La masseria Stampa E-mail

Giuseppe Bufalari

La masseria

Hacca Edizioni, pagg.400, € 17,00

 

bufalari masseria  IL LIBRO – Alcuni anni fa l'assistente sociale Giuseppe Bufalari fu inviato con una delicata missione in partibus infidelium: ossia a preparare il tribale agglomerato umano vivente all'ombra di una lontana masseria lucana alle magnifiche sorti della riforma e del progresso. Il Bufalari andò, insegnò, ma molto di più apprese per conto suo: apprese quale profondo contatto con la natura fosse presente in quei sottouomini ligi a superstizioni d'ogni genere e a stregonerie non contraddette dal persistente culto del quasi onnipotente San Rocco. Ora che la masseria non c'è più e su quel luogo è un grande bacino idrico; ora che quei regali miserabili stentano la vita in pianura, forse protetti e assistiti ma privi della magica pelle di capra (la melogna) necessaria alle fatture, lontani dai benefici genii dei loro lari (i "mummacielli") e privati, insomma, d'ogni per loro comprensibile ragione di vita, il Bufalari in un libro ch'è a mezza via tra il romanzo e il documentario - La masseria - ci racconta quella sua esperienza e scrive mostrando di aver compreso che ogni acquisto dell'uomo, ogni avanzamento del progresso è pagato da equivalenti perdite, anche se queste non appartengono alla sfera dell'economia.
  "Il mondo che Bufalari fece in tempo a "fotografare" – scrive Andrea Di Consoli nel saggio introduttivo - era un mondo sì chiuso, ma alla maniera del cerchio, e dunque perfetto; ogni cosa era spiegata e aveva un ordine, un posto sicuro, un senso in assoluto. [...] Eppure fu la tenaglia della democrazia e del benessere a spazzare via quel mondo" chiuso alla storia"; un mondo che Bufalari ci restituisce con descrizioni commoventi e che risultano quasi impossibili e infinitamente struggenti per quanti, ancora in vita, ebbero in sorte di crescere in quel mondo."

  DAL TESTO – "Nel prato ardeva un grosso fuoco, pieno di scintille e di fumo; ai lati i Torraca avevano piantato due grossi pali a forcella; sul fuoco c'erano due caldaie piene d'acqua, avvolte nel fumo. Più là Filomena puliva il piano di legno dove si sarebbe ammazzato il maiale. Il giorno e la luna erano propizi; il Barbanera aveva stabilito benefici influssi e tempo buono. Vedevo il piano di legno ben levigato, pulito. Filomena ci aveva buttato una caldaia d'acqua bollente e aromatica che spandeva un odore acuto, mentre fumava imbevendo il banco. Rina avvertì che l'acqua bolliva. Il porco fu tirato fuori e trascinato verso il pancone. Raniero gli abbracciava il collo, lo esortava a star buono. – Su Nannarella, su. - Il porco si chiamava Nannarella. Fu condotto di fianco al pancone, nonostante i suoi violenti scarti e i suoi grugniti. Lo prendemmo in cinque e lo mettemmo di fianco, sul banco profumato."

  L'AUTORE – Giuseppe Bufalari è nato a Firenze nel 1927. Insegnante elementare, prima in provincia di Potenza, poi a Porto Ercole, infine a Firenze. L'esordio nella scrittura avviene con "La masseria" (Lerici, 1960), tradotto in diverse lingue e vincitore del Premio Salento opera prima. Il secondo romanzo, "La barca gialla" (Einaudi, 1966 - Giunti, 2000), ottiene il Premio Rapallo e il riconoscimento del Premio Andersen come miglior libro italiano, e diviene un film per la Rai. Seguiranno diversi libri per ragazzi, alcuni sotto lo pseudonimo di L. Soldan, pubblicati in Italia e all'estero. Vive a Firenze, nel rione S. Croce.

  INDICE DELL'OPERA - La masseria di Giuseppe Bufalari, il romanzo-reportage di un passaggio epocale, di Andrea Di Consoli - La masseria - Bufalari e le belle scarpe scomode della Riforma, di Antonio Celano