Legazione alla corte di Francia |
Luca D'Antonio degli Albizzi - Francesco Soderini
IL LIBRO – In uno dei momenti più cupi della sua storia – conclusa la tragica esperienza savonaroliana e prima del gonfalonierato a vita di Piero Soderini – Firenze si trovava improvvisamente a dover fronteggiare le forze che i Borgia, ossia papa Alessandro VI e il figlio Cesare, le avevano coalizzato contro: dai vendicativi esuli medicei alla pletora di signorotti dell'Italia centrale desiderosi di accrescere il loro potere a scapito della città del giglio. Intanto, la corona francese, tradizionale alleata dei fiorentini e sola forza in grado di rompere la morsa che andava stringendosi sulla città, sembrava cambiare orientamento o quantomeno voler vendere la propria protezione a prezzi insostenibili. In questo contesto due alti esponenti della classe dirigente cittadina – Francesco Soderini, vescovo di Volterra, futuro cardinale e fratello di Piero, e Luca d'Antonio degli Albizzi, animoso ottimate – svolgono la missione diplomatica di cui si pubblica qui la corrispondenza inedita. Da tale legazione risulterà, almeno per allora, la salvezza della città. DAL TESTO – "E qui, giungendo a Machiavelli, c'e dell'altro da osservare; c'è da osservare qualcosa che non è solo suggerito dalla materia della legazione, certo quanto mai prossima all'attività e alle preoccupazioni del Segretario della seconda Cancelleria, ma è qualcosa di più specifico e determinato, imposto dal dettato stesso di alcuni dei testi che compongono la legazione. Si tratta della possibilità di un suo più diretto coinvolgimento in questa legazione: è un punto che richiede di essere considerato con attenzione e anche con prudenza. Si può allora cominciare con il notare che in linea generale è ovvio che colui che, meno di un anno prima, era stato in Francia a trattare la medesima materia fosse ricercato, consultato e ascoltato da chi ora partiva, come da chi rimaneva e doveva seguire l'operato degli ambasciatori in missione; che continuasse a esserlo una volta la legazione messasi in cammino, è non solo ovvio, ma inequivocabilmente attestato dai relitti del carteggio privato del Segretario. È eloquente in tal senso la lettera da Lomellina del 20 settembre 1501, in cui Buonaccorsi commenta il primo incontro tra gli ambasciatori fiorentini e il cardinale d'Amboise. In essa Biagio si astiene dal dare «uno mondo di raguagli d'i ragionamenti avuti con questi magnifici oratori e nuovi e vechi» solo perché sta conducendo uno scherzoso gioco della gelosia amicale ferita: la soprascritta di una lettera indirizzata all'Albizzi era di mano di Machiavelli, e ciò aveva potuto fargli presagire che nel plico vi fosse qualcosa anche per lui: «io mi rallegrai tutto quando vidi la soprascritta di vostra mano alla lettera di ser Luca, e aprendola rimasi sbeffato; e però non vi scriverò niente di quello avevo deliberato". È evidente però che altrimenti, senza il dispetto del momento, quel «mondo di raguagli» lo avrebbe fornito, e che ciò che non fece quella volta per ripicca sarà stato solito farlo, prima e poi. Insomma, c'è un flusso di informazioni politiche che attraverso il canale della corrispondenza privata scorre parallelo a quello pubblico. E questo flusso che scorre e non si ferma tra Machiavelli e Biagio Buonaccorsi in missione fuori Firenze, ci dovette essere anche, e a maggior ragione, con l'«amico» Luca d'Antonio degli Albizzi." I CURATORI - Emanuele Cutinelli-Rendina (Roma, 1959) è professore ordinario di italianistica all'Università di Strasburgo. Studioso del pensiero politico, della storiografia e della memorialistica INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Nota al testo – Fonti - Legazione alla corte di Francia 31 agosto 1501-10 luglio 1502 - Indice delle lettere - Indice dei nomi di persona e di luogo |