La stanza dei libri Stampa E-mail

Giampiero Mughini

La stanza dei libri
Come vivere felici senza Facebook Instagram e followers


Bompiani, pagg.157, € 14,00

 

mughini stanza  IL LIBRO – Per la generazione di Giampiero Mughini, che ha vissuto in pieno gli anni della contestazione, i libri non erano semplicemente libri: erano l'obiettivo e l'emblema della vita stessa. E nelle biblioteche di quei ragazzi, pareti coperte di bianchi dorsi Einaudi o piccole raccolte di testi fondamentali, era racchiusa la loro identità. Così è stato per Mughini, che per i libri ha sempre nutrito una passione smodata e che ora rifiuta il sapere liquido che scorre incessantemente sui nostri schermi. Come può una fruizione bulimica di grosse quantità di nozioni sostituire il rapporto profondo e riflessivo con testi accuratamente scelti, che vivono per molto tempo tra le nostre mani e che diventano parte di noi?

  DAL TESTO – "Lo so di essere fuori dal mio tempo. Ne sono felice. Non sono iscritto a Facebook e non so neppure bene che cosa sia, seppure ci siano sul web dei mascalzoni che spacciano dei profili falsi come se fossi io a gestirli. Mai una volta nella vita mi è venuto in mente di scrivere un tweet e mandarlo in giro, nell'idea che a qualcuno interessasse una mia opinione su come va il mondo. Reputo indecente l'uso e l'abuso dell'espressione "amici" a includervi chi ha cliccato un "mi piace" sui social a proposito di un tuo articolo. Gli amici che ho avuto nella mia vita li posso enumerare tutti quanti usando le dita delle mani, e neppure tutte e dieci. Non ho mai cliccato un "mi piace" in vita mia. Se leggo qualcosa che mi piace e conosco l'e-mail o il numero di cellulare di chi l'ha scritto, gli mando due righe a congratularmi. Lo faccio spesso con Aldo Cazzullo, con Pietrangelo Buttafuoco, con Malcom Pagani, con Roberto Beccantini, con Mattia Feltri e sua moglie Annalena.
  "Adesso, il primo minchione o la prima sciacquetta che passano e ripassano sullo schermo televisivo vantano ciascuno centinaia di migliaia di followers. A un bravo giornalista italiano, e per giunta mio amico, che durante una trasmissione televisiva vantava con gran cipiglio nientemeno che "seicentomila followers", ho ricordato che Giovanni Verga in vita sua aveva venduto in tutto poche centinaia di copie dei suoi romanzi, fra i più importanti della letteratura italiana moderna. Italo Svevo, se è per questo, ne aveva vendute alcune decine. Ho scritto una lettera privata perplessa a un mio amico che non sentivo più da anni, e di cui mi aveva stupito una richiesta a entrare nel giro dei suoi "amici" su LinkedIn, una rete di contatti professionali di cui non so nulla, ma che immagino sia una gigantesca vetrina in cui ciascuno promuove ed esalta spasmodicamente se stesso. Il mio amico, che da così tanto tempo era muto nei miei confronti, s'è subito scusato dicendo che quella richiesta era partita automaticamente dal network, non era lui che me l'aveva fatta. Altro che privatezza, quando c'è di mezzo un social."

  L'AUTORE – Giampiero Mughini, giornalista e scrittore, vive a Roma, dove custodisce nella sua casa un patrimonio culturale di inestimabile valore. Ha scritto, fra l'altro, "Compagni, addio" (Mondadori, 1987), "A via della Mercede c'era un razzista" (Rizzoli, 1991), "La ragazza dai capelli di rame" (Rizzoli, 1993), "Il grande disordine" (Mondadori, 1998), "E la donna creò l'uomo" (Mondadori, 2006), "La collezione. Un bibliofolle racconta i più bei libri italiani del Novecento" (Einaudi, 2009). Grande tifoso juventino, nel 2008 è uscito per Mondadori il suo "Juve. Il sogno che continua".

  INDICE DELL'OPERA - Una parete a incavo, completamente vuota - Pagine che grondano sangue - Futuristi, addio - Qualche libro bellissimo e inusueto – Il "salto Cassina" alla sbarra, che commozione - Per capire meglio