Le dee e gli dei dell'antica Europa |
Marija Gimbutas
IL LIBRO – Scritto nel 1974 e riveduto e aggiornato nel 1982, questo volume determinò la notorietà dell'autrice. La civiltà europea fiorita fra il 6500 e il 3500 a. C. - molto prima della civiltà greca e di quella giudaico-cristiana - non è stata un mero riflesso delle culture confinanti del Vicino Oriente, ma una cultura autonoma dotata di un suo carattere originale. L'immaginario mitico dell'epoca matrilineare rivela quali fossero le prime concezioni che l'umanità aveva del cosmo, dei rapporti tra uomo e natura e tra maschio e femmina: con al centro la Grande Dea che incarnava il principio creatore come fonte e scaturigine di tutto. Attraverso lo studio delle sculture, dei vasi e degli oggetti di culto provenienti dall'Europa sud-orientale, Gimbutas descrive una cultura che si strutturava intorno al villaggio, prima di essere travolta e dispersa dagli Indoeuropei patriarcali. DAL TESTO – "Il compito di sostenere la vita era il motivo dominante nell'immaginario dell'Antinca Europa, per cui la rigenerazione era una delle manifestazioni più importanti. Naturalmente, la Dea che era responsabile della trasformazione dalla morte alla vita diventava la figura centrale nel pantheon degli dèi. Lei, la Grande Dea, era associata al crescente lunare, a disegni quadripartiti e corna taurine, simboli di creazione e di cambiamento incessanti. La misteriosa trasformazione è espressa molto vividamente nella sua epifania in forma di bruco, crisalide e farfalla. Infatti, attraverso questo simbolismo, il nostro antenato proclamava di credere nella bellezza della vita giovane. L'ubiquità dei simboli fallici designa la glorificazione dei poteri della vita spontanea. Il fallicismo è privo di qualunque allusione oscena; nel contesto del rito religioso, è una forma di catarsi, non di procreazione simbolica. Non ci sono prove che in epoca neolitica l'umanità comprendesse il concepimento biologico." L'AUTRICE – Marija Gimbutas, nata in Lituania nel 1921, dopo l'occupazione sovietica si trasferisce in Germania e poi nel 1949 come rifugiata negli Stati Uniti dove, alla Harvard University, si specializza nell'archeologia dell'Europa orientale, mettendo a disposizione dei colleghi testi e materiali altrimenti illeggibili. Nel 1963 le viene offerta la cattedra di Archeologia europea all'Università di California, che occupa fino al 1989. Dirige campagne di scavo nei Balcani e in Italia meridionale in siti dell'età neolitica. I suoi ultimi tre libri sono quelli che hanno suscitato maggiori reazioni in ambito accademico e culturale a livello mondiale: "The Goddesses and Gods of Old Europe" (1974, 1982; l'opera qui presentata è per la prima volta tradotta in italiano), "The Language of the Goddess" (1989; tr. it.: Il linguaggio della Dea, Longanesi) e "The Civilization of the Goddess (1991; tr. it.. "La civiltà della Dea" – voll. 1 e 2, Stampa Alternativa). Con le sue intense ricerche sul significato sociale e simbolico delle antiche culture neolitiche ha ampliato in senso interdisciplinare il consueto approccio accademico fondando una nuova disciplina: l'archeomitologia. Muore a Los Angeles nel 1994. INDICE DELL'OPERA - Prefazione alla nuova edizione – Introduzione (Nota sulle datazioni al radiocarbonio calibrate dendrocronologicamente e tavola cronologica) - 1. Il retroterra culturale (Definizione di "Civiltà dell'Antica Europa" e suo significato - Suddivisioni regionali e cronologiche dell'Antica Europa - L'area egea e centro-balcanica - L'area adriatica - Il bacino danubiano medio - L'area balcanica orientale - L'area moldava e ucraina occidentale) - 2. Schematismo (Stenografia scultorea – La realtà non fisica dell'artista neolitico – La tendenza verso una scultura più figurativa nell'era calcolitica) - 3. Costumi rituali (Motivi decorativi delle statuine: ricostruzione dell'abbigliamento e degli ornamenti di età neolitica nell'Antica Europa - Cinture poggiate sui fianchi – Abiti - Il costume maschile – Calzature - Pettinatura e copricapi - In sintesi) - 4. La maschera (Sembianze non umane - La maschera Vinča - Evoluzione della maschera Vinča - Decorazione e fori per la sospensione di oggetti - Esempi paralleli a Creta e nell'Antica Grecia, e l'importanza del teatro) - 5. I luoghi di culto e il ruolo delle statuine (Modelli di tempio - Resti di templi e aree sacrificali - Paralleli con i templi minoico-micenei - Arredi sacri e oggetti collegati a pratiche di culto - Offerte votive: statuine, vasi, fusaiole e altri oggetti con iscrizioni - Per riassumere) - 6. Immagini cosmogoniche e cosmologiche (I quattro angoli del mondo, la Luna e il toro - Il serpente - L'uovo primordiale - Il pesce) - 7. Le signore delle acque: Dea Serpente e Dea Uccello (L'invocazione della pioggia, l'orso e gli ideogrammi della Dea Uccello - Il meandro, simbolo delle acque cosmiche - L'origine della Dea Uccello e la sua immagine nel Neolitico - La Signora Uccello e la Signora Serpente dell'età Calcolitica - La Dea Serpente e Uccello come nutrice - Riepilogo - La Dea Uccello e la Dea Serpente nella Creta minoica e nell'Antica Grecia) - 8. La grande dea di vita, morte e rinascita (La dea androgina e corpulenta con braccia incrociate del periodo neolitico - La dea crisalide dell'epoca calcolitica - La dea, magica fonte di vita: la sua bocca, le sue mani e le sue uova - Le epifanie - Il cane, un doppio della Dea Luna - La cerva, un doppio della Dea della Rigenerazione – Il rospon e la tartaruga: la Dea nella forma di feto umano – L'istrice: la Dea nella forma di utero o feto animale - L'ape e la farfalla: la Dea della trasformazione e della rigenerazione nata da un toro – L'orsa: la Dea come madre e nutrice – Rieplogo: i vari aspetti della Grande Dea preistorica - Ecate e Artemide: sopravvivenza della Grande Dea dell'Antica Europa nell'Antica Grecia e nell'Anatolia occidentale) – 9. La Dea gravida della vegetazione (Punto (seme) e losanga (campo seminato) - La Dea gravida in trono - Il maiale, animale sacro della Dea della vegetazione - Riferimenti a Demetra, Kore e Persefone nella mitologia greca) - 10. Il dio dell'anno (Il fallo - Il Dio itifallico mascherato - Il toro con maschera umana - Richiami a Dioniso - Il "Dio triste" - Il bimbo divino) – Conclusioni – Abbreviazioni - Siti e datazioni al radiocarbonio – Bibliografia - Catalogo |