Le forme del sacro. La performance nel rito romano Stampa E-mail

Luigi Martinelli

Le forme del sacro
La performance nel rito romano


Cavinato Editore International, pagg.252, € 16,00

 

martinelli forme  IL LIBRO – "Le forme del sacro. La performance nel rito romano" è lo sviluppo ulteriore della tesi di laurea che l'autore ha discusso nel 2011 presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. Lo studio di Luigi Martinelli si inserisce idealmente nella discussione sulle forme del rito romano, sviluppatasi nella chiesa cattolica in seguito alla pubblicazione del motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Lo fa cercando di inquadrare la questione in un'ottica nuova e originale, vale a dire applicando allo studio delle forme del rito cattolico gli strumenti di analisi messi a punto da Victor Turner e Richard Schechner nel campo dell'antropologia della performance. Qualsiasi forma di rito, infatti, è anche "performance", vale a dire azione concertata di natura relazionale in un contesto comunitario. Per questo motivo, proprio uno studio degli aspetti performativi di un rito può contribuire ad indagarne a fondo l'efficacia, in relazione ai presupposti e agli obiettivi dichiarati. Nel caso specifico, per motivi storici, l'indagine si svolge operando un confronto sinottico tra la forma straordinaria e quella ordinaria del rito romano, nell'intento di evidenziare elementi di continuità e discontinuità tra le due forme, e punti di forza e criticità di ognuna di esse.
  Scrive Mons. Nicola Bux nella Prefazione: "L'opera, che è lo sviluppo ulteriore della tesi di laurea dell'autore presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, permette di constatare, come anche al di fuori dei seminari, delle facoltà teologiche e degli uffici liturgici si assista ad un rinnovato interesse nei confronti della liturgia, specialmente tra i giovani, in particolare verso quelle forme tradizionali che la Santa Chiesa ha conservato e trasmesso fino ai giorni nostri. Un tale fermento culturale è la condizione ideale per lo sviluppo di quel Nuovo Movimento Liturgico teso a recuperare la ricchezza del patrimonio rituale cristiano per ristabilire il senso del sacro e del mistero nella liturgia cattolica."

  DAL TESTO – "La verticalità del rito è data anche dal fatto che la celebrazione del sacrificio eucaristico non è di natura comunitaria, ma è celebrazione ministeriale del sacerdozio sacramentale, infatti è solo il sacerdote che detiene il potere consacratore. I frutti della Messa si realizzano, anche in assenza di popolo, per i meriti di Colui che è il capo del corpo, che è la Chiesa, attraverso la ricaduta benefica che ha la celebrazione, come la morte del Venerdì santo, sull'universo intero. Comunque, anche se il rito può essere celebrato in privato, non lo vuole essere in senso assoluto, da un lato perché il ministro ordinato non celebra per sé, ma per tutti i fedeli che appartengono al corpo mistico di Cristo, dall'altro perché la Chiesa stessa ha sempre consentito la presenza dei fedeli alla Messa così che essi «offrono il Sacrificio non soltanto per le mani del sacerdote, ma, in un certo modo, anche insieme con lui, e con questa partecipazione anche l'offerta fatta dal popolo si riferisce al culto liturgico»."

  L'AUTORE – Luigi Martinelli è nato a Brescia nel 1987. È laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. I suoi campi di ricerca ed interesse sono l'antropologia, la storia del cristianesimo, gli aspetti religiosi nella storia del teatro e della performance. È ideatore e organizzatore di eventi culturali.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Mons. Nicola Bux - Introduzione - Liturgia e performance (1.1. Il rito: necessità dell'uomo - 1.2. La performance rituale - 1.3. Approcci performativi al rito - 1.4. Tra rito e teatro) – La performance nel rito romano (2.1. Un rito due forme - 2.2. Elementi performativi nel rito romano) - Il rito romano nella forma straordinaria (3.1. Contesto storico - 3.1.1. La restaurazione di Pio V - 3.1.2. Le ragioni della restaurazione - 3.2. Obiettivi della forma straordinaria - 3.2.1. Rinnovare il sacrificio della Croce - 3.2.2. Verticalità: dalla terra al cielo - 3.2.3. L'esperienza del Mistero - 3.3. Esito performativo degli obiettivi - 3.3.1. Drammaturgia - 3.3.2. Il suono: la voce, il canto, il silenzio - 3.3.3. Lo spazio - 3.3.4. Il corpo: azioni, gesti, movimenti – 3.4. Declino performativo della liturgia antica. Dal Vetus al Novus) - Il rito romano nella forma ordinaria (4.1. Contesto storico - 4.1.1. La riforma liturgica - 4.2. Obiettivi della forma ordinaria - 4.2.1. Imbandire la mensa per dare istruzione e ristoro – 4.2.2. Orizzontalità: una celebrazione comunitaria - 4.3. Esito performativo degli obiettivi - 4.3.1. Drammaturgia - 4.3.2. Il suono: la voce, il canto, il silenzio - 4.3.3. Lo spazio - 4.3.4. Il corpo: azioni, gesti, movimenti - 4.4. Dal moderno al post-moderno e oltre) - Conclusione - Fedeli attori / fedeli spettatori (1. I nemici irriducibili - 2. La filiazione - 3. Divergenze parallele - 4. La liturgia nell'epoca dello spettacolo 'debordante') - Bibliografia - Linkografia