Gli ultimi libertini |
Benedetta Craveri
IL LIBRO – «Questo libro» annuncia Benedetta Craveri nella Prefazione «racconta la storia di un gruppo di aristocratici la cui giovinezza coincise con l'ultimo momento di grazia della monarchia francese»: sette personaggi emblematici, scelti non solo per «il carattere romanzesco delle loro avventure e dei loro amori», ma anche (soprattutto, forse) per «la consapevolezza con cui vissero la crisi di quella civiltà di Antico Regime ... con lo sguardo rivolto al mondo nuovo che andava nascendo». Sfruttando, infatti, le qualità migliori della loro casta – «la fierezza, il coraggio, l'eleganza dei modi, la cultura, lo spirito, il talento di rendersi gradevoli» –, il duca di Lauzun, il conte e il visconte di Ségur, il duca di Brissac, i conti di Narbonne e di Vaudreuil e il cavaliere di Boufflers non furono soltanto maestri nell'arte di sedurre, ma da veri figli dei Lumi ambirono ad avere un ruolo nei grandi cambiamenti che si preparavano, e dopo il 1789 seppero affrontare le conseguenze delle loro scelte – la povertà, l'esilio, perfino il patibolo – senza mai perdere l'incomparabile panache che li distingueva. A sua volta, con la «grazia somma della cultura, della curiosità, del pensiero, della scrittura magnifica» che le è stata riconosciuta dai critici, e ancor più dai lettori, l'autrice di "Amanti e regine" percorre queste sette vite parallele fino all'evento in cui tutte convergeranno – la Rivoluzione – e dopo il quale ciascuno degli «ultimi libertini» seguirà il proprio destino. DAL TESTO – "Eppure, sebbene modellati sullo stesso stampo, prodotti della stessa «civiltà perfezionata» intenta a commentare senza fine se stessa, i protagonisti di questo libro furono degli irriducibili individualisti. Ciascuno di loro volle forgiarsi un destino a immagine e somiglianza dell'idea che si faceva di sé. Figli della cultura dei Lumi, dotati di una sorprendente energia, ebbero una fiducia illimitata nelle proprie capacità di spaziare dalla politica all'economia, dalla letteratura all'arte, rimanendo in primo luogo dei soldati. Curiosi di tutto, a loro agio ovunque si trovassero, Lauzun, Boufflers, il maggiore dei Ségur, Narbonne, Vaudreuil furono anche grandi viaggiatori, e ne seguiremo le tracce in Africa, in America, in Inghilterra, in Italia, in Germania, in Polonia, in Russia. Non pochi tuttavia furono costretti a prendere atto che il merito personale era un fattore irrilevante per ottenere un posto di comando in cui poter servire il re. Sudditi di una monarchia assoluta avrebbero forse potuto chinare la testa davanti all'arbitrio del favore reale, ma non erano disposti ad accettare che a decidere della propria sorte fossero gli intrighi di corte e lo strapotere dei ministri." L'AUTRICE – Benedetta Craveri vive tra Roma, Parigi e Napoli, dove insegna Letteratura francese all'Università Suor Orsola Benincasa. Presso Adelphi sono apparsi "Madame du Deffand e il suo mondo" (1982), "La civiltà della conversazione" (2001), "Amanti e regine" (2005) e "Maria Antonietta e lo scandalo della collana" (2006). INDICE DELL'OPERA – Prefazione - Il duca di Lauzun - Il visconte Joseph-Alexandre de Ségur - Il duca di Brissac - Il conte di Narbonne - Il cavaliere di Bouffiers - Il conte Louis-Philippe de Ségur - Il conte di Vaudreuil – 1789 - Voltando pagina – Ringraziamenti – Fonti – Bibliografia – Regesto - Elenco delle immagini |