Italia 1866. Storia di una guerra perduta e vinta Stampa E-mail

Hubert Heyriès

Italia 1866
Storia di una guerra perduta e vinta


il Mulino, pagg.347, € 25,00

 

heyries 1866  IL LIBRO – Dichiarata all'Austria da Vittorio Emanuele II il 20 giugno 1866 e conclusa il 3 ottobre con la pace di Vienna, la terza guerra d'indipendenza è stata a lungo sostanzialmente identificata con due sconfitte: quella di terra a Custoza il 24 giugno, e quella sul mare a Lissa il 20 luglio, appena temperate dall'effimero successo di Garibaldi a Bezzecca. Ciò ha relegato in secondo piano il fatto che con l'acquisizione del Veneto essa costituì una tappa fondamentale del processo di unificazione. Una guerra insomma al tempo stesso «perduta e vinta», che il libro affronta sotto una luce nuova, riportando al centro lo svolgimento concreto della campagna militare e l'esperienza dei soldati che la combatterono.

  DAL TESTO – "L'Italia, in effetti, condusse una guerra veramente nazionale. Gli effettivi mobilitati furono considerevoli, giungendo fino a superare i 500.000 uomini nell'agosto 1866, cioè tanto quanto gli effettivi dell' esercito francese ma con una popolazione grande la metà. Tutte le regioni contribuirono allo sforzo nazionale e la comunione patriottica si sparse da nord a sud e da est a ovest, come rivelano gli elenchi pubblici di donazioni, onori e premi, elargiti dalle collettività locali e dai singoli cittadini. Un vero culto dei caduti interessò l'Italia fin dagli anni Settanta dell'Ottocento. Poco poté sfuggire alla strumentalizzazione patriottica della guerra, da parte di una sorta di iconografia sacrificale e della letteratura nazional-patriottica.
  "La sconfitta militare venne così trasfigurata in «sconfitta gloriosa». Si fece appello alla «riscossa», che dovette passare dall'irredentismo e dal suo corollario, la Grande Guerra, considerata alla stregua di una Quarta guerra d'indipendenza, o perlomeno presentata come tale dagli interventisti e dai nazionalisti italiani. Il fascismo recuperò anche la vittoria di Bezzecca per esaltare la ritrovata natura militare del popolo italiano. Così, la disfatta militare del 1866 e il bisogno di cancellare le stigmate di una vittoria ritenuta immeritata servirono da fondamento storico memoriale sul quale si sarebbe costruita la nazione italiana, come avvenne per l'Austria, col disastro di Sadowa il 3 luglio 1866, per la Francia con l'année terrible del 1870-1871, o anche per la stessa Germania con i conflitti mondiali conclusi nel 1918 e nel 1945."

  L'AUTORE – Hubert Heyriès, storico militare, insegna nell'Università Montpellier III. Autore di alcuni volumi su Garibaldi e il garibaldinismo, da ultimo ha pubblicato «Les travailleurs militaires italiens en France pendant la Grande Guerre» (2014).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - I. Una guerra di nazioni in gestazione (1. La questione italiana - 2. La questione tedesca - 3. La questione d'Oriente e le minoranze dell'impero austriaco) - II. Il gioco della diplomazia (1. Un'accelerazione della storia - 2. L'alleanza italo-prussiana - 3. Il fallimento della diplomazia) - III. Sulle ali dell'entusiasmo (1. La strategia della tenaglia - 2. La superiorità militare - 3. Il sentimento di superiorità morale) - IV. Cattive impressioni e presentimenti (1. I punti deboli delle forze armate - 2. La fragilità degli uomini - 3. L'assenza di coesione al comando) - V. Sconfitte impreviste (1. Custoza - 2. Dall'abbattimento alla reazione - 3. Lissa) - VI. Una vittoria inutile (1. La guerra sulle Alpi - 2. Condizioni estreme - 3. La vittoria sacrificata) - VII. Una vittoria controversa (1. La rinuncia - 2. La disfatta morale - 3. La difficile marcia verso la pace) - VIII. Una sconfitta sublimata (1. Il tempo del rifiuto - 2. Il tempo della catarsi - 3. Il tempo delle polemiche) - IX. Flusso e riflusso della memoria (1. Una comunità nazionale - 2. L'esaltazione patriottica - 3. Un lento processo di «neutralizzazione» memoriale) – Conclusioni – Note – Carte – Bibliografia - Indice dei nomi