Epigoni di Nietzsche |
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Stefano Berni
DAL TESTO – "Gehlen ritornerà più volte sull'idea di coscienza in Nietzsche ma sostanzialmente per considerarla come compito e finalità dell'uomo. Il superuomo non è visto come colui che rompe con la coscienza borghese e si prepara a ritornare agli istinti ma come "scopo" della civiltà stessa. Tale finalismo aristotelico ha a che fare col darwinismo sociale più di quanto Gehlen possa immaginare. Sganciando e provando a confutare la teoria degli istinti Gehlen intende poter analizzare l'uomo solo nella sua sfera cosciente e motivazionale. L'azione diventa una scelta volontaria dettata da un'intelligenza razionale. La psiche dell'individuo viene esaltata come 'naturale' e nel contempo superiore all'animale laddove per Nietzsche era stato il risultato casuale di una serie di eventi dolorosi la cui rinuncia aveva condotto a processi di addomesticamento. Invece Gehlen interpreta la locuzione di Nietzsche: "tutti gli istinti che non si scaricano verso l'esterno si riversano all'interno", come ciò "che comincia a crescere nell'uomo, quel che in seguito si è chiamato la sua psiche"." L'AUTORE – Stefano Berni svolge attività di ricerca presso la cattedra di Filosofia del diritto della Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Siena. Tra le sue ultime pubblicazioni: "Nietzsche e Foucault. Corporeità e potere in una critica radicale della modernità", Milano, 2005; "Ermeueutica giuridica e postmoderno", Roma, 2007; "Pierre Legendre. Antropologia dogmatica di un giurista eterodosso", Siena, 2008. INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Avvertenza e ringraziamenti - 1. Nietzsche tra ermeneutica e diritto - 2. Il corpo e le maschere: Nietzsche e Freud - 3. Nietzsche e Gehlen - 4. Nietzsche contro Heidegger - 5. Nietzsche e Girard: violenza e giustizia - 6. Nietzsche e Foucault - Bibliografia |