Walser. Il fascino, il mistero Stampa E-mail

Franco Restelli - Teresio Valsesia

Walser
Il fascino, il mistero


Pietro Macchione Editore, pagg.236, € 30,00

 

restelli walser  IL LIBRO – Tra gli scenari montani nei quali i Walser hanno fatto di volta in volta la propria casa, se ne riscontrano alcuni che più pienamente appaiono interpretare la scelta elettiva che i Walser fecero di montagne più convenientemente colonizzabili, così che alcune valli sembrano meritare più di altre il nome ad esse rimasto impresso di "Walsertal". Così tra i molti volti che si incontrano nei diversi villaggi Walser lungo il cammino della loro epica migrazione dal Vallese fino al Voralberg, sempre in alto, liberi, nella loro fatica incessante di abitare presso le vette, ve ne sono alcuni che in lievi tratti, una sfumatura degli occhi, un'essenza delle chiome, un intaglio del volto o delle labbra, ma soprattutto il portamento del passo nel salire i monti o l'affinamento di un gesto, come il taglio della segale, meglio rivelano l'essenza di uomini che vengono da molto lontano e che perpetuano in alta montagna la loro identità.
  Ecco perché i ritratti visivi che la fotografia consente di conservare costituiscono un preziosissimo aiuto per la ricostruzione dell'immagine dei Walser. Le case, le stufe, i forni, i fienili, le cappelle, le chiese, le fontane, i telai, le madie, le culle, le vesti, e così via ogni altra cosa che attesti la cultura materiale di questo popolo, sono colti con impulsi che vengono dal cuore, non solo dall'occhio, e trasmettono emozioni e stupori con efficacia e immediatezza. Anche di ciò, questo libro, le cui immagini coprono un arco di oltre vent'anni, è una testimonianza sincera e profonda. Il vecchio bianconero non muore in coloro che apprezzano l'essenza dell'ambiente e della gente più che la cornice suadente ma effimera delle policromie. È una scelta che si addice ai Walser, gente antica plasmata da una storia di sette secoli, maestri di riservatezza e concretezza, lontano dai clamori eclatanti che opprimono la nostra quotidianità.

  DAL TESTO – "I Walser sono soprattutto degli abilissimi costruttori di case, blindate contro le valanghe dal legno più coriaceo del cemento. Dovevano essere forzatamente dei maestri in queste attività ergologiche, altrimenti non sarebbero riusciti a superare i grandi freddi delle alte quote: «Le alpi dai geli infami» come scriveva terrificare Tacito. Sanno adattarsi egregiamente alla «mobilità» e alla flessibilità. Le esigenze del mercato sono severamente imposte dalla sopravvivenza. Il riciclaggio è continuo ed è giocoforza trasformarsi in uomini tuttofare. Così, secondo necessità, diventano minatori, commercianti, contrabbandieri, artigiani, pittori, someggiatori attraverso i valichi alpini e, con l'arrivo degli alpinisti, anche guide, portatori e maestri di sci.
  "Con le loro migrazioni gli alpeggi diventano insediamenti stabili. Dove gli altri montanari riescono a stento a resistere per il breve arco dei mesi estivi, i Walser costruiscono i villaggi, la cui solidità e sicurezza permette di sostenere il peso dei lunghi isolamenti invernali. Sepolti da enormi cumuli di neve, non temono l'ambiente ma lo rispettano con rigore. Anche la più piccola imprudenza ecologica sarebbe fatale. Il pericolo maggiore era quello delle valanghe, che - secondo un detto popolare diffuso in tutte le valli alpine - cadono dove sono già cadute, dove non sono ancora cadute e dove non cadranno mai più. Un'imprevedibilità capricciosa e spesso fatale."

  GLI AUTORI – Nato nel 1941 a S. Cristina di Borgomanero, Teresio Valsesia è giornalista e collaboratore di numerose riviste di alpinismo e natura. Impegnato in prima persona nella conoscenza e nella divulgazione delle montagne e della natura, in più di trent'anni di attività ha tenuto oltre un migliaio di conferenze e proiezioni di diapositive in Italia e all'estero. Numerose le sue pubblicazioni, tra cui si ricordano in particolare: "Macugnaga e il Monte Rosa", 1968 (con G. Burgener); "La Val Grande", 1971; "Cannobio e la Val Cannobina", 1976 (con A. Cavalli); "Il Mottarone", 1978; "Val Grande Ultimo Paradiso", 1997; "La storia camminada", 1999. Ideatore del Camminaitalia, svoltosi per la prima volta nel 1995 e ripetuto nel 1999, è attualmente collaboratore del quotidiano ticinese "Il Giornale del popolo" e responsabile de "Lo Scarpone" e della "Rivista del Club Alpino Italiano".
  Nato nel 1939 ad Albizzate (VA), dove risiede, Franco Restelli si appassionò alla fotografia negli anni Sessanta, durante le prime escursioni in montagna. Iniziò così le sue ricerche in luoghi di grande suggestione naturalistica e ambientale: dal Gran Paradiso allo Stelvio, dalle Dolomiti alle valli Walser, al Sacro Monte di Varese. Nel 1990 ha effettuato una ricerca in terra nepalese, raggiungendo con un lungo trekking il campo base dell'Everest. Socio del Club Alpino Italiano e della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, ha tenuto molte mostre personali e collettive e ha effettuato numerose proiezioni, commentando a viva voce le immagini. Ha pubblicato il volume "Sacro Monte di Varese", 1997 (con Paola Viotto), "Alpi – Alps" (con Teresio Valsesia), "Sacri Monti d'Italia e Svizzera" (con Rosalba Franchi).

  INDICE DELL'OPERA – Saggio introduttivo, di Luigi Zanzi - Il popolo delle Alpi: una civiltà di frontiera - Il mistero delle origini e la grande migrazione medievale - Il primo "quattromila" cercando la valle perduta - Il grande sentiero Walser per ritrovare la storia e la memoria - Ayas - La valle del Lys - Issime - Gressoney Saint Jean - Gressoney La Trinité – Alagna – Rima – Carcoforo – Rimella – Campello Monti – Macugnaga – Salecchio – Formazza – Bosco Gurin – Toponimi – I costumi – Intorno al Monte Rosa – Bibliografia essenziale – Gli autori