Le forme del sacro. La performance nel rito romano |
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Luigi Martinelli
DAL TESTO – "La verticalità del rito è data anche dal fatto che la celebrazione del sacrificio eucaristico non è di natura comunitaria, ma è celebrazione ministeriale del sacerdozio sacramentale, infatti è solo il sacerdote che detiene il potere consacratore. I frutti della Messa si realizzano, anche in assenza di popolo, per i meriti di Colui che è il capo del corpo, che è la Chiesa, attraverso la ricaduta benefica che ha la celebrazione, come la morte del Venerdì santo, sull'universo intero. Comunque, anche se il rito può essere celebrato in privato, non lo vuole essere in senso assoluto, da un lato perché il ministro ordinato non celebra per sé, ma per tutti i fedeli che appartengono al corpo mistico di Cristo, dall'altro perché la Chiesa stessa ha sempre consentito la presenza dei fedeli alla Messa così che essi «offrono il Sacrificio non soltanto per le mani del sacerdote, ma, in un certo modo, anche insieme con lui, e con questa partecipazione anche l'offerta fatta dal popolo si riferisce al culto liturgico»." L'AUTORE – Luigi Martinelli è nato a Brescia nel 1987. È laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. I suoi campi di ricerca ed interesse sono l'antropologia, la storia del cristianesimo, gli aspetti religiosi nella storia del teatro e della performance. È ideatore e organizzatore di eventi culturali. INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Mons. Nicola Bux - Introduzione - Liturgia e performance (1.1. Il rito: necessità dell'uomo - 1.2. La performance rituale - 1.3. Approcci performativi al rito - 1.4. Tra rito e teatro) – La performance nel rito romano (2.1. Un rito due forme - 2.2. Elementi performativi nel rito romano) - Il rito romano nella forma straordinaria (3.1. Contesto storico - 3.1.1. La restaurazione di Pio V - 3.1.2. Le ragioni della restaurazione - 3.2. Obiettivi della forma straordinaria - 3.2.1. Rinnovare il sacrificio della Croce - 3.2.2. Verticalità: dalla terra al cielo - 3.2.3. L'esperienza del Mistero - 3.3. Esito performativo degli obiettivi - 3.3.1. Drammaturgia - 3.3.2. Il suono: la voce, il canto, il silenzio - 3.3.3. Lo spazio - 3.3.4. Il corpo: azioni, gesti, movimenti – 3.4. Declino performativo della liturgia antica. Dal Vetus al Novus) - Il rito romano nella forma ordinaria (4.1. Contesto storico - 4.1.1. La riforma liturgica - 4.2. Obiettivi della forma ordinaria - 4.2.1. Imbandire la mensa per dare istruzione e ristoro – 4.2.2. Orizzontalità: una celebrazione comunitaria - 4.3. Esito performativo degli obiettivi - 4.3.1. Drammaturgia - 4.3.2. Il suono: la voce, il canto, il silenzio - 4.3.3. Lo spazio - 4.3.4. Il corpo: azioni, gesti, movimenti - 4.4. Dal moderno al post-moderno e oltre) - Conclusione - Fedeli attori / fedeli spettatori (1. I nemici irriducibili - 2. La filiazione - 3. Divergenze parallele - 4. La liturgia nell'epoca dello spettacolo 'debordante') - Bibliografia - Linkografia |