Giovanni Marini, il poeta degli anni di piombo |
Silvio Masullo
IL LIBRO – Nell'edizione 1975 il premio Viareggio per la poesia, opera prima, venne assegnato all'anarchico Giovanni Marini per la raccolta "E noi folli e giusti". In quel momento Marini si trovava in carcere accusato di aver provocato la morte di Carlo Falvella, vice presidente del Fronte Universitario d'Azione Nazionale, nel corso di una rissa in via Velia a Salerno. In favore dell'anarchico, originario di un paesino del Cilento, si mosse un agguerrito movimento, capitanato da Soccorso Rosso Militante e con il supporto di comitati locali e personaggi come Dario Fo, Franca Rame, Camilla Cederna, Pietro Valpreda. Le sue poesie furono recensite, tra gli altri, da Alberto Moravia, Giorgio Caproni, Pietro A. Buttitta. Dopo il carcere l'isolamento dal mondo, l'oblio, la consolazione nella poesia. DAL TESTO – "«Marini ha cominciato a scrivere molti anni prima di essere in carcere, - confermerà nella prefazione il premio Nobel Dario Fo - quindi non è il canto del canarino in gabbia, è il bisogno di fare uscire un momento umano prima ancora dell'angoscia, della disperazione per la situazione in cui è costretto. Questo è importante, altrimenti ci si lascia prendere dal fatto drammatico della condizione di chi sta scrivendo, e non si riesce bene a capire fino in fondo il significato e il valore di queste poesie. Marini non riesce a parlare soltanto di sé, anzi, riesce a parlare soprattutto degli altri, di tutta una condizione che è nelle carceri ma anche di fuori; riesce a capire tutta la tragedia della condizione dell'uomo sfruttato, di cui una, ma non determinante, è quella del carcerato, e quindi questa coscienza fa sì che la sua rabbia non sia una rabbia individuale, ma sia la rabbia di tutto il proletariato di cui è parte». Dario Fo, ma ancora di più la moglie Franca Rame, lo prenderanno a cuore, gli daranno sostegno, mantenendo dei rapporti fino alla morte, al contrario dei tanti che lo dimenticheranno in coincidenza con l'appannamento della vicenda giudiziaria e mediatica. La vicinanza ideologica, la sintonia umana, agevolano naturalmente il giudizio sulle persone ma non è comunque possibile per chiunque disconoscere o negare la qualità di una narrazione poetica." GLI AUTORI – Silvio Masullo lavora al Comune di Lodi come Segretario generale, attività professionale che svolge da trent'anni, in precedenza presso la Provincia di Cremona e i Comuni di Desenzano, Palazzolo sull'Oglio e Carpenedolo. Ha collaborato per diversi anni, in qualità di freelance, con il quotidiano "Il Giorno" e organizzato numerosi eventi e manifestazioni culturali con la presenza di importanti scrittori, giornalisti, divulgatori e personaggi del mondo dello spettacolo. INDICE DELL'OPERA – Prefazione – Prologo - Sacco, terra e cuore - Il trasferimento in città - La poetica: dal simbolismo ungarettiano al flusso di coscienza - L'epilogo – Cronologia - Opere di Giovanni Marini - E noi folli e giusti - Altre opere - Intervista al poeta Giovanni Marini - Ringraziamenti |