Le sfide della diplomazia internazionale |
Stefano Cera
IL LIBRO – Come si sviluppano i conflitti nell'arena della politica internazionale? E quali sono i meccanismi e le dinamiche che determinano la loro escalation? Esistono modalità «alternative» (all'uso della forza) per la loro risoluzione? E quali spazi ci sono per l'intervento della comunità internazionale? Queste sono alcune delle domande rispetto alle quali il volume cerca di fornire spunti di riflessione e risposte, attraverso la «lettura» dal punto di vista storico e la «rilettura» secondo le teorie e le tecniche della trasformazione dei conflitti, di due importanti crisi degli ultimi anni: il conflitto nel Darfur e la guerra in Cecenia. Il conflitto nella regione occidentale del Sudan viene conosciuto a livello internazionale solo a partire dal 2003 (è stato definito «il disastro umanitario più grave del mondo»). In realtà esso è la conseguenza di una dinamica che si protrae da molto tempo e che ancora nasconde aspetti controversi sul ruolo dei protagonisti (il governo di Khartoum, le milizie arabe dei janjaweed, i movimenti di opposizione), anche rispetto alle prospettive negoziali in vista di una soluzione alternativa. Il conflitto in Cecenia segue parimenti una dinamica storica (le secolari tensioni tra russi e ceceni) e costituisce un tratto caratteristico della regione caucasica. Esso raggiunge il culmine dell'escalation dopo la fine dell'Unione Sovietica. In questo quadro sono avvenuti negli ultimi anni due sequestri che hanno segnato la svolta nel conflitto: quello del teatro Dubrovka a Mosca (ottobre 2002) e quello della scuola di Beslan (settembre 2004). DAL TESTO – "Il termine escalation si afferma nei paesi anglosassoni a partire dagli anni '50-'60, durante il periodo della Guerra Fredda: con esso viene definito il processo attraverso il quale il conflitto cresce rispetto a due elementi significativi: l'intensità (in termini di risorse materiali ed emozionali investite dalle parti e di durata nel tempo) e la violenza. Tale processo non è continuo ma caratterizzato da soglie, da salti di qualità, superate le quali il conflitto mostra caratteristiche «nuove» rispetto al livello precedente (un classico esempio è l'uso delle armi nel corso di una controversia internazionale, che pone fine ai tentativi della diplomazia). Ogni soglia rappresenta un limite per gli attori coinvolti nel conflitto, superato il quale risulterà difficile tornare indietro al livello precedente. L'AUTORE – Stefano Cera, formatore, collabora alle attività del corso Negoziazione e Conciliazione (Pontificia Università Gregoriana). Si occupa di risoluzione alternativa delle controversie in ambito internazionale, politico, sociale, commerciale, familiare (teorie e tecniche di trasformazione dei conflitti, principi e tecniche di negoziazione, mediazione e conciliazione), dell'educazione alla pace e della formazione sulle competenze comunicative e relazionali. Docente e relatore di programmi di formazione e aggiornamento, fra gli altri, del CoESPU (Centro di Eccellenza per le Stability Police Units), del CASD (Centro Alti Studi della Difesa), e SSAI (Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno). Coautore del volume "Gli istituti alternativi alla giurisdizione ordinaria", di prossima pubblicazione. INDICE DELL'OPERA - Prefazione — Introduzione — 1. Il concetto di escalation: 1.1. Gli elementi dell'escalation - 1.1.1. La creazione dell'immagine del nemico - 1.2. Il modello teorico del concetto di escalation - 1.3. Gli errori compiuti nella gestione dell'escalation - 1.3.1. La necessità della prevenzione. — 2. Il conflitto nel Darfur: 2.1. Introduzione - 2.1.1. La situazione nel Sudan - 2.1.2. Il Darfur 2.2. Gli anni '80-'90 - 2.2.1. L'arabismo - 2.2.2. La risposta delle etnie africane: il Libro Nero - 2.2.3. Gli scontri con le popolazioni africane - 2.3. Le milizie dei janjaweed - 2.4. I ribelli - 2.4.1. Il Sudan Liberation Army/Movement (SLA/M) - 2.4.2. Justice and Equality Movement (JEM) - 2.4.3. Valutazione d'insieme dei movimenti d'opposizione - 2.5. La posizione del governo - 2.5.1 La guerra - 2.6. Le caratteristiche del conflitto - 2.6.1. Divisioni all'interno dei movimenti ribelli - 2.6.2. Influenze interne - 2.6.3. Influenze esterne - 2.7. Conseguenze del conflitto - 2.8. Le opportunità per la soluzione diplomatica - 2.8.1. I tentativi negoziali a livello locale - 2.8.2. La mediazione del Chad - 2.8.3. I negoziati sotto l'egida dell'Unione Africana - 2.8.4. Le condizioni per rendere efficace il negoziato - 2.9. La risposta internazionale - 2.9.1. La missione di pace dell'Unione Africana - 2.9.2. L'approccio dei principali paesi alla crisi del Darfur - 2.9.3. L'approccio delle Nazioni Unite - 2.9.4. Le possibilità alternative - 2.10. Il Darfur Peace Agreement - 2.10.1. Il settimo round dei colloqui di Abuja (dal novembre 2005) - 2.10.2. Termini dell'accordo - 2.10.3. Valutazione d'insieme - 2.10.4. Le conseguenze della mancata firma da parte di tutte le forze ribelli - 2.10.5. La questione della presenza di truppe ONU - 2.11. Conclusione: Rappresentazione dello schema negoziale dal febbraio 2003. — 3. L'escalation della questione cecena: i sequestri di ostaggi del teatro Dubrovka e della scuola di Beslan: 3.1. Introduzione - 3.1.1. Introduzione «storica» del conflitto in Cecenia - 3.1.2. Introduzione «tecnica»: Le crisi con sequestro di ostaggi - 3.2. La prima guerra cecena - 3.2.1. Il sequestro degli ospedali a Budjonnovsk e Kizlyar - 3.2.2. La fine della guerra - 3.3. La seconda guerra cecena - 3.3.1. Il governo di Mashkadov - 3.3.2. Gli attentati dell'estate 1999 - 3.4. La questione cecena - 3.4.1. La struttura sociale cecena - 3.4.2. I protagonisti della scena politica cecena - 3.4.3. Le caratteristiche del terrorismo ceceno - 3.4.4. La politica di Putin - 3.4.5. Le opportunità per il dialogo - 3.5. Le caratteristiche del conflitto - 3.5.1. La questione cecena è un conflitto etnico - 3.5.2. Il conflitto politico - 3.5.3. La cause interne - 3.5.4. L'internazionalizzazione del conflitto ceceno - 3.5.5. La creazione dell'immagine del nemico da parte russa - 3.6. Il sequestro del teatro Dubrovka - 3.6.1. Cronologia degli eventi - 3.6.2. Il commando ceceno - 3.6.3. La posizione del governo russo - 3.6.4. Valutazione della soluzione di forza - 3.6.5. Valutazione della mancata soluzione negoziata - 3.6.6. Elementi che avrebbero potuto favorire una soluzione diversa - 3.6.7. Conclusioni su Dubrovka - 3.7. Il sequestro della scuola di Beslan - 3.7.1. Il periodo tra Dubrovka e Beslan - 3.7.2. Cronaca del sequestro - 3.7.3. Il commando dei terroristi - 3.7.4. Posizione del governo russo - 3.7.5. Valutazione della soluzione di forza - 3.7.6. Valutazione della mancata soluzione negoziata - 3.7.7. Conclusioni su Beslan - 3.8. Valutazioni complessive sui due casi - 3.8.1. Separatisti ceceni: Punti in comune ed elementi di differenza tra Dubrovka e Beslan - 3.8.2. L'escalation nel conflitto ceceno - 3.8.3. La natura del negoziato a Dubrovka e Beslan - 3.9. La situazione politica cecena dal 2004 - 3.9.1. L'uccisione di Mashkadov - 3.9.2. Il dopo-Mashkadov - 3.9.3. La morte di Basaev - 3.9.4. Le opportunità future. — 4. Valutazione d'insieme dei due casi di studio: 4.1. Elementi in comune - 4.2. Principali differenze — Bibliografia — Sitografia rilevante |