Commento all'Apocalisse Stampa E-mail

San Cesario di Arles

Commento all'Apocalisse
A cura di don Francesco Tedeschi


Edizioni Paoline, pagg.416, € 37,00

 

Cesario commento  IL LIBRO – Monaco per vocazione, sacerdote e poi vescovo, Cesario ha consegnato alla letteratura cristiana una ricca produzione omiletica. Fedeli al suo stile, le 19 Omelie del "Commento all'Apocalisse" - per la prima volta edito in Italia - fondono e rielaborano spunti provenienti dalla più antica produzione ermeneutica latina: mediatore ed erede di questa tradizione, il vescovo di Arles ne fa però sempre il punto di partenza per una nuova, originale riflessione.
  Molto attento al tema liturgico-sacramentale e alle sue implicazioni pastorali, lontano da quella prospettiva escatologica storico-millenaristica, curiosa del "quando" e del "come" degli eventi finali, il "Commento" elabora, in chiave ecclesiologica, una rilettura dell'Apocalisse che, anche tramite il richiamo penitenziale, delinea un itinerario soteriologico.
  Grazie a un attento studio, il curatore riconosce in queste 19 Omelie un'opera unitaria di cui offre un ampio commento e un testo criticamente aggiornato.

  DAL TESTO – "Ciò che nell'Apocalisse è detto a ogni Chiesa, fratelli carissimi, conviene a ogni uomo che fa parte dell'unica Chiesa. Questo dice colui che tiene le sette stelle nella sua mano, si tratta di colui che vi ha in mano, cioè che vi ha in suo potere e vi governa. Colui che cammina in mezzo ai candelabri d'oro e, cioè in mezzo a voi, poiché questi candelabri rappresentano il popolo cristiano.
  "Ma quando dice: Cambierò il tuo candelabro dal suo posto, se tu non farai penitenza, notate che non ha detto:   "Toglie", ma: Cambia; poiché il candelabro rappresenta il popolo cristiano, egli dice che lo cambierà, non che lo "toglierà". Questo vuoI dire che in una sola e unica Chiesa i cattivi sono scartati, e i buoni confermati; e che per un giudizio di Dio, segreto ma tuttavia giusto, ciò che è tolto ai cattivi viene aggiunto ai buoni; affinché si compia ciò che è scritto: A colui che ha, verrà dato, ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha."

  L'AUTORE – Nato nel 470 da una famiglia gallo-romana di limitate risorse, a vent'anni Cesario diventò monaco a Lérins, dove studiò fino a quando il vescovo Eonio di Arles lo inviò in un altro monastero a riportare ordine. Morto Eonio, divenne vescovo di Arles, capitale della Gallia romana, regione sotto il dominio dei Visigoti ariani. Cesario si distinse per il suo zelo pastorale e la forza d'animo: fu attivissimo in campo politico e sociale; convocò concili locali e sinodi per affrontare problemi di dottrina, di organizzazione e disciplina ecclesiastica; soccorse i poveri vendendo i tesori della Chiesa. Ad Arles, costruì l'ospedale più importante di tutta la Gallia. Eccellente predicatore, i suoi sermoni vennero ripresi anche in epoche successive. Il vescovo fu autore della Regola per un monastero femminile. Morì nel 543 circondato da un'aurea di santità. (fonte: http://www.santiebeati.it)

  IL CURATORE - Don Francesco Tedeschi, dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in Liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant'Anselmo, dal 2006 è professore incaricato di Liturgia, Teologia Sacramentaria e Patristica all'Istituto Superiore di Catechesi e di Spiritualità Missionaria della Pontificia Università Urbaniana e membro del Consiglio di Presidenza della Comunità di Sant'Egidio per l'area africana. I suoi interessi scientifici vertono sulla tradizione liturgica arleatense - e sull'opera di Cesario in particolare - e sul rito antico della traditio, per cui si segnala il suo recente contributo: "Traditio symboli, traditio fidei, la professione di fede come atto liturgico", in "Urbaniana University Journal" 3 (2013) 31-65.

  INDICE DELL'OPERA - Abbreviazioni e Sigle – Introduzione - I. Cesario di Arles: La vita e le opere (1. Gli anni della formazione - 2. L'episcopato - 2.1. L attività politico-ecclesiale - 2.2. Limpegno pastorale - 3. L'opera) - II. Cesario e la predicazione della parola di Dio (1. L'omiletica di Cesario - 2. Il Commento all'Apocalisse) - III. Cesario nella tradizione dei Commenti all'Apocalisse in Occidente (1. Vittorino di Petovio - 1.1. Il millenarismo - 2. Ticonio e il "commento perduto" - 2.1. Le regole dell'ermeneutica - 2.2. L'Eposizione dell'Apocalisse e le sue versioni - 3. I Commenti contemporanei a Cesario: Cassiodoro, Apringio e Primasio - 3.1. Cassiodoro - 3.2. Apringio di Beja - 3.3. Primasio di Adrumeto - 4. La Spiegazione di Beda - 4.1. Gli eredi di Beda - a. Beato di Liebana - b. Ambrogio Autperto - c. Le "opere minori" - 5. Un tentativo di sintesi) - IV. Il Commento di Cesario in una lettura liturgico sacramentale (1. Il contesto liturgico dell'Apocalisse - 1.1. Il Liber com[m]icus - 1.2. Il lezionario di Luxueil - 1.3. Il messale di Bobbio - 1.4. La tradizione monastica - 2. L'impiego dell'Apocalisse nel Commento di Cesario - 2.1. La penitenza dall'Apocalisse a Cesario) - V. Il Commento nel suo contesto storico: tra interpretazione storica e spirituale (1. L'Apocalisse tra Oriente e Occidente - 2. L'Apocalisse nel tempo del Commento di Cesario) - Excursus. Storia del testo e questione dell'autenticità - Bibliografia - Commento all'Apocalisse - Cesario di Arles, Commento all'Apocalisse - Omelia 1 - Omelia 2 - Omelia 3 - Omelia 4 - Omelia 5 - Omelia 6 - Omelia 7 - Omelia 8 - Omelia 9 - Omelia 10 - Omelia 11 - Omelia 12 - Omelia 13 - Omelia 14 - Omelia 15 - Omelia 16 - Omelia 17 - Omelia 18 - Omelia 19 - Appendice: Piano dell'opera – Indici (Indice scritturistico - Indice onomastico - Indice analitico)