Tangentopoli nera |
Mario J. Cereghino - Giovanni Fasanella
IL LIBRO – Quando c'era Lui, il Duce, non solo i treni arrivavano in orario, ma si poteva lasciare aperta la porta di casa, perché l'ordine e la legalità erano così importanti da valere persino il sacrificio della libertà... L'immagine di un potere efficiente e incorruttibile, costruita da una poderosa macchina propagandistica, ha alimentato fino a oggi il mito di un fascismo onesto e austero, votato alla pulizia morale contro il marciume delle decrepite istituzioni liberali. Ma le migliaia di carte custodite nei National Archives di Kew Gardens, a pochi chilometri da Londra, raccontano tutta un'altra storia: quella di un regime minato in profondità dalla corruzione e di gerarchi spregiudicati dediti a traffici di ogni genere. A Milano, Mario Giampaoli, segretario federale del Fascio, e il podestà Ernesto Belloni si arricchiscono con le mazzette degli industriali e con i lavori pubblici per il restauro della Galleria, coperti dall'amicizia col fratello di Mussolini. Il ras di Cremona Roberto Farinacci conquista posizioni sempre più importanti tramite una rete occulta di banchieri, criminali e spie. Diventa così il principale antagonista del Duce, che a sua volta fa spiare i suoi maneggi. Lo squadrista fiorentino Amerigo Dumini tiene in scacco il governo con le carte – sottratte a Giacomo Matteotti dopo averlo assassinato – che provano le tangenti pagate alle camicie nere dall'impresa petrolifera Sinclair Oil. Utilizzando i documenti della Segreteria Particolare di Mussolini e quelli britannici desecretati di recente, gli autori ricostruiscono, con lo scrupolo degli storici e il fiuto degli investigatori, l'intreccio perverso tra politica, finanza e criminalità nell'Italia del Ventennio. E attraverso alcune storie emblematiche che si dipanano col ritmo di una spy story, mostrano i meccanismi profondi e mai completamente svelati delle ruberie, delle estorsioni e degli scandali sui quali crebbe, in pochi anni, una vera e propria Tangentopoli nera. DAL TESTO – "Si racconta [...] di come Giampaoli, quand'era ancora federale, fosse tenuto sotto ricatto da un detenuto per truffe varie, un certo «Ing. Marcier». Questi era stato a sua volta truffato per una somma di 90.000 lire da Corrado Melani, cognato di Giampaoli. Su consiglio del suo avvocato, di nome Ostorero, Marcier aveva minacciato di fame pubblico scandalo. Ma poi, brillante idea sempre del suo legale, aveva fatto sapere al segretario della federazione che si sarebbe accontentato di 50.000 lire per mettere tutto a tacere. Ricevuta la somma, per mostrargli la sua gratitudine, il detenuto, che aveva una passione per la pittura e probabilmente sapeva anche che il narcisismo era uno dei punti deboli del federale, gli aveva dipinto un ritratto e glielo aveva mandato a casa tramite Ostorero. Giampaoli aveva talmente apprezzato il quadro da sentirsi in dovere di ringraziare addirittura per iscritto il suo autore. Il quale aveva gelosamente conservato quel biglietto, convinto – e a ragione - che avrebbe potuto utilizzarlo tutte le volte che ne avesse avuto bisogno." GLI AUTORI – Mario J. Cereghino è un saggista e un esperto di archivi anglosassoni. Fra le sue pubblicazioni più recenti, Lawrence d'Arabia e l'invenzione del Medio Oriente (con Fabio Amodeo) e La scomparsa di Salvatore Giuliano (con Giuseppe Casarrubea). Negli archivi britannici di Kew Gardens ha curato le ricerche storiche per i documentari "Verso la guerra: fermate Mussolini" (Rai3, 2011) e "Perseguits i salvats" (Televisió de Catalunya, Tv3, 2014). INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Fonti archivistiche - Parte prima. La banda Giampaoli e la tangentopoli milanese - L'omicidio Matteotti, una ferita aperta - «Ma il Duce è cieco?» - Farinacci e il ricatto nei confronti dei fratelli Mussolini - Il vaso di Pandora della corruzione - La «squadraccia» Oberdan e la strage alla Fiera - Il controricatto di Gìampaoli - Farinacci contro tutti - Parte seconda. La rete occulta di Farinacci, il «robespierre» in camicia nera - Il ras di Cremona più forte dopo la morte di Arnaldo Mussolini - Il «fratello» Nalbone, «reclutatore» per la rete di Farinacci - Gli amici industriali e banchieri - Varenna&Osio, intelligence e finanza - L'archivio di Arpinati al «fratello» Farinacci - Gli affari di Balbo, De Bono e Scorza - Parte terza. La borsa di Matteotti - Il memoriale di Dumini - Il terrorismo della Ceka e l'azzardo di Dumini - Dumini in mano agli inglesi - La cassaforte libica - Agente di Sua Maestà britannica? - La pietra tombale di Churchill - Epilogo |