Le catene della sinistra |
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Claudio Cerasa
DAL TESTO – "La sinistra ha sempre cercato di costruire un legame speciale con i grandi industriali italiani, con il mondo della finanza e con gli imperi imprenditoriali. E la scelta di privilegiare il legame con il grande capitalista a scapito di quello con il piccolo imprenditore costituisce non solo una delle battaglie culturali più pazzotiche combattute dal mondo progressista ma anche una delle ragioni del suo eterno insuccesso politico e del suo essere, in buona sostanza, espressione di un'élite. Un'élite bella, affascinante, forte e seducente ma pur sempre un'élite. Pur sempre una minoranza. Sotto molti aspetti, la traiettoria della sinistra è perfettamente sovrapponibile alla traiettoria dell'establishment. Tanto che a un certo punto i ruoli si sono quasi confusi: con la sinistra che diventa una costola dell'establishment, l'establishment che diventa una costola della sinistra, i politici che diventano una costola dei banchieri, i banchieri che diventano una costola della politica, i sindacalisti che diventano una costola degli industriali, gli industriali che che diventano una costola dei sindacalisti. Tutto avviene con una fluidità, una scorrevolezza e una rapidità tali da mettere gli avversari del centrosinistra nella condizione di potersi rivolgere ai propri elettori con queste parole: ehilà, guardatela bene questa sinistra; guardateli bene questi signori che dovrebbero difendere gli operai e la classe media, che dovrebbero combattere i potenti e che, invece, sono lì ma non fanno i vostri interessi, no no, e se ne vanno in barca a mangiare ostriche e a fare affari con quei maledetti parassiti dei grandi capitalisti italiani. L'accusa, forse, potrà sembrare ingenerosa ed esagerata, ma a guardar bene, la sinistra ha contribuito ad alimentare l'immagine degli elefanti che distruggono i fusti, i rami, i germogli, i frutti e le foglie con cui potrebbero nutrirsi. Con cui potrebbero vivere. Con cui potrebbero vincere le elezioni. E per elefanti qui si intendono alcuni soggetti precisi: banche, Confindustria, fondazioni e, ovviamente, le famigerate «tecnocrazie»." L'AUTORE – Claudio Cerasa, giornalista, è nato a Palermo nel 1982 e vive a Roma da diversi anni. Lavora al "Foglio" dal 2005, si occupa soprattutto di politica. Nel 2007 ha scritto per Castelvecchi "Ho visto l'uomo nero. L'inchiesta sulla pedofilia a Rignano Flaminio tra dubbi, sospetti e caccia alle streghe". INDICE DELL'OPERA – Perché la sinistra ha paura di Checco Zalone. L'era Renzi tra Grillo, Berlusconi e cinque schiavitù - 1. Latte, mamma, ancora latte - 2. Conservare, conservare, conservare. Come la sinistra si è fatta imprigionare dai signori delle manette - 3. La sinistra Slow Foot. Come la sinistra si è ritrovata prigioniera degli ambientalisti all'amatriciana - 4. Sfondata sul lavoro. Perché chi tocca il lavoro rischia la pelle e perché non toccare il lavoro fa perdere le elezioni - 5. Quatto potere. Come i poteri forti hanno imprigionato la sinistra e come la sinistra ha calpestato la pancia del Paese - 6. La Cultura della sconfitta. Ovvero perché la sinistra ha paura di Checco Zalone – Bibliografia - Indice dei nomi |