La magnifica illusione. Giorgio Gaber e gli anni '70 |
Nando Mainardi
IL LIBRO – Nel 1970 Giorgio Gaber abbandona il mercato discografico e la televisione per dedicarsi al teatro: è l'anno de Il Signor G. È l'inizio di una fase totalmente nuova, in cui il cantautore milanese sceglie di confrontarsi attraverso i suoi spettacoli con il pubblico – costituito in gran parte dai giovani protagonisti del Sessantotto – sulla possibilità effettivamente di cambiare il mondo. Ma la rivoluzione in cui crede Gaber è piuttosto distante dalle grandi certezze ideologiche che caratterizzano gli anni Settanta e mette al centro le persone, con il loro bagaglio quotidiano di dubbi, di speranze e di frustrazioni. È la rivoluzione dei "cani sciolti": per Gaber, e per tanti altri in quel decennio, la politica ha senso solo se rifiuta gli slogan, le istituzioni (tutte) e sa intrecciarsi intimamente con l'esistenza delle donne e degli uomini. DAL TESTO – "I testi di Gaber e di Luporini, anche quando non cambiano di una virgola rispetto agli anni Settanta, assumono spesso una luce diversa e finiscono con il diventare "ambigui", meno chiari e diretti: il trauma epocale che li aveva generati – la grande contestazione – non c'è più, ha perso la sua attualità e la sua capacità narrativa. Mancando un'idea diffusa di politica alternativa, le critiche che Gaber e Luporini rinnovano nei loro nuovi spettacoli alle istituzioni, alle democrazie liberali e ai partiti sembrano sfuggire a qualsiasi classificazione e finiscono con il produrre uno spaesamento di alcuni settori del pubblico del teatro canzone. I due, come già avevano fatto negli anni precedenti, se la prendono spesso con i valori e i comportamenti diffusi a sinistra, giudicati il più delle volte come conformisti e ipocriti. È il caso del brano Destra-Sinistra, in cui denunciano l'inutilità e l'inconsistenza delle differenze tra le due categorie politiche, al di là della superficie delle etichette e della loro potenza evocativa. O è il cao de Il potere dei più buoni, in cui il cantautore se la prende con il solidarismo di facciata di una parte del mondo cattolico e delle forze di sinistra nei confronti dei bisognosi." L'AUTORE – Nando Mainardi è nato nel 1972 a Fiorenzuola d'Arda (Piacenza), dove risiede. Attualmente lavora nel campo della comunicazione e della formazione. Laureato in Scienze Politiche con una tesi su Giorgio Gaber, nel 2012 ha pubblicato il libro "Enzo Jannacci. Il genio del contropiede" e nel 2014 "Ossessione Calcio. Storie di football e nostalgie". Ha collaborato con diverse testate giornalistiche e radiofoniche, occupandosi di politica, canzoni e calcio. In particolare ha curato per Radio Città Fujiko, nel 2013, lo speciale "Io non mi sento italiano. Dieci anni senza Gaber". Collabora inoltre con il cantautore Davide Zilli per reading musicali sui cantautori milanesi. INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Paolo Dal Bon – Introduzione – Prima – 1. Uno sparo nella notte (Alla sera, al caffè con gli amici... - Gli eredi del Poeta) – 2. Sanremo (Gaber vs Celentano – L'interezza – I precedenti) – 3. L'invenzione del cantautore (La parola "cantautore" – La canzone come autobiografia) – 4. Foto di gruppo (Il fattore anagrafico – Le origini borghesi – Lo sguardo oltre le canzoni – Musicisti più dilettanti che professionisti – Studenti ma non troppo – Il radicamento – La ricerca del grande pubblico) – 5. L'importanza del cabaret (Milano di notte – Il segreto del cabaret: l'insonnia dei pittori – Le prime esperienze dei Due Corsari in teatro – Cantare fisicamente: roba da milanesi) – 6. La censura televisiva (I primi sovversivi della televisione italiana – Canzonissima e il centrosinistra – Una specie di Dario Fo, ma con più misura) – 7. Effetto Tenco (Sociologia di un suicidio – Il grande cambiamento della canzone) – 8. L'industria della canzone (L'anno decisivo – Il boom del mondo del disco – Come cambiano le case discografiche – Cambia anche il pubblico) - 9. Verso il Teatro Canzone (Tra l'impegnato e il non so – Un Lp fondamentale, profetico e incompiuto – La tournée con Mina) – Gli anni Settanta – 1. Il paradosso (Percorsi diversi: crisi e rinnovamento dei cantautori – Dentro e fuori la canzone) – 2. La metamorfosi (Gaber e De André – Céline, Sartre e Pasolini – L'antipsichiatria – L'Adorno del Giambellino) – 3. Il Signor G e il teatro (L'incontro tra Gaber e il Piccolo Teatro – Il Piccolo e la stagione del decentramento – Il teatro oltre il teatro) – 4. L'intreccio tra artistico e politico (La rivoluzione della parola – Il ruolo politico della canzone teatrale – La trasformazione sul palco – Cantautori e carisma rivoluzionario) – 5. Un punto di vista sugli anni Settanta (Oltre la lotta di classe – Il corpo – La natura – L'individuo – La follia – Tra continuità e rottura) – 6. La politica degli anni Settanta (Il Gruppo Gramsci – "Re Nudo" – I Festival del proletariato giovanile) - 7. Il teatro canzone e i movimenti (Cari compagni... - Libero come un uomo – Se potessi mangiare un'idea... - Caro Basaglia – Il possibile cambiamento) – 8. Sincronismo (1968-1972: Il Signor G, Storie vecchie e nuove del Signor G, Dialogo tra un impegnato e un non so – 1973-1975: Far finta di essere sani, Anche per oggi non si vola – 1976-1979: Libertà obbligatoria, Polli di allevamento) – 9. Contestazioni a confronto (Contestato da destra – Contestato da sinistra – Le irruzioni degli autoriduttori – La resa dei conti – Il processo a De Gregori – Due contestazioni a confronto – La politica fuori dalle canzoni) – 10. Punto di non ritorno – 11. Dopo la sconfitta dei movimenti (La canzone più controversa – Dirsi addio con dolcezza – Un'altra idea di politica) – Dopo – 1. Gli anni Ottanta e Novanta (La nuova dittatura dei mass media – Il teatro d'evocazione – Il ritorno del teatro canzone) – 2. È svolta a destra? (Il rischio dell'ambiguità – L'attacco de "l'Unità") – 3. La sua generazione ha perso? (Il gabbiano rattrappito – Io come persona ci sono ancora) – 4. Ribelle o conformista? (La canzone e il teatro – La politica e la società – La magnifica illusione) – Bibliografia - Ringraziamenti |