Solitudine bianca |
Reinhold Messner
IL LIBRO – Nanga Parbat è una parola sanscrita e significa "montagna nuda". I più grandi alpinisti hanno perso la vita sui poderosi ghiacciai e sugli speroni di roccia di questo Ottomila, il più temuto fra tutti. Nel 1970 per la prima volta Reinhold Messner si è trovato di fronte alla "montagna nuda". Anche se alla fine ne ha realizzato la traversata, da tutti ritenuta impossibile, si è allontanato dal Nanga sconfitto: il fratello Gunther venne infatti travolto da una valanga durante la discesa e solo nella primavera del 2004 l'analisi del DNA di un osso ritrovato sulla montagna ha dimostrato che effettivamente il fratello ha perso la vita alla base della parete Diamir, dopo la traversata compiuta da entrambi, come Messner ha sempre affermato. Per questo nessun'altra montagna come il Nanga Parbat rappresenta per Reinhold Messner l'indissolubile legame fra dolore e destino. Vi ritorna spesso, per cercare il fratello e trovare risposte alle sue domande e nel 1978 realizza l'impresa più ardita di tutta la sua carriera alpinistica: la solitaria alla vetta. "Solitudine bianca" è il racconto personalissimo di Reinhold Messner sul Nanga Parbat, la montagna che lo ha reso ciò che è. DAL TESTO – "Da due ore arrampico sul ghiaccio verticale. Non sono veloce, ma costante. Non mi fermo a fare soste. Sono appena passate le sette. Devo tenermi sulla destra per raggiungere la cascata di ghiaccio che sta fra la grande colata e la parete Mazeno. Senza assicurazione, solo con ramponi e piccozza, sul tratto centrale dove è precipitata una slavina supero una parete di ghiaccio praticamente verticale di circa 15 metri. «E da lì come dovrei scendere?». Ma dal canale di ghiaccio devo uscire. Di nuovo ho di fronte una meringa. È lunga almeno 100 metri, in alcuni punti strapiomba. Come una scarpata chiude la parete sopra di me. E io non riesco a vedere oltre. Quindi non so se si può andare avanti." L'AUTORE – Reinhold Messner, nato nel 1944 a Funes in Alto Adige, è ritenuto l'alpinista e 1'«avventuriero» più famoso dei nostri tempi. Ha realizzato un centinaio di «prime», ha salito tutti i quattordici Ottomila e ha attraversato a piedi l'Antartide e la Groenlandia, il Tibet e il deserto del Taklamakan. È stato parlamentare europeo per il gruppo dei Verdi. Attualmente è impegnato nella realizzazione del Messner Mountain Museum, un progetto di museo di montagna unico al mondo. Altre notizie sull'autore: www.reinhold-messner.de. Altro volume dello stesso autore pubblicato da Priuli & Verlucca Editori nella collana 'campo/quattro' è "Tempesta sul Manaslu". INDICE DELL'OPERA - La montagna del destino (L'ombra lunga del Nanga Parbat) – Tragedia (L'orrore della morte - La consapevolezza di essere già morto una volta) – Trauma (La tragedia di chi sopravvive - Accuse e calunnie) – Canaglia (L'equivoco dei benpensanti) - Le ricerche (Finalmente si parla della montagna - Spedizione di ricerca al Nanga Parbat) – Morire (Il mio secondo Ottomila - Il mondo del ghiaccio e delle tempeste - In montagna con Uschi) – Nanga (Un uomo e un Ottomila - Spedizione pesante - Ancora un fallimento) – Tike (Nessun morto alla forcella Merkl - Solitudine nera – Inshalla) – Diamir (Vivere il sogno – Solitaria - La notte delle lunghe ombre - Mollare gli ormeggi - Solitudine bianca - Voci sconosciute - In solitaria - Protetto dal ghiaccio - Non poter dire nulla - Incontro alla morte - Essere solo) – Rupal (A proposito di ambizione, follia e fortuna - Sesso con la morte) – Vendetta (Dov'è Günther?) – Storia (1932-1939: le grandi tragedie - Di nuovo alcuni dati - Sguardo retrospettivo critico) – Buhl (La «conquista» del 1953) – Kinshofer (Successo sul versante Diamir) – Fatti (Tre tentativi e due successi sulla parete Rupal – Epilogo - Le sorti alterne degli ultimi anni) – Invenzioni (Pre-giudizio - L'unico testimone - Estratti dall'intervista pubblicata su «ff» - Un caso esemplare, come nasce una storia falsa) – Cronologia (Nanga Parbat cronologia (1841-2008) - Alpinisti sul Nanga Parbat, dalla A alla Z) - Referenze bibliografiche |