Lo sciamanesimo. Prima e dopo Mircea Eliade |
Giovanni Casadio
IL LIBRO – Mircea Eliade parte da quello che per lui è un punto fermo: l'elemento caratteristico dello sciamanismo non è l'incorporazione degli spiriti da parte dello sciamano, bensì l'esperienza estatica (che si estrinseca nelle forme dell'ascesa al cielo o dalla discesa nell'oltretomba). Questa esperienza è un fenomeno primario, caratteristico della condizione umana nelle sue forme arcaiche, anteriore a ogni evoluzione storica e a ogni specificazione culturale. Quindi, siccome nello sciamanesimo tunguso l'incarnazione degli spiriti ha un ruolo prevalente rispetto all'ascensione celeste, la forma attuale dello sciamanesimo tunguso così come quello dei Buriati, dei Mongoli, dei Tatari, deve essere considerata una forma di ibrido risultante dalle influenze buddiste provenienti dal sud. In origine l'estasi sciamanica e l'ascesa celeste si collegano alla credenza in un Essere Supremo uranico dapprima in comunicazione con la sfera terrestre e in seguito ritiratosi nell'alto dei cieli assumendo le caratteristiche di un deus otiosus. Essa, nella sua essenza, può essere considerata una riattualizzazione di un mitico illud tempus, quando gli uomini potevano comunicare in concreto con la realtà celeste. Invece, vari tratti che sono tipici delle forme sciamaniche attuali (il viaggio nell'aldilà e la possessione da parte degli spiriti) sarebbero per Eliade "innovazioni" prodotte da influenze provenienti dall'Asia meridionale, dalle complesse culture religiose della Mesopotamia e dell'Iran, prima ancora che dal buddismo. In breve, lo sciamanismo asiatico è una tecnica arcaica d'estasi "whose underlying ideology - belief in a celestial Supreme Being with whom it was possible to have direct relations by ascending into the sky - was constantly being transformed by a long series of exotic contributions culminating in the invasion of Buddhism". Innovazioni e corruzioni, in ogni caso, non riuscirono a eliminare la possibilità di una vera estasi sciamanica, non meno genuina delle estasi sperimentate dai grandi mistici d'Oriente e Occidente. DAL TESTO – "L'etnologo e storico delle religioni italiano Ernesto de Martino (1908-1965), che nel 1952-1954 sarà il promotore delle traduzioni italiane di Eliade presso Einaudi, scrive una recensione cumulativa sulla rivista fondata da R. Pettazzoni, associando il libro sullo sciamanismo al precedente Le mythe de l'eternel retour (1949) e al primo importante intervento dello studioso romeno al convegno Eranos di Ascona (1950), sul simbolismo del centro tra psicologia e storia delle religioni. Dopo una tirata accusatoria contro l'antistoricismo di Eliade (in cui interagiscono i più vieti stilemi dello storicismo crociano con i nuovi dogmi del materialismo storico), l'autore si applica al libro in oggetto, "per misurare la curiosa distorsione storiografica che nasce dalla equivoca metodologia di Mircea Eliade". La critica di base che il Nostro rivolge a Eliade risulta fondata dal punto di vista di una metodologia integralmente storicista e materialista: infatti il punto debole dell'opera, anche per una visione storiografica meno assolutistica, sta proprio nell'opzione (filosofica certo, non teologica! E non esiste una storia senza filosofia: toccherà rammentarlo a un seguace di Benedetto Croce!?) d'identificare l'essenza dello sciamanismo, e precisamente nel viaggio estatico celeste, inteso come sopravvivenza, profondamente modificata e talora degradata "della religione arcaica dell'essere supremo celeste"." L'AUTORE – Giovanni Casadio (Faenza, 1950) è Professore ordinario di storia delle religioni all'Università di Salerno. Membro della Società italiana di storia delle religioni (1981), della Associazione italiana di cultura classica (1981), della International Plutarch Society (1985), della Associazione antropologia e mondo antico (1988), della Vergilian American Society (2003), collaboratore del Programma internazionale Mentor (1988), socio fondatore della International Association of Manichaean Studies (1989) e della International Plato Society (1989). Socio corrispondente della Società Torricelliana di Scienze e Lettere di Faenza (1993). Già membro del bureau della Association Européenne d'Etude Scientifique des Religions (EurAssoc) nella funzione di tesoriere (1998-2000). Membro del comitato esecutivo della European Association for the Study of Religions (EASR), fondata a Cracovia il 2 maggio 2000 (delegato alle pubblicazioni e poi Vicepresidente della stessa: 2012). Membro dell'International Board di "Bandue", "Moscow Journal for the Study of Religion". Ex Membro dell'International Board di "Religioni e società" (Firenze), "Vergilius", e del Collège de rédaction di "Archaeus" (Bucarest). Associate Editor della nuova edizione di Encyclopedia of Religion, ed. M. Eliade, McMillan-Thomson (2001-2005). Co-director degli annuali Symposia Cumana sponsored by the Vergilian Society/Brandeis University (2002-2012). Membro del Consiglio Direttivo della Società italiana di storia delle religioni (SISR, 1996). Segretario della stessa (SISR, 1.6.2012), e come tale referente CUN/ANVUR per il SSD MSto/06. Dal 2010 è delegato rappresentante dell'Italia presso la società europea (EASR) e internazionale (IAHR). Fondatore e direttore delle collane Biblioteca di Studi Religiosi (L. Giordano ed., 1997-2008: otto voll. apparsi); Biblioteca di Storia delle Religioni (Il Calamo ed., 1999: quattro voll. apparsi, uno in preparazione); Humanitas (Loffredo Ed., 2012-2014). Già membro del comitato scientifico della serie Studien und Texte zu Antike und Christentum (J. C. B. Mohr, Tübingen: 49 voll. apparsi). Dal 1997 al 2000 è stato direttore di ricerca per l'unità di Salerno del progetto coordinato CNR "Silloge delle iscrizioni magiche" (coordinatore prof. Mastrocinque, Verona), che è stato finanziato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per gli anni 1997, 1998, 1999 e ha già prodotto un seminario e un convegno internazionale di cui sono apparsi gli atti nel 2002. Nel 1997 ha organizzato a Salerno il convegno (co-sponsored dalla IAHR) "Ugo Bianchi: una vita per la storia delle religioni", di cui ha curato gli atti apparsi nel 2002, con larga partecipazione internazionale. INDICE DELL'OPERA – Capitolo I. Prima di Eliade - Capitolo II. Eliade - Capitolo III. Dopo Eliade - Bibliografia - Appendice I. Carteggio tra Mircea Eliade e Henry Pernet - Appendice II. Julius Evola. Il superuomo primitivo e "l'esperienza estatica" - Appendice III. Lettere di Julius Evola a Mircea Eliade - Appendice IV. Lettera di Geo Widengren a Mircea Eliade - Appendice V. Lettere di Louis Renou a Mircea Eliade - Appendice VI. Lettera di Carl Gustav Jung a Mircea Eliade |