Il problema Spinoza Stampa E-mail

Irvin D. Yalom

Il problema Spinoza

Neri Pozza, pagg.441, € 17,50

 

yalom spinoza  IL LIBRO – Estonia, 1910. Il diciassettenne Alfred Rosenberg viene convocato nell'ufficio del preside Epstein. Gli occhi grigio-azzurri, il mento sollevato con un'aria di sfida, i pugni serrati, il ragazzo adduce ben poco per difendersi dall'accusa di aver proferito violenti commenti antisemiti in classe. All'ebreo Epstein non resta perciò che condannarlo a una singolare punizione: imparare a memoria alcuni passi dell'autobiografia di Goethe, il poeta che l'adolescente dichiara di venerare come emblema stesso del popolo tedesco. In particolare si tratta dei brani in cui l'autore del Faust si dichiara fervente ammiratore di Baruch Spinoza, il grande filosofo ebreo del diciassettesimo secolo.
  La lettura insinua nella mente del giovane Rosenberg un tarlo che lo accompagnerà per il resto della vita: come può il sommo Goethe aver tratto ispirazione da un uomo di razza inferiore? Amsterdam, 1656. Bento, in ebraico Baruch, Spinoza ha ventitré anni: la sua famiglia è di origine portoghese, sfuggita all'Inquisizione e riparatasi nella più tollerante Olanda. L'aspetto del giovane Baruch è distinto e raffinato: i lineamenti aggraziati, la pelle priva di imperfezioni, gli occhi grandi, scuri e profondi. E, dietro quegli occhi, una mente che non esita a elaborare pensieri eccentrici sulla fede, e idee sul mondo così poco ortodosse da attirare il sospetto di eresia.
  Bento di nascosto si istruisce sulla lingua e le idee di Aristotele e dei grandi filosofi greci presso l'accademia di Franciscus van den Enden, un elegante uomo di mondo, quel mondo esterno così inviso alla comunità ebraica.
  Con iniziale sgomento di Spinoza, van den Enden addirittura osa affidare parte dell'insegnamento alla figlia Clara Maria, una giovane dal collo lungo e il sorriso seducente di cui Baruch si invaghisce a tal punto da concepire pensieri impuri e desideri impronunciabili tra le mura della comunità.
  Il risultato di questa educazione filosofica e sentimentale è scontato: il giovane pensatore viene scomunicato e costretto a condurre una vita solitaria e appartata, che lo porterà tuttavia a produrre opere sublimi per profondità e drammaticità. Opere che trecento anni dopo non smettono di tormentare, sotto forma di incessanti domande, l'«ariano» Rosenberg, divenuto uno dei fondatori del partito nazista e stretto collaboratore di Hitler: davvero Baruch Spinoza, quest'uomo appartenente a una razza da sterminare, è riuscito a sviluppare un pensiero filosofico così lucido e geniale? O forse il segreto della sua genialità non sta nella sua mente, ma altrove? Magari nella sua piccola biblioteca personale, su cui la guerra consente di mettere le mani?
  Dopo aver indagato i fantasmi della mente di Nietzsche e Schopenhauer, Yalom illumina la vita misteriosa e controversa di Baruch Spinoza nella Amsterdam del Seicento e l'ossessione per le sue opere nella Germania antisemita del secolo scorso.

  DAL TESTO – "Ho un problema, signore» esordì Alfred mentre apriva la cartella ed estraeva l'autobiografia di settecento pagine di Goethe, con diversi brandelli di carta che sporgevano dalle pagine. Aprì il volume al primo segnalibro e indicò il testo.
  "«Signore, Goethe menziona Spinoza qui, in questa riga. E poi di nuovo qui, un paio di righe dopo. Ma poi ci sono diversi paragrafi nel quali il nome non compare, e io non riesco a capire se si parli di lui o meno. In effetti, non riesco a capire la maggior parte di quel che è scritto. È molto difficile». Girò le pagine e indicò un'altra sezione. «Qui accade la stessa cosa. Menziona Spinoza due o tre volte, poi seguono quattro pagine senza mai citarlo. Per quel che sono in grado di dire, non è chiaro se stia parlando di Spinoza o no. Sta anche parlando di qualcuno di nome Jacobi. E questo accade in altri quattro punti. Ho capito il Faust, quando l'ho letto durante le sue lezioni, e ho capito I dolori del giovane Werther, ma di questo libro non capisco una sola pagina».
  "«È molto più facile leggere Chamberlain, non è vero?» Immediatamente Herr Schäfer si pentì del proprio sarcasmo, e s'affrettò ad aggiungere con voce più gentile. «So che non può afferrare completamente il senso delle parole di Goethe, ma deve rendersi conto che non si tratta di un'opera perfettarnente organizzata, ma di una serie di riflessioni sulla sua esistenza. Ha mai tenuto un diario o scritto qualcosa sulla sua vita?»"

  L'AUTORE – Irvin D. Yalom insegna psichiatria alla Stanford University e vive e svolge il suo lavoro di psichiatra a Palo Alto, in California. Ha scritto numerose opere, best sellers internazionali, quali: "Lying the Couch", "Love's Executioner" e "La cura Schopenhauer", pubblicato da Neri Pozza nel 2005.

  INDICE DELL'OPERA – Prologo - 1. Amsterdam / aprile 1656 - 2. Reval, Estonia / 3 maggio 1910 - 3. Amsterdam / 1656 - 4. Estonia / 10 maggio 1910 - 5. Amsterdam / 1656 - 6. Estonia / 1910 - 7. Amsterdam / 1656 - 8. Reval, Estonia / 1917-1918 - 9. Amsterdam / 1656 - 10. Reval, Estonia / novembre 1918 - 11. Amsterdam / 1656 - 12. Estonia / 1918 - 13. Amsterdam / 1656 - 14. Monaco / 1918-1919 - 15. Amsterdam / luglio 1656 - 16. Monaco / 1919 - 17. Amsterdam / 1656 - 18. Monaco / 1919 - 19. Amsterdam / 27 luglio 1656 - 20. Monaco / marzo 1922 - 21. Amsterdam / 27 luglio 1656 - 22. Berlino / 1922 - 23. Amsterdam / 27 luglio 1656 - 24. Berlino / 1922 - 25. Amsterdam / 1658 - 26. Berlino / 26 marzo 1923 - 27. Rijnsburg / 1662 - 28. Studio di Friedrich, Olivaer Platz 3, Berlino / 1925 - 29. Rijnsburg e Amsterdam / 1662 - 30. Berlino / 1936 - 31. Voorburg / dicembre 1666 - 32. Berlino e Paesi Bassi / 1939-1945 - 33. Voorburg / dicembre 1666 – Epilogo - Realtà o finzione? Per mettere le cose in chiaro - Ringraziamenti