La cartolina di Gramsci Stampa E-mail

Noemi Ghetti

La cartolina di Gramsci
A Mosca, tra amori e politica
1922-1924


Donzelli Editore, pagg.VI-221, € 19,50

 

ghetti gramsci  IL LIBRO – Una cartolina postale. Un documento apparentemente minore, fino a oggi quasi ignorato – e qui per la prima volta integralmente riprodotto a colori e studiato –, si rivela una miniera di informazioni, di tracce, di indizi. Una vera e propria mappa, volutamente disseminata di allusioni e di enigmi, che – opportunamente sciolti – gettano luce sul periodo meno indagato della vita politica e affettiva di Antonio Gramsci. È notte inoltrata, quel 16 ottobre 1922. Gramsci scrive da Ivanovo-Voznesensk, importante centro tessile a duecentocinquanta chilometri da Mosca, a Eugenia Schucht, ricoverata nel sanatorio di Serebriani Bor, lo stesso in cui Antonio è stato curato durante l'estate. Nei mesi precedenti tra i due è nata una storia. Ma quella sera, a scrivere a Eugenia, Gramsci non è solo. Con lui si trova Iulca, sorella di Eugenia, la bella violinista che Antonio ha incontrato a settembre proprio a Serebriani. Per entrambi è stato un colpo di fulmine, che nei mesi successivi ha dovuto fare i conti con le comprensibili gelosie di Eugenia. Trovatosi, poco più che trentenne, al centro di questo complicato triangolo amoroso, Gramsci si rivela autoironico e allusivo, passionale e spregiudicato nel tenere le fila del proprio rapporto con le donne. Ma la cartolina ci racconta contemporaneamente, e in controluce, di un'attitudine politica poco allineata, precocemente rischiosa. Il clima del partito sovietico si va accendendo, proprio in quei mesi, di una forte dialettica interna, e subisce le prime ripercussioni di una lotta intestina che presto non conoscerà esclusione di colpi. Gramsci mostra una straordinaria capacità di orientarsi e partecipare attivamente alla complessa vita politica e culturale di quell'immenso paese stremato dall'economia di guerra. Sono i giorni nei quali il primo ictus di Lenin, che Gramsci incontrerà il 25 ottobre alla vigilia del IV Congresso, ha già aperto la lotta per la successione. Negli stessi giorni in Italia la marcia su Roma del 28 ottobre segnerà lo scatenarsi del terrore fascista sul neonato Pcd'I, con assassini senza nome, incendi e devastazioni di sedi di giornali. A dicembre a Torino – come testimonierà Pia Carena, un'altra donna legata ad Antonio da un'intesa che non sembra fondata solo sulla politica militante – una squadraccia fascista andrà a cercare Gramsci con l'intenzione dichiarata di «appenderlo ad un albero, una volta per sempre».

  DAL TESTO – "Con i due termini russi, traslitterati e sottolineati con un tratto di penna, Gramsci comunica a Eugenia che alloggia in una camera d'alberga riservata a funzionari sovietici. Una sistemazione diversa da quella destinatagli all'hotel Lux di Mosca, nel quale alle delegazioni straniere dell'Internazionale è riservata un'ala apposita, strettamente sorvegliata giorno e notte. Non sappiamo se il trattamento particolare, forse di favore, sia dovuto a Dëgot'. Ci chiediamo anche - ma è soltanto un'ipotesi - se la piccola scritta illeggibile che figura un po' a destra tra le due firme di Antonio e di Iulca sia la sua firma, o di qualcun altro che l'ha apposta in un secondo momento, quasi a convalidare la situazione.
  "Il messaggio, scritto dalla mano di Antonio, è tutto al plurale: in questo modo Eugenia è informata che, come confermato dalla firma autografa in cirillico, nella camera d'albergo si trova con lui Iulca. E per di più all'una di notte. Luogo e ora sono dettagli niente affatto scontati, anche perché a Ivanovo la ragazza vive in famiglia.
  "Le righe seguenti esplicitano, e allo stesso tempo giustificano una situazione di intimità che tradisce un sottofondo caldo e affettuoso. Il tono scanzonato e allusivo della cornice in cui è inserito lo scarno resoconto della giornata lascia intravvedere i primi segni della complicità amorosa tra Iulca e Gramsci: «siamo invidiosi che lei possa giocare, mentre noi siamo costretti a fare dei discorsi nei congressi dei cinovniky, a tradurli e a farne le recensioni per i giornali»."

  L'AUTORE – Noemi Ghetti, laureata in Storia greca all'Università di Padova, ha compiuto studi filosofici all'Università di Firenze, città dove ha a lungo insegnato nei licei. Studiosa di storia, di letteratura e di linguistica, collabora con numerose riviste ed è autrice di trasposizioni di classici per reading e drammi musicali. Saggista, ha pubblicato vari volumi tra cui, con le edizioni dell'Asino d'oro, L'ombra di Cavalcanti e Dante (2011) e Gramsci nel cieco carcere degli eretici (2014).

  INDICE DELL'OPERA – Prologo - Parte prima. La cartolina - I. La cartolina a due mani da Ivanovo-Voznesensk - II. Cinque minute per una lettera di Iulca al Professore - III. Un biglietto segreto per Iulca: la parodia de La Croce - IV. L'altra cartolina: Gramsci tra disegno e scrittura - V. «Gryllus pinxit et scripsit»: Gramsci disegnatore e poeta satirico - Parte seconda. Tra politica e cultura - I. Un controrivoluzionario tra i burocrati - II. L'incontro con Lenin e il battesimo del carretto - III. «Il romanzo russo di cui curasti la traduzione colla traduzione» - IV. La stella rossa di Bogdanov - Parte terza. Gli amori - I. «Il terribile Degott» e «la sposa mandata da Lenin» - II. Lenin e le donne - III. Amori controrivoluzionari: «Amor ch'a nullo amato amar perdona» - IV. Eugenia, «una madonna bizantina» - V. Iulca, amore e rivoluzione - Epilogo. Tra utopia e scienza - Indice dei nomi