Francesco Mastriani
Nerone in Napoli Romanzo storico a cura di Nunzia Smaldone
D'Amico Editore, pagg.169, € 12,00
IL LIBRO – In una Napoli ellenica e mistica, pronta ad accogliere in visita l'imperatore Nerone, l'amore di Licinia Gabolo, sua ex concubina, per il valoroso centurione Valerio, la porterà a escogitare un piano per sbarazzarsi della rivale, la sua schiava Candida, di cui il soldato è innamorato. Una inaspettata confessione da parte del giovane, di religione cristiana, segnerà il destino dei protagonisti. La sete di vendetta di Licinia finirà col travolgere essa stessa...
DAL TESTO – "Nerone venne in Napoli per la prima volta nell'anno 61. "Non appena messo il piede sulle incantevoli rive partenopee, il suo primo pensiero fu di scrivere al Senato in Roma una lunga lettera per onestare la morte di sua madre, tanto gli stessi scellerati sentono il bisogno di dare una soddisfazione alla coscienza pubblica. "Questa lettera era accompagnata con un'altra del suo precettore Seneca, nella quale costui approvava vilmente il parricidio. "Nella sua lunga epistola Nerone rammentava il pugnale raccolto ai piedi di Lucio Agerino, liberto di Agrippina, mandato da lei colla intenzione di uccidere lui; le antiche accuse riepilogava contro la madre; la costei incomposta voglia di sedere in soglio con lui, le corruzioni, i lenocinii, le macchinazioni a danno di lui; le fatiche ch'egli avea dovuto durare per impedire che l'ambiziosa donna nella curia e nel Senato sedesse ed agli ambasciatori stranieri per lui rispondesse. E ultimamente dicea, esser morta colei per pubblica felicità e per soddisfare a' mani del tradito Claudio imperatore, la cui morte fu opera di lei. "Questa lettera fu sprone alle più inaudite vigliaccherie. Pubbliche preci furono dal Senato decretate per la salvezza dello imperatore: fu ordinato che le Quinquatrie feste venissero ogni anno celebrate con giuochi ed altre testimonianze di giubilo, come quelle che furono l'occasione della salvezza di Cesare dalle insidie della proterva donna; che una statua d'oro si ergesse nella curia alla dea Minerva, ed al lato di questa la statua di Cesare; e che il genetliaco di Agrippina fra i giorni infausti si annoverasse. "Seppe questi decreti del Senato l'imperatore; e, tuttoché sentir ne dovesse soddisfazione e compiacimento, quale vil branco di schiavi considerò quei padri che così favoreggiavano e magnificavano il più grande degli umani misfatti."
L'AUTORE – Francesco Mastriani (Napoli, 23 novembre 1819 - 5 gennaio 1891) scrittore, giornalista e drammaturgo, è il più prolifico romanziere napoletano dell'Ottocento. Il critico letterario Federigo Verdinois scrisse di lui: "Studia le classi povere, il proletariato, cioè si compiace di cercare in esso i soggetti dei suoi romanzi. Se non lo dice pensa certamente che un po' di Sue gli stia dentro e lo faccia scrivere. Così son nate Le Ombre e così I Vermi e così Matteo l'Idiota e altri cento romanzi. E son nati, per chi non lo sappia, senza gestazione preparatoria".
INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Nunzia Smaldone – Nerone in Napoli – Prefazione dell'Autore – Parte prima. Il parricida – Parte seconda. La bestia – Parte terza. L'istrione |