Epigoni di Nietzsche Stampa E-mail

Stefano Berni

Epigoni di Nietzsche
Sei modelli del Novecento


Pagnini Editore, pagg.139, € 15,00

 

berni epigoni  IL LIBRO – Il volume svolge un confronto tra il pensiero di Nietzsche e la sua ricezione da parte di alcuni importanti autori del Novecento: l'ermeneutica da Dilthey a Vattimo, Freud, Heidegger, Gehlen, Girard. Foucault. La tesi che l'Autore cerca di dimostrare è che il nucleo effettivo delle analisi nietzscheane resiste, nella sua scandalosa inattualità, alle interpretazioni più tendenziose.
  Tra un tipo di società narcisistica e una che rischia di ricondurci al Medioevo, Nietzsche non solo ci insegna a capire più chiaramente il nostro tempo attraverso il metodo genealogico, ma ci fornisce armi tese a decostruire e a smontare quei giochi di verità tipici del pensiero moderno. Il costruttivismo nietzscheano ci permette di prendere le distanze dall'assolutismo fanatico che pervade tutte le società (compresa quella occidentale) e consente di criticare anche noi stessi nella speranza di poterei migliorare. L'Autore rivendica "un pensiero che sorge all'interno del nostro orizzonte di senso - non potrebbe essere altrimenti - ma che al contempo si dota di anticorpi che permettono di valutare con disincanto i nostri stessi valori e la realtà che ci circonda. Insomma, conviene sostenere con forza che una società liberata da quei giudizi di valori illusori messi in crisi da Nietzsche può consentirne una più equa e giusta: valori astrattamente condivisi come desiderata, ma che nella prassi non si realizzano perché non si tiene conto in ultima istanza dell'individuo, della sua natura composta da istinti e da pulsioni spesso contrastanti e pericolosi".

  DAL TESTO – "Gehlen ritornerà più volte sull'idea di coscienza in Nietzsche ma sostanzialmente per considerarla come compito e finalità dell'uomo. Il superuomo non è visto come colui che rompe con la coscienza borghese e si prepara a ritornare agli istinti ma come "scopo" della civiltà stessa. Tale finalismo aristotelico ha a che fare col darwinismo sociale più di quanto Gehlen possa immaginare. Sganciando e provando a confutare la teoria degli istinti Gehlen intende poter analizzare l'uomo solo nella sua sfera cosciente e motivazionale. L'azione diventa una scelta volontaria dettata da un'intelligenza razionale. La psiche dell'individuo viene esaltata come 'naturale' e nel contempo superiore all'animale laddove per Nietzsche era stato il risultato casuale di una serie di eventi dolorosi la cui rinuncia aveva condotto a processi di addomesticamento. Invece Gehlen interpreta la locuzione di Nietzsche: "tutti gli istinti che non si scaricano verso l'esterno si riversano all'interno", come ciò "che comincia a crescere nell'uomo, quel che in seguito si è chiamato la sua psiche"."

  L'AUTORE – Stefano Berni svolge attività di ricerca presso la cattedra di Filosofia del diritto della Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Siena. Tra le sue ultime pubblicazioni: "Nietzsche e Foucault. Corporeità e potere in una critica radicale della modernità", Milano, 2005; "Ermeueutica giuridica e postmoderno", Roma, 2007; "Pierre Legendre. Antropologia dogmatica di un giurista eterodosso", Siena, 2008.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Avvertenza e ringraziamenti - 1. Nietzsche tra ermeneutica e diritto - 2. Il corpo e le maschere: Nietzsche e Freud - 3. Nietzsche e Gehlen - 4. Nietzsche contro Heidegger - 5. Nietzsche e Girard: violenza e giustizia - 6. Nietzsche e Foucault - Bibliografia