Un mese e mezzo in Afghanistan Stampa E-mail

Cristina Buonacucina

Un mese e mezzo in Afghanistan
La prima donna soldato ferita in Aghanistan si racconta

a cura di Paola Chiesa

in edibus, pagg.100, € 15,00

 

buonacucina afghanistan  IL LIBRO – Cristina Buonacucina è una ragazza coraggiosa, una che non ha paura ad affrontare le difficoltà della vita. La sua vicenda personale è il paradigma di tante storie di donne e uomini che hanno scelto quella militare come la professione della loro vita. Una sfida che è partita la sera in cui, per la prima volta, in caserma, ha sentito le note del Silenzio ed è continuata nelle polverose piste dell'Afghanistan. Anche lei, come tanti altri soldati, ha trovato una ragione ideale per essere lì, rinunciando agli affetti ed accettando il rischio di non tornare.
  A distanza di quattro anni ha deciso di raccontarsi a Paola Chiesa e lo ha fatto in tutta sincerità, dimostrando che la speranza può nascere anche dalla sofferenza.

  DAL TESTO – "La prima volta che sono uscita dalla base ho pensato: "Ho fatto tanto addestramento ma, qui, è come se non l'avessi mai fatto". La testa sì, era pronta per quel lavoro, ma lo scenario totalmente diverso.
  "Dovevo entrare nell'ottica di com'era la terra afghana. Per forza. Qualsiasi cosa, mi hanno insegnato, poteva essere un segnale, un pericolo. Dovevo stare attenta a tutto. A tutto.
  "Nel Lince ero posteriore sinistro dietro al guidatore. La maggior parte delle volte le posizioni occupate sul mezzo erano fisse. Non lo erano in occasione di trasferimenti con bagagli ma, al massimo, c'era un'inversione di posti da destra a sinistra. Non altro."

  L'AUTRICE – Cristina Buonacucina, nata a Foligno nel 1983, si arruola come VFP1 nel 2005. Dopo l'addestramento ad Ascoli Piceno, è assegnata come Caporale a Bolzano al 4° Reggimento A.V.E.S. "Altair". È fra le prime cinque donne inserite nel Reggimento, fino ad allora prettamente maschile. Nel 2008 vince il concorso per VFP4. Di nuovo ad Ascoli Piceno e poi il trasferimento al 32° Reggimento Genio Guastatori di Torino. Ottiene la qualifica di MINEX, cioè di mini artificiere. Parte per l'Afghanistan nel marzo 2010 ed è promossa Caporale Maggiore. Il 17 maggio 2010, nella località Mangan, mentre si recava a Bala Murghab a bordo di un Lince, è gravemente ferita dall'esplosione di un ordigno improvvisato nella quale persero la vita Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio. È la prima donna soldato italiana ferita in Afghanistan.

  LA CURATRICE - Paola Chiesa, nata a Pavia nel 1979, consegue due lauree presso l'Università degli Studi di Pavia. Docente e studiosa di storia locale, ha al suo attivo venti pubblicazioni sulla memorialistica dei soldati lombardi nella Seconda Guerra Mondiale. Ha inoltre curato "La Patria chiamò" (Mursia, 2011), autobiografia dell'Alpino Luca Barisonzi, ferito gravemente in Afghanistan. Da nove anni ha accesso al Comando Militare Esercito Lombardia e agli Archivi del Centro Documentale di Milano, ex Distretto Militare. È stata insignita, in Vaticano, del Premio Internazionale "Giuseppe Sciacca" 2012, Sezione Scienze Storiche. Nel luglio 2013 è stata "embedded" in Afghanistan a fianco dei nostri militari italiani.

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione, del Generale di Divisione Claudio Berto (già Comandante di RCW Herat) – Introduzione, di Paola Chiesa - Capitolo primo. Sanità e divisa: i sogni più grandi - Capitolo secondo - L'arrivo ad Ascoli Piceno - Capitolo terzo. Le prime donne a Bolzano - Capitolo quarto. Il 32° Reggimento Genio Guastatori - Capitolo quinto. Destinazione Afghanistan - Capitolo sesto. La prima discussione - Capitolo settimo. La sera prima delle partenze - Capitolo ottavo. L'arrivo a Herat - Capitolo nono. Dentro la base - Capitolo decimo. Gli afghani - Capitolo undicesimo. Sono stata addestrata ad allenare gli occhi - Capitolo dodicesimo. Il rapporto con i compagni - Capitolo tredicesimo. La prima volta fuori dalla base - Capitolo quattordicesimo. I villaggi afghani - Capitolo quindicesimo. "Adesso siamo tutti morti" - Capitolo sedicesimo. Sotto attacco - Capitolo diciassettesimo. «Ti taglio la gola» - Capitolo diciottesimo. Le chiamate a casa - Capitolo diciannovesimo. Le donne afghane - Capitolo ventesimo. L'esercito afghano - Capitolo ventunesimo. Qualcosa doveva succedere - Capitolo ventiduesimo. Ricordo tutto - Capitolo ventitreesimo. Massimiliano e Luigi - Capitolo ventiquattresimo. Il mio angelo custode - Capitolo venticinquesimo. Quel triste compito - Capitolo ventiseiesimo. «Papà, sei arrabbiato con me?» - Capitolo ventisettesimo. Le visite istituzionali - Capitolo ventottesimo. «Te l'avevo detto!» - Capitolo ventinovesimo. Gli amici di sempre - Capitolo trentesimo. Rita - Capitolo trentunesimo. Disponibilità a 360° - Capitolo trentaduesimo. La stanza delle miracolate - Capitolo trentatreesimo. I mondiali del 2010 - Capitolo trentaquattresimo. La piemontese - Capitolo trentacinquesimo. Facebook - Capitolo trentaseiesimo. Ziva - Capitolo trentasettesimo. Il "vecchio" - Capitolo trentottesimo. «Forza, in piedi!» - Capitolo trentanovesimo. La mia "spalla" - Capitolo quarantesimo. Come volete che mi senta? - Capitolo quarantunesimo. Rifarei il mio lavoro - Immagini