L'ora solenne. Gli italiani e la guerra d'Etiopia Stampa E-mail

Marco Palmieri

L'ora solenne
Gli italiani e la guerra d'Etiopia


Baldini&Castoldi, pagg.316, € 16,00

 

palmieri orasolenne  IL LIBRO – Nella ricorrenza degli ottant'anni dell'invasione dell'Etiopia (3 ottobre 1935), un viaggio tra lettere e diari intimi, documenti militari e relazioni delle spie dell'Ovra che rende conto dello «spirito pubblico» dell'epoca. Un racconto originale e a più voci sull'illusione pubblica e la disillusione privata della guerra che più ha infiammato gli italiani sotto il fascismo, portando la parabola del consenso e il mito del Duce al suo apice.
  La storia è nota: il 3 ottobre 1935 l'Italia – ansiosa di conquistare un posto al sole fra le potenze coloniali – invase l'Etiopia; sette mesi dopo Mussolini annunciò il ritorno dell'Impero «sui colli fatali di Roma». Fu una guerra nazionale, combattuta da mezzo milione di italiani ansiosi di riscattare il prestigio compromesso dall'Italietta pre-fascista, umiliata dalla «vittoria mutilata»; una guerra moderna, col massiccio uso di mezzi meccanici e aviazione; una guerra criminale, con l'impiego sistematico dei gas nelle fasi più delicate. Fu poi una guerra dimenticata nel cono d'ombra dell'autoassolutoria vulgata del regime da operetta e degli italiani «brava gente». Ma dietro le canzoncine spensierate come Faccetta nera e la propaganda, cosa pensavano davvero gli italiani di allora? Intrecciando abilmente tante fonti coeve, Palmieri dà voce allo spirito del tempo, per mostrarci un Paese illuso dall'«ora solenne», che non arrivò mai.

  DAL TESTO – "La guerra d'Etiopia non fu un'operazione d'espansione coloniale tradizionale ma una guerra nazionale, sia per la mobilitazione in massa della popolazione civile, sia per l'impiego sui campi di battaglia di un grande esercito moderno inviato dalla madrepatria. Dopo aver legato indissolubilmente il proprio prestigio e le proprie politiche alla carta espansionistica e imperialistica, infatti, Mussolini e il suo regime non potevano correre il benché minimo rischio di fallire o di ottenere un successo solo parziale e limitato. Per il duce, inoltre, era essenziale il fattore-tempo, e cioè che le operazioni militari si concludessero con successo nel più breve tempo possibile. La celerità del conflitto, oltre a essere necessaria per motivi di sostenibilità interna, era fondamentale anche per mettere le grandi potenze di fronte al fatto compiuto, evitando che il prolungarsi delle operazioni potesse dar loro maggiori margini di intromissione e intervento. Senza dimenticare che il Paese non poteva correre il rischio di trovarsi impreparato e sguarnito di truppe e risorse nel caso, non del tutto remoto, di un nuovo conflitto europeo. Per questi motivi Mussolini - già nelle Direttive emanate alla fine del 1934 - decise non solo di inviare in Africa Orientale un nutrito corpo di spedizione, concepito per condurre una vasta campagna d'annientamento del nemico e di conquista integrale dell'Etiopia, ma anche di autorizzare i comandi militari all'impiego di qualsiasi mezzo, compresi quelli vietati dalle convezioni internazionali come gli aggressivi chimici."

  L'AUTORE – Giornalista e saggista, Marco Palmieri è membro dell'Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla resistenza e della Società italiana per lo studio della storia contemporanea. Ha scritto numerosi saggi e articoli sulle vicende politico-militari del Novecento e la loro memoria. In particolare ha pubblicato, con Mario Avagliano, "Vincere e vinceremo! Gli italiani al fronte 1940-1943" (il Mulino, 2014), e per Einaudi, tra il 2009 e il 2012, la serie "Gli Internati Militari Italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945", "Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-1945" e "Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici italiani 1943-1945". Per Baldini&Castoldi, nel 2013, sempre con Mario Avagliano, ha pubblicato "Di pura razza italiana. L'Italia ariana di fronte alle leggi razziali".

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione. Una guerra dimenticata - 1. L'eredità di Adua (La coscienza coloniale - Gli italiani «sul piano dell'impero» - L'incidente di Ual Ual) - 2. Il consenso di massa (La diffusione del consenso: libri, canzonette e scuola - «L'interessamento del popolino» - La conversione dei cattolici - La crisi d'identità dell'antifascismo) - 3. La mobilitazione civile (L'impazienza - L'entusiasmo - La comunione perfetta tra il fascismo e gli italiani - Gli ultimi dubbi) - 4. La mobilitazione militare (I piani militari - La partenza delle truppe: volontari e richiamati - Il fattore socio-economico) - 5. L'invasione (Adua e Macallè - La guerra sbadoglia - Controffensiva e crimini) - 6. Oro e sanzioni (La sindrome dell'assedio - La giornata della fede - Malcostume e malcontento) - 7. Le battaglie di annientamento (Endertà, Tembien e Scirè - Primavera di vittorie - Le ultime battaglie) - 8. La conquista dell'impero (L'apoteosi - Le speranze tradite - L'ora delle decisioni irrevocabili) - Note