Nessuna croce manca Stampa E-mail

Angelo Mellone

Nessuna croce manca

Baldini & Castoldi, pagg.323, € 16,00

 

mellone nessunacroce  IL LIBRO – Taranto, fine anni Ottanta. Claudio, Dindo, Gorgo e Chiodo sono amici. Frequentano il liceo, lo stadio, la sezione del Movimento sociale italiano. Le loro storie sono la Storia più recente della destra italiana. Una giovinezza passata all'ombra degli impianti cancerosi dell'Ilva, fra uno scontro in curva e una riunione studentesca, con il sogno comune di riuscire ad andare in macchina a Berlino, per vedere crollare il Muro e vivere in prima persona la sconfitta del nemico. Senza accorgersi, però, che il nemico peggiore è il tempo, che li dividerà e gli farà intraprendere strade molto diverse. Alcuni continuano a studiare, altri si perdono, finendo per estremizzare le proprie convinzioni, altri le perdono del tutto, decidendo di vivere la propria esistenza in maniera più placida. Ma le vicende politiche continuano a susseguirsi, tra le monetine dell'Hotel Raphael e la candidatura di Fini al Campidoglio, tra la caduta dei potentati DC e il confronto campale del congresso di Fiuggi. "Nessuna croce manca" è la storia di tutte le sconfitte che ancora bruciano sulla pelle di una generazione. Una generazione sbagliata e sempre perdente, fatta di giovanissimi reduci già disillusi da ogni cosa.

  DAL TESTO – "Il 1991 conosceva una freddissima fine di gennaio. Mentre stava morendo il Partito comunista, e nascevano il Partito democratico della sinistra e Rifondazione comunista, Gianfranco Fini e Pino Rauti avevano iniziato di nuovo a combattere per la segreteria del Movimento sociale. In un'atmosfera di conflitto pulviscolare, le sezioni italiane si erano divise in due armate di colore opposto. Destra contro sinistra. Istituzionali contro movimentisti. Alle elezioni comunali del 1990 Rauti si era presentato capolista a Taranto e ne era venuto fuori un disastro. Il partito aveva più che dimezzato i voti a favore di una lista civica, Antenna Taranto 6, nata da una televisione locale e dal suo capo tribuno, Giancarlo Cito, che aveva saputo attrarre con una retorica infiammata e una promessa di riscatto cittadino prima i candidati e poi gli elettori di destra, senza contare un'enorme platea di disillusi.
  "Qualcuno diceva che assomigliava all'ennesimo Masaniello meridionale, e non aveva tutti i torti. Fatto sta che la campagna cannibale di Cito si era fatta sentire eccome. Al comizio conclusivo delle elezioni di Rauti, a piazza della Vittoria, solo il Fronte aveva partecipato compatto con il suo grande striscione nero a caratteri bianchi e rossi. Il resto della pizza era rimasto praticamente vuoto, a parte qualche piccolo gruppo di anziani curiosi e una decina di militanti. Il resto del partito, che stava con Fini, aveva appositamente disertato anche quell'occasione ufficiale."

  L'AUTORE – Angelo Mellone (Taranto, 1973), giornalista e scrittore, è il responsabile dei Progetti innovativi di Rai Uno. È stato editorialista e inviato di politica, cultura e costume per numerosi quotidiani nazionali. Autore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi, insegna Comunicazione politica presso la Scuola di giornalismo della Luiss «Guido Carli» di Roma e Scrittura presso la stessa università. Ha pubblicato diversi libri tra cui il fortunatissimo "Dì qualcosa di destra" (2006), "Romani" (2012), "Cara tu. Lettera a un'ex moglie" (2014), oltre alla trilogia teatrale di "Addio al Sud" (2012), "Acciaiomare" (2013) e "Meridione a rotaia" (2014). "Nessuna croce manca" è il suo primo romanzo. Ma non l'ultimo.

  INDICE DELL'OPERA – Torneremo nella Sud - Alle tre e mezzo – Mazzate - Primo intermezzo - Non voleva un ellepì - Lui ha ventidue anni - Fuoco di sbarramento - Dobbiamo fare l'impresa - Secondo intermezzo - Una bugia accettabile - Terzo intermezzo - Prima linea - Amore e rabbia – L'emendamento - Non ti voglio ascoltare - La scelta - Quarto intermezzo - Meno male che non è Mussolini - Non doveva andare così - I sette colori dell'anima - Figli della sconfitta - Un Negroni sbagliato - Caro presidente - Il ritardo di lei - Epilogo