La cuoca di D'Annunzio |
Maddalena Santeroni – Donatella Miliani
IL LIBRO – Per quasi vent'anni Gabriele d'Annunzio comunicò con la sua cuoca per mezzo di una miriade di piccoli biglietti, inviati a ogni ora del giorno e della notte. Messaggi maliziosi, coloriti e affettuosi, indirizzati da d'Annunzio (o meglio dal "Padre Priore", come spesso il poeta, nell'insolita corrispondenza, amava firmarsi) alla fedelissima Albina Lucarelli Becevello, alias "Suor Intingola": l'unica donna con cui d'Annunzio visse in assoluta sintonia - e castità dagli anni veneziani al buen retiro finale nello splendido Vittoriale di Gardone Riviera. Sono decine e decine i biglietti per Albina a cui il Vate ha affidato, in ogni momento della giornata, le sue imprevedibili richieste culinarie: costolette di vitello e frittata, cannelloni e patatine fritte, pernice fredda, biscotti e cioccolata, ma soprattutto uova sode, sicuramente l'alimento preferito da d'Annunzio, che ne andava così ghiotto da paragonarne gli effetti a quelli di una "estasi divina". Salutista attentissimo alla forma fisica, oltre che raffinato gourmet, d'Annunzio alternava infatti giorni di digiuno quasi completo a scorpacciate disordinate e compulsive, spesso provocate dall'arrivo di qualche amante. Erano quelli i momenti in cui il poeta si sbizzarriva maggiormente in dettagliate disposizioni culinarie, con modi ora scherzosi e poetici ora più perentori, indirizzate alla fidata "Suor Intingola", sempre pronta a preparare sul momento elaborati menù in cui eros e cibo si combinavano in un sodalizio perfetto. DAL TESTO – "Albina non è stata mai oggetto di profferte sessuali, ma il livello di confidenza di d'Annunzio con lei appare più intenso di quello con un'amante. Il Comandante scherza con la sua cuoca quasi dandole un ruolo materno, quel ruolo di cui lui aveva sempre avuto nostalgia, mitizzandolo nel ricordo. Allontanatosi infatti dalla casa paterna poco più che tredicenne per andare al liceo, si iscrisse poi a Roma all'università - mai finita - dove iniziò la carriera di giornalista; e dall'età di ventun'anni, quando si sposò con Maria Hardouin, si dedicò a fare d'Annunzio per tutta la vita. Il ruolo di figlio, quindi, fu abbandonato molto presto - e forse idealizzato, fin dai primi anni, proprio perché non aveva potuto viverlo pienamente. Ecco che Albina, quindi, lo nutriva di più cibi: le prelibatezze culinarie, l'affetto, la comprensione, la complicità, la condivisione e l'accettazione, esattamente tutto quello che ci si aspetta da una figura materna." LE AUTRICI – Maddalena Santeroni vive e lavora a Roma. Si occupa di comunicazione ed eventi, ed è presidente dell'associazione Amici dell'Arte moderna a Valle Giulia. Nel 2010 ha collaborato alla realizzazione della nuova ala museale del Vittoriale, "D'Annunzio segreto". Organizza da anni alla Gnam di Roma il premio "Arte: Sostantivo Femminile". INDICE DELL'OPERA – Antipasto, di Giordano Bruno Guerri - Una cuoca per amica - Entriamo in cucina - I primi - Le carni - Il mare - Né carne né pesce - Frutta, dolci e altre tentazioni - Le raffinate curiosità di un dandy a tavola - Gabriele e Albina dalla A alla Z - Un autentico menù dannunziano – Ringraziamenti - Bibliografia - Indice delle illustrazioni |