Al gancio del Negroni Stampa E-mail

Stefano Baruzzo

Al gancio del Negroni
«Il popolo apuano» di Stanis Ruinas
Fascismo rivoluzionario e regime nella provincia del marmo


Edizioni Solfanelli, pagg.376, € 30,00

 

baruzzo alganciodelnegroni  IL LIBRO – Inviato da Roma alla guida del giornale del PNF di Massa Carrara per portare in provincia la «rivoluzione antropologica» del regime, Stanis Ruinas, proveniente dall'«Impero» dei futuristi Settimelli e Carli, impostò un giornale «di battaglia», che in nome dello «stile fascista» condusse campagne verso le banche, i commercianti, la stampa.
  Assai violenta fu quella contro gli industriali elettrici, mentre verso gli industriali del marmo locali fu condotta una campagna di moral suasion, secondo le direttive di governo e partito. Ruinas pose l'impronta dell'intransigentismo fascista sui temi di rilevanza nazionale: la missione della stampa, corporativismo e sindacalismo, la questione femminile, la politica estera, i rapporti con la Chiesa, le politiche del regime di fronte alla crisi economica.
  La vicenda giornalistica apre una finestra su un mondo provinciale animato da gerarchi nazionali e locali, industriali e sindacalisti, vescovi e sacerdoti, giornali e giornalisti, prefetti e ministri, fino allo stesso Mussolini, e rivela le contraddizioni del tentativo di traduzione del totalitarismo fascista nelle realtà provinciali, che porteranno il fascismo «rivoluzionario» del giornalista a infrangersi nel fascismo «conservatore» tornato alla guida del PNF locale con la sconfitta del ras Renato Ricci nel lungo conflitto con i grandi industriali del marmo.

  DAL TESTO – "Ruinas apparteneva alla variegata galassia dei fascisti «rivoluzionari» seguendo la definizione di Paolo Buchignani, spesso indicati con la definizione «sinistra fascista». Essi, al contrario dei conservatori, che erano soddisfatti della restaurazione di un ordine autoritario e delle tradizionali gerarchie sociali vedevano nel fascismo la proposta di una nuova civiltà alternativa alla vecchia civiltà borghese, una terza via tra il liberalismo capitalistico e il comunismo sovietico (quest'ultimo giudicato comunque meno deprecabile del primo). Tra le componenti della cosiddetta «sinistra fascista», Silvio Lanaro ha considerato autentica solo quella sindacale, perché l'unica capace di elaborare progetti di trasformazione sociale ed economica. Tuttavia, come ha sostenuto Giuseppe Parlato, le altre componenti finirono per svolgere, specie tra le giovani generazioni, un ruolo preparatorio di attese di trasformazione non solo politica e morale, ma anche sociale, del vecchio ordine liberal-borghese.
  "Nel 1930, a Carrara, la rivoluzione rimase confinata da Ruinas al terreno morale. Ma le caratteristiche di alcune campagne, come quella contro i «capitalisti» dell'industria elettrica e, in maniera più sfumata, quella di moral suasion verso gli industriali del marmo, evidenziarono la disponibilità a un facile sconfinamento nel campo economico-sociale.
  "Ma la rivoluzione morale perseguita da Ruinas presupponeva l'appoggio del partito, non solo nazionale ma anche locale. Solo grazie ad esso, il giovane direttore del «Popolo Apuano» avrebbe potuto resistere al coagulo oggettivo, più che volontario, di ostilità, interessi e situazioni di varia natura dei soggetti investiti dalla sua polemica e sottoposti ad esame con il metro dello «stile fascista»: commrcianti, banche, proprietari di case, giornali, potentati economici, ceti sociali dominanti l'ambiente cittadino, fazioni del fascismo locale."

  L'AUTORE – Stefano Baruzzo è nato nel 1960 a Massa. Laureato in Scienze Politiche al «Cesare Alfieri» di Firenze, ha collaborato con il Centro Aullese di Ricerche e Studi Lunigianesi, per il quale ha curato (con Roberto Ricci) il repertorio bibliografico in occasione del 35° anniversario del Centro (Aulla, 2007). Il lavoro sul passaggio di Ruinas a Carrara, che richiama aspetti e relazioni che superano la dimensione provinciale, è stato "ritagliato" nell'ambito di ricerche sul fascismo a Massa Carrara durante il periodo del regime (1926-1940).

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione - Ringraziamenti - Abbreviazioni – I. Un giornale «di battaglia» (1. Il giornale: struttura e missione - 2. Il giornale: i rapporti con la stampa provinciale - 3. Stampa fascista e stampa cattolica - 4. Il giornalista: funzionario e militante - 5. «L'Impero», il futurismo e l'italiano nuovo) – II. La «linea politica»: rifare gli italiani (1. Il fascismo «stile di vita» - 2. Giovani e classe dirigente - 3. Russia e America, bolscevismo e americanismo - 4. Politica internazionale - 5. Ruralismo e pariginismo - 6. Le donne - 7. Corporativismo e... - 8. ...sindacalismo - 9. «Il Popolo Apuano» e la rivoluzione antropologica di Turati) – III. Le campagne de «Il popolo apuano» (1. «Un unico problema: quello economico» - 2. I prezzi, i commercianti e la politica deflazionista - 3. I proprietari di case - 4. Le banche – 5. La Tramvia - 6. L'Idroelettrica) – IV. L'economia apuana e l'industria marmifera (1. Agricoltura, industria e marmo - 2. La crisi dell'industria marmifera: vecchie strutture e nuove realtà - 3. «Il Popolo Apuano», gli operai e i salari - 4. «Il Popolo Apuano», la «millenaria industria» e gli industriali - 5. L'intervento del governo - 6. L'impronta di Ruinas - 7. Non solo marmo, non solo Carrara - 8. Le risposte del regime alla crisi economica) – V. Il fascismo apuano nel 1930 (1. Le origini - 2. Consorzio dei marmi, crisi economica e crisi politica - 3. L'attentato, il commissariamento e la nuova federazione - 4. La riorganizzazione del fascismo apuano. I fasci femminili - 5. «Il Popolo Apuano» di Ruinas e il fascismo apuano) – VI. L'epilogo (1. «C'è odore di polvere in giro» - 2. Il duello - 3. La normalizzazione) – VII. Sic transit - Iconografia - Bibliografia - Indice delle tabelle - Indice dei nomi - L'Autore