La Grande guerra sulla Marmolada Stampa E-mail

Katia Pari - Alessandro Vanni

La Grande guerra sulla Marmolada
Il mistero dei 15 fanti di Forcella V


Edizioni Gino Rossato, pagg.216, € 19,50

pari-vanni marmolada  IL LIBRO – Un secolo fa il silenzio della Marmolada, Regina delle Dolomiti, venne infranto dal rombo dei cannoni: Italiani e Austro-Ungarici si affrontarono in una dura ed estenuante guerra di posizione, combattuta a 3000 metri nelle più proibitive condizioni ambientali. Le sue creste e il ghiacciaio furono teatro di aspri scontri, i soldati italiani e austro-ungarici combatterono con grandi sacrifici e a centinaia caddero nella maestosità di quelle vette. Talvolta più dei combattimenti poté la "morte bianca".
  Negli anni 1915-1917 la Marmolada cambiò volto: un groviglio di gallerie nella roccia e nel ghiaccio, ovunque trincee, reticolati, camminamenti, ricoveri... Due eserciti trasformarono i loro uomini in "talpe", tormentate, oltre che dal fuoco delle mitragliatrici e dei cannoni, anche dalle bufere di neve e dal gelo. Gli Austro-Ungarici nello spessore del ghiacciaio realizzarono la mitica "Città di Ghiaccio", un complesso di caverne e cunicoli, invisibile agli avversari e impenetrabile alle bombe.
  Sul fronte opposto gli Italiani si fortificarono sul Serauta dove nel 1917, per conquistare la contesa Forcella V, scavarono nella roccia di quota 3065 una lunga galleria d'approccio, poi chiamata "Galleria Rosso" in memoria del Ten. Flavio Rosso che insieme ad altri 14 Fanti fu travolto dallo scoppio di una mina austro-ungarica il 26 settembre '17. Quei soldati non fecero più ritorno a casa e la loro sorte resta ancora oggi avvolta nel mistero: sepolti lassù o altrove, sotto le rocce o tra i ghiacci.

  DAL TESTO – "Durante il primo anno di guerra il ghiacciaio della Marmolada rimase terra di nessuno e fu interessato solamente da sporadici scontri di pattuglie in perlustrazione, essendo al di fuori dei piani strategici di entrambi i belligeranti. Nel giugno 1915 un plotone della 77° Compagnia del Battaglione Alpini "Belluno" venne messo a disposizione del 51° Fanteria per formare pattuglie speciali per la Mesola e per la Marmolada; il primo scontro sul ghiacciaio si registrò la notte del 16 giugno 1915, quando una pattuglia di alpini della 77° Compagnia sorprese quattro Jäger dell'Alpenkorps (con la guida bavarese Fritz Terschak), mentre erano in riposo, facendoli prigionieri. Alla fine di giugno con la partenza del Battaglione "Belluno", trasferito nel settore del Passo Falzarego alle dipendenze della 17° Divisione, venne sospesa l'attività di ricognizione, finché in settembre il IX Corpo d'Armata inviò un plotone "autonomo" di alpini (formato da sessanta uomini dello stesso "Belluno"), al comando del S. Ten. Berlese, con l'incarico di pattugliare la Marmolada.
  "Nell'autunno 1915, quando gli Italiani ripresero gli attacchi sul Padon e più a nord sul Col di Lana, anche la Marmolada, sebbene più marginalmente, venne toccata dai combattimenti: il 18 ottobre reparti italiani del 51° Fanteria e del Battaglione Alpini "Val Cordevole" (266° Compagnia), attaccarono le posizioni austriache della Mesola; sul versante settentrionale truppe del 52° Fanteria, in appoggio all'azione, riuscirono ad occupare alcune quote dei Monti Alti di Ornella, verso Pescoi. Nello stesso tempo un reparto misto formato da alpini del "Belluno" e uomini della Guardia di Finanza, partendo dal Passo Ombretta, tentò inutilmente di raggiungere di sorpresa il Col de Bous, attraverso la Forcella Marmolada. Vennero compiute anche azioni dimostrative del 51° Fanteria ai passi Ombretta ed Ombrettola e di pattuglie della 206° Compagnia in Val Contrin e in Val San Nicolò. L'azione contro la Mesola fallì con notevoli perdite, venendo sospesa il 23 ottobre a causa sia delle avverse condizioni del tempo che della forte resistenza nemica: sul Padon gli Italiani contarono 60 caduti, più di 200 feriti e quasi altrettanti congelati."

  GLI AUTORI – Alessandro Vanni, nato a Rimini nel 1974, ingegnere civile, è libero professionista. La passione per la storia della Prima guerra mondiale, unita all'amore per la montagna, lo ha portato a ricercarne le memorie lungo tutto il fronte trentino, dalle Dolomiti ai ghiacciai dell'Adamello e dell'Ortles-Cevedale, passando per il Grappa e gli Altipiani. A partire dal 2004 ha svolto una minuziosa ricerca sugli ultimi reduci della guerra 1915-1918, riuscendo a rintracciare in tutta Italia i soldati ultracentenari ancora in vita, alcuni dei quali "sconosciuti" ai censimenti ufficiali. Sull'argomento è autore di diversi articoli e per Tassotti Editore nell'ottobre 2008 ha pubblicato, con Katia Pari, il libro "Viaggio nella memoria. I reduci della Grande Guerra 90 anni dopo", omaggio agli ultimi Cavalieri di Vittorio Veneto vissuti in Italia. Dal 2012, dopo aver compiuto numerose escursioni sulla Marmolada alla scoperta di tracce della "Città di Ghiaccio", ha intrapreso un approfondito studio inerente la guerra combattuta tra le sue vette, focalizzata sui fatti di Forcella V ed in particolare sulla nota vicenda dei 15 Fanti della Brigata Alpi, sepolti dalla mina austriaca del 26 settembre 1917, da dove è poi nato il presente volume. Ad accompagnarlo nelle ricerche, dalla raccolta della documentazione storica alla stesura dei testi, è Katia Pari, laureata in storia, medievista, già presidente dell' A.R.R.S.A. (Associazione Riminese per la Ricerca Storica e Archeologica) ha partecipato a studi e scavi archeologici. Questo accurato lavoro, teso a svelare uno degli ultimi "misteri" della Grande Guerra nelle Dolomiti, ha ricevuto l'importante contributo del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra (Sezione Statistica, Roma) ottenendo il patrocinio della Società Storica per la Guerra Bianca. Sottolinea l'interesse per la ricerca svolta la prevista pubblicazione di un articolo di sintesi sulla rivista specializzata "Aquile in Guerra" (rassegna di studi della stessa Società Storica).

  INDICE DELL'OPERA – Premessa – Introduzione - Parte I. La guerra sulla Marmolada: le operazioni per Forcella V – 1. Il primo anno di guerra e la conquista del Serauta – 2. La conquista italiana di Forcella a V – 3. La mina austriaca del 26 settembre 1917 – 4. Le mine nel ghiaccio e la conquista di quota 3153 - Parte II. Le ricerche dei 15 fanti di Forcella V – 5. Ipotesi sulla posizione della mina e dei Fanti – 6. Lavori e progetti di recupero dei Caduti – 7. Le conclusioni delle ricerche - Parte III. Apprestamenti militari e luoghi della memoria - a) Le postazioni austriache della "Città di Ghiaccio" - b) La Zona Monumentale della Marmolada: il Fortilizio italiano di Punta Serauta - c) La Galleria Rosso - d) I Sacrari militari delle Dolomiti – Appendice - A) Tenente M. A. Flavio Rosso (1896-1917) - B) La Brigata Alpi (51° e 52° Fanteria) nel 1915-1917 - C) Fogli matricolari dei 15 Fanti - D) Rassegna stampa - E) I Caduti italiani della Marmolada-Padon (1915-1917) - Bibliografia