Memorie di pietra. I monumenti delle dittature Stampa E-mail

a cura di Gian Piero Piretto

Memorie di pietra
I monumenti delle dittature


Raffaello Cortina Editore, pagg.272, € 25,00

piretto memorie  IL LIBRO – I totalitarismi del Novecento sono stati quasi integralmente liquidati. Sopravvivono fragili fasce di resistenza sui fronti politici, atteggiamenti emotivi non facili da qualificare che si sviluppano tra mitologia e folclore. Restano, soprattutto, tracce architettoniche vistose e magniloquenti, portatrici non solo di storia ma anche di cultura, spettacolo, mentalità. In questa chiave, i saggi qui presentati affrontano il problema della monumentalità totalitaria e delle sue svariate applicazioni in regimi diversi. I Paesi coinvolti non coprono, per ovvi motivi, tutte le possibilità che la situazione universale offre a chi si voglia occupare di rovine o macerie architettoniche, estetiche della politica, ideologie manifeste o criptate. I contributi raccolti nel volume riguardano Italia, Germanie (DDR e Terzo Reich), Cecoslovacchia, Jugoslavia, Unione Sovietica, Albania, Corea del Nord, Cuba. Letture, interpretazioni, indagini illustrate da immagini stupefacenti, che coinvolgono architettura, cinema, antropologia, filosofia, storia culturale, cultura visuale, scienze umane.

  DAL TESTO – "Albert Speer fu uno degli artefici del programma di trasformazione estetica del Terzo Reich: [...], nelle sue Memorie - una fonte tuttavia ambigua, per il desiderio di autoassoluzione dell'autore - ricostruisce con chiarezza il ruolo centrale che i progetti edilizi e urbanistici hanno svolto nel programma nazista. Le "architetture da megalomani", ovvero i grandiosi progetti architettonici nella definizione post-1945 dello stesso Speer, erano state negli anni Trenta l"e paro le "parole di pietra" con cui edificare la storia. Il loro ruolo, allora, non si limitava alla propaganda o alla mera scenografia per la politica nazista: i progetti architettonici ne erano invece parte costitutiva, sia per dare rappresentazione formale al potere sia per plasmare gli spazi e i luoghi della nuova società.
  "Per questo motivo le principali città del Terzo Reich avrebbero dovuto essere trasformate e adeguate alla visione nazista, avversa a quelle linee del modernismo che, nei primi decenni del Novecento, stava determinando l'immagine delle nuove metropoli europee. Le cinque Führerstädte - le "città del Führer" - ovvero Berlino, futura Welthauptstadt Germania, capitale del Reich (e, in prospettiva, del mondo), Norimberga, città del Parteitag, il raduno del partito, Monaco, culla del movimento nazista, Amburgo, il porto principale, e infine Linz, la città della giovinezza di Hitler (la cui futura bellezza doveva essere tale da oscurare Vienna e Budapest) avrebbero dovuto subire imponenti distruzioni e sventramenti, in modo da poter ospitare nuovi palazzi di rappresentanza e nuovi spazi per le adunate e le parate. I progetti, rimasti quasi tutti irrealizzati, erano stati affidati non solo a Albert Speer ma anche ad altri architetti, prediletti da Hitler sia per le loro scelte stilistiche sia per la precoce adesione al nazismo: in particolare, Paul Ludwig Troost (che, però, morì nel 1934) e Hermann Giesler. Progetti rimasti prevalentemente sulla carta: o, meglio, affidati alla tridimensionalità di modelli in scala, studiati con cura dettagliata - e ossessiva - dallo stesso Hitler, che svolgeva un ruolo di primo piano nella loro progettazione, come testimoniano, oltre alle memorie di Speer, anche i diari di Goebbels e l'esistenza di alcuni schizzi di suo pugno [...]."

  IL CURATORE – Gian Piero Piretto insegna Cultura russa e Metodologia della cultura visuale all'Università degli Studi di Milano. Ha pubblicato numerosi saggi sulla letteratura russa dell'Ottocento e del Novecento e specificamente sul tema della città in letteratura. Da alcuni anni si occupa di studi culturali, in particolare dell'aspetto visuale della cultura russa in epoca sovietica. Nelle nostre edizioni ha pubblicato "Gli occhi di Stalin. La cultura visuale sovietica nell'era staliniana" (2010).

  INDICE DELL'OPERA – Autori – Introduzione, di Gian Piero Piretto - 1. Antitotalitarismo e antimonumentalità. Un'elettiva affinità, di Andrea Pinotti - 2. La "necessaria solitudine" di due monumenti. L'Ara Pacis e il Mausoleo di Augusto sotto il fascismo, di Andrea D'Agostino - 3. Presente! I memoriali del fascismo italiano, di Stefano Taiss - 4. Reinventare la storia. Monumenti e architettura nella DDR, di Luca Zenobi - 5. Disumana e quotidiana. La scala monumentale del nazismo, di Elena Pirazzoli - 6. Un carro armato sovietico a Praga. Storia semantica e cromatica di un monumento invadente, di Massimo Tria - 7. Partizanski spomenik. Appunti sulla funzione simbolica dei monumenti partigiani nella Jugoslavia di Tito, di Eric Gobetti - 8. Il monumentale mausoleo sovietico al Treptower Park di Berlino, di Gian Piero Piretto - 9. Stati di isolamento. Propaganda monumentale nella Repubblica Popolare Socialista d'Albania (1946-1992) e nella Repubblica Popolare Democratica di Corea (1948-2013), di Francesco Vietti - 10. ¡Patria o muerte. Venceremos! I monumenti di Cuba e l'immaginario della rivoluzione, di Liza Candidi T. C. - Indice dei nomi