La monarchia socialista Stampa E-mail

Mario Missiroli

La monarchia socialista

Casa Editrice Le Lettere, pagg.150, € 15,00

 

missiroli monarchia  IL LIBRO – «Questo libro» premetteva Missiroli alla prima edizione di Monarchia socialista «si propone di ridurre ad un unico problema – quello religioso – la storia d'Italia dal Quarantotto ai nostri giorni». Da qui, l'autore procedeva ad una revisione del Risorgimento, facendo affiorare i limiti dell'opera degli "eroi" che lo avevano portato a compimento. Se Mazzini era il rappresentante di una posizione utopica del tutto estranea al pensiero idealistico del XIX secolo, incapace di mediare tra individuo e società nella dimensione della storia, la formula che il conte di Cavour aveva imposta per risolvere il problema religioso («libera Chiesa in libero Stato») aveva di fatto limitato l'aspetto eminentemente etico della vita alla sfera privata. Il principio della separazione tra lo Stato e la Chiesa era per Missiroli una «soluzione da politicante», lo Stato tollerante essendo uno «Stato senza Dio, senza coscienza e senza principi». Cavour, scriveva Missiroli, «non sospetta nemmeno che tutto il pensiero moderno, che conclude nel liberalismo, è essenzialmente religioso nella sua stessa razionalità, fino a pretendere di essere il solo pensiero veramente religioso», il solo in cui lo Stato sia inteso come entità e in cui l'individuo si affermi come persona e come cittadino insieme. Il problema del Risorgimento rimaneva quello di essere stato un mero movimento politico, non animato dalla moderna religiosità. Il Risorgimento italiano restò estraneo alla filosofia idealistica tedesca, ovvero al pensiero del «nuovo Risorgimento europeo», il solo che avesse saputo concepire lo Stato come «unità suprema e forma più alta della vita umana».

  DAL TESTO – "Il socialismo, in Italia, fu la negazione violenta di Mazzini. Quando Andrea Costa portava per le Romagne il verbo socialista, gli ultimi repubblicani erano già dei sorpassati. Nato in Italia sul vecchio tronco repubblicano, per la necessità che hanno le idee nuove di ricollegarsi a qualche tradizione, il socialismo non solo non ringagliardì la passione politica, ma aiutò potentemente a sopprimerla. Partito non dei lavoratori e del proletariato come lo aveva concepito Marx - così fulmineo, del resto, a giudicarlo e a condannarlo - fu il partito dei poveri e delle plebi affamate che non potevano nemmeno salire ad una coscienza proletaria, per la stessa mancanza di precedenti storici cui contrapporsi e di un vasto industrialismo, di cui potesse essere la vera negazione. Il socialismo, anziché contrapporsi alla classe borghese, che muoveva verso i primi esperimenti, funzionò da diversivo politico appena superate le prime pregiudiziali repubblicane. Le questioni economiche, anche in un Paese industrialmente arretrato, dovevano prendere rapidamente il sopravvento: i principi politici cedere il campo agli interessi materiali.
  "L'incipiente lotta di classe distruggeva la lotta di principi; i socialisti entravano nella vita politica, ma l'idea economica - pur essendo mille miglia lontana dalla grande concezione marxista, che supera davvero la politica tradizionale nelle estreme e legittime conseguenze del sindacalismo - per la logica incosciente insita in tutti i programmi, anche quando tradiscono, nel fatto, la loro idealità suprema, trascinava il socialismo alla più violenta negazione di tutti i dottrinarismi, che, rimettendo sul tappeto i problemi ideali, minacciavano di riaprire un processo storico che si voleva chiuso per sempre. Così il socialismo funzionava come un'àncora di salvezza, lanciando le masse alle conquiste economiche ed evitando tutte le questioni istituzionali. Il problema politico era negato quotidianamente nel problema economico e la lotta scendeva giù, nei più bassi strati sociali. La monarchia era salva. Poteva stare alla finestra."

  L'AUTORE – Mario Missiroli (Bologna, 25 novembre 1886 – Roma, 29 novembre 1974) è stato uno scrittore e giornalista italiano. Fu direttore di quattro quotidiani: «il Resto del Carlino», «Il Secolo», «Il Messaggero» e il «Corriere della Sera».

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Francesco Perfetti - La monarchia socialista - Prefazione - Pregiudiziale - I. Il federalismo di Ferrari - II. Il dissidio di Mazzini - III. I sottintesi clericali di Cavour - IV. L'intolleranza - V. Il pensiero della Destra - VI. La monarchia a Roma - VII. La tragedia della Destra - VIII. La controrivoluzione - IX. Il socialismo monarchico - X. Dittatura - XI. Luigi Filippo - XII. Liberisti e cattolici - XIII. C'è un maestro infallibile – Appendice - Il discorso del conte Della Torre - I cattolici contro il papa - Cattolici bifronti - Nazionalismo liberale - La massoneria - Una recensione di Giovanni Gentile - Un saggio di Adriano Tilgher sul sistema storico di Mario Missiroli - Nota bibliografica