settaria e regimi militari) - 2. Genesi e sviluppo di un islamismo autocefalo (Fratelli o figli unici? / La campagna per una Costituzione islamica / Dalla clandestinità alla rivoluzione / L'Islamic Charter Front / «Il Sudan non merita un governo comunista» / Hasan al-Turabi: un profilo) - 3. Dai campus al Palazzo (Riconciliazione nazionale e Strategia centrale / "Islaminomics": la nascita della classe media islamista / «Ciò che Dio non reprime attraverso il Corano...» / Il National Islamic Front (nif) / «Pessimi musulmani, ma buoni Fratelli Musulmani») - 4. Islamismo rivoluzionario (Il consolidamento della rivoluzione / Il mashru' al-hadari: un progetto islamico di modernità / La pianificazione sociale islamica / Populismo transnazionale) - 5. Accerchiamento e normalizzazione (L'attentato a Mubarak e le sue conseguenze / Una guerra senza fine / Dal dibattito costituzionale all'arresto di Turabi) - 6. Guerra, pace e sopravvivenza (Un modello saudita? / La firma del Comprehensive Peace Agreement (CPA) / Origini ed evoluzione del conflitto in Darfur / L'ultima trincea) - Conclusione. L'eclissi dell'alternativa islamista – Fonti – Glossario - Indice dei nomi e dei temi