Parole di neve Stampa E-mail

Giuseppe Arnaboldi Riva

Parole di neve

Vertigo, pagg.112, € 13,90

 

arnaboldi parole  IL LIBRO – Per completare la ricostruzione degli ultimi giorni di guerra civile in città, un professore sale all'ospizio a intervistare un anziano testimone ancora in vita. La sua storia lo colpirà nel profondo. Il dolore inconsolabile di quel testimone, che ha perduto la donna amata negli scontri sanguinosi di quei giorni, aprirà in lui una crisi profonda. Le idealità nutrite fino a quel momento si mostreranno come prodotto di una forza selettiva, soggiogante, padrona del tempo e della vita. Si ritroverà senza più certezze. Scosso dai marosi della memoria, dovrà continuare nel vuoto dell'anima, lacerato dal contrasto fra il desiderio di felicità e la ferocia che domina la natura e la storia. Troverà l'approdo nell'amore di una donna. La sua poesia e il suo dolore per la vita rescissa dal suo grembo gli apriranno un nuovo, decisivo, itinerario di comprensione. Scoprirà la verità ultima nella cripta del Santuario di Nostra Signora della Vittoria, da dove è iniziato il suo itinerario, fra i resti dei giovani fucilati allo stadio nell'ultimo giorno di guerra civile.
  Parole di neve sono le vite spezzate che l'amore raccoglie dall'oblio per farle rinascere.
  Nello scenario della città dei "Promessi sposi", un romanzo vero, d'introspezione poetica, per l'uomo che non vuol rassegnarsi a un falso vedere, ma vivere la nostalgia di un sogno smarrito.

  DAL TESTO – "Ho ripensato all'incontro con Domenico. Ho rivisto il suo sguardo sfinito dalla stanchezza, il gesto flebile della mano con cui mi aveva chiesto di avvicinarmi a lui, e il suo sorriso all'estremo della forza e del respiro prima di precipitare nel buio. Immagini su immagini del suo racconto sono riemerse dalla mia anima sovrapponendosi una all'altra. La storia di Domenico si è dipanata un'altra volta davanti ai miei occhi in un flusso rapidissimo e continuo fino a quell'ultimo terribile giorno in cui la sua esistenza si è schiantata davanti a quelle imposte chiuse. La sua domanda provocatoria e sconcertante «a cosa servirebbe la mia storia?» è tornata a risuonare forte nella mia mente aprendo in me uno spiraglio di comprensione. Ho cominciato a capire che lui me l'aveva posta sapendo quanto mi sarebbe stato difficile ripercorrere il suo itinerario di dolore e comprendere perché la sua Anna si era allontanata da lui rinunciando alla loro promessa d'amore. Il fuoco che Anna tanto aveva temuto era tornato nella grande casa per riempirla un'altra volta di terrore. Mi è sembrato allora di vederla, Anna, nel cuore della notte sulla terrazza incapace di placare il proprio cuore in tempesta guardare spaventata la luna nel cielo smorto sopra il monte, colma di fuochi fatui. Mi è sembrato ancora di vederla scendere in cortile smarrita, varcare il cancello della grande casa, e poi ancora camminare a piedi scalzi, in preda a un continuo tormento, perdersi senza respiro dentro prati infangati, fra siepi, rovi, inabissarsi infine dentro un'acqua scura, per non vedere più davanti agli occhi il volto sfigurato del giovane ucciso sulla massicciata della ferrovia, immagine della vita sognata, definitivamente soppressa quel giorno dentro di lei."

  L'AUTORE – Giuseppe Arnaboldi Riva è nato a Milano nel 1948. Vive a Lecco. Ha pubblicato: "Il simbolo di Ghiaie", Toroselle, 1998; "Adelaide", Villadiseriane, 2003; "Ali spezzate", Vita Nuova, 2008.

  INDICE DELL'OPERA – I. Il racconto – II. La poesia – III. Il canto – IV. Un'altra storia