Uebi Scebeli Stampa E-mail

Vito Cosimo Basile

Uebi Scebeli
Diario di tenda e cammino della spedizione del Duca degli Abruzzi in Etiopia
(1928-1929)


Stilo Editrice, pagg.272, € 18,00

basile uebiscebeli  IL LIBRO – Lo Uebi Scebeli è il più grande fiume del Corno d'Africa: ha le sorgenti nella savana etiope, a poca distanza da quelle dell'altro grande fiume, il Giuba, del quale, dopo un corso divergente di ben 2.000 km, diviene un gigantesco affluente dietro le dune somale che gli impediscono l'accesso diretto all'Oceano Indiano. Dopo quasi un secolo di vani tentativi di geografi e avventurieri europei e americani, la prima esplorazione integrale del fiume si deve a una spedizione italiana che, guidata da Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi, fra il 1928 e il 1929 individuò le fonti e ridiscese fino alla Somalia italiana. Si tratta di una grande pagina di storia coloniale, alla vigilia dell'effimera conquista dell'Etiopia per volontà del regime fascista. Alla spedizione partecipò come medico e naturalista il maggiore Vito Cosimo Basile che vi compì alcuni importantissimi studi di patologia umana, botanica e zoologia: di quel viaggio ci ha lasciato un dettagliato resoconto che fu pubblicato da Cappelli a Bologna nel 1935 e che ora viene riproposto in una nuova edizione, introdotta da un saggio di Daniele Maria Pegorari. Il valore letterario del Diario merita l'attenzione non solo degli studiosi di storia dell'intellettualità pugliese, ma anche di quelli della letteratura italiana di viaggio, grazie a una mirabile prosa capace di disseminare considerazioni mediche, geologiche e geografiche all'interno di una narrazione accattivante per la ricchezza delle informazioni e per i frequenti squarci lirici.

  DAL TESTO – "Mi sono allontanato dal campo verso il vicino corso d'acqua per raccolta botanica. Il ruscello è tutto sepolto nel foltissimo intrico di alberi, di liane, di rampicanti, di umili pianticelle e corre sonoro tra i sassi salterellando, serpeggiando in tutti i sensi, dove più dove meno vivace, solo visibile per il breve tratto di pochi passi e subito dopo nascosto non si sa più dove dal geloso intrico di piante. Lo seguo nel suo stesso corso, camminando nell'acqua e saltando sui sassi emergenti, ebbro di freschezza e di profumo e di canto: e raggiungo la cascata, una voragine, una profonda tazza di roccia ricoperta di muschi, di tenere e lievi crittogame e chiusa da una volta verde, arborea, incantevole. Dall'alto ciglio, coi piedi in acqua, con le mani aggrappate ai tronchi vellutati, come una fauna che cerchi la sua ninfa sinuosa nuda al bagno recondito, mi sono sporto in giù e m'è parso di partecipare con tutto me stesso, col mio respiro e col moto del mio sangue a questa vita nascosta, sonora, al canto dell'acqua che cade sul sasso perdendosi in stille e ricomponendosi vivida come una dea voluttuosa che al sasso voglia lasciare l'impronta del suo fugace passaggio.
  "Resto non so quanto e sbuco dal luogo recondito trasognato, mentre il sole è già al declino in una gloria di colori e bagliori.
  "Mi avvio al campo attraverso la steppa faticosa e bagnata da inavvertita pioggia precedente e vi trovo una vera popolazione di Galla, convenuti chi sa di dove, variopinti nelle vesti, altamente vocianti, carichi delle loro offerte in testa o sulle braccia o in un panno: sembra una scena biblica, quelle in cui tutto un popolo accorre davanti ad un altare, ognuno con la sua offerta votiva: uova, burro, polli, capretti, latte, pane, legna che, per mano del fitaurari, passano ad essere deposti ai piedi di Sua Altezza, il quale accetta e dona a sua volta.
  "Il villaggio indigeno accosto è in festa, come è in festa tutto il campo nostro; si arriva a notte quasi inoltrata senza che si queti l'ininterrotto vociare ed il ridere aperto allegro ed aperto e schietto vicino e lontano.
  "Ed allegri siamo noi tutti: Sua Altezza ha ricevuto per radio due messaggi, uno di Sua Maestà il nostro Re, e l'altro di Sua Eccellenza Mussolini, tutti e due esprimenti auguri pel felice e proficuo esito della nostra spedizione. Gli auguri essendo rivolti anche al suo seguito, a noi, Sua Altezza ha voluto compiacersi di comunicarceli con aria visibilmente soddisfatta. È anche qui giunto per il Principe un biglietto di auguri di un belga che è a varie ore di cammino da Asellè e che gestisce una concessione agricola a caffè. Concessioni del genere, ma più numerose e condotte in massima parte da francesi, sono sul versante orientale del Cillalo, nella regione fertilissima dell'Arrar."

  L'AUTORE – Vito Cosimo Basile (Polignano a Mare, 1887-1958), laureatosi in Medicina a Napoli, partecipò alla Prima guerra mondiale come ufficiale della Marina Militare italiana. Si specializzò a Bologna in medicina tropicale e pubblicò i suoi studi su varie riviste scientifiche. Partecipò all'esplorazione del fiume Uebi Scebeli, e individuò rari esemplari di zoologia e botanica. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si ritirò nel paese d'origine, dove continuò la professione di medico, dedicandosi con particolare impegno alla cura dei poveri e alla gestione dell'Ospedale di Sant'Antonio. Intellettuale di ampio respiro, seppe mirabilmente coniugare la sua professione di medico e di scienziato con interessi umanistici e con l'amore appassionato per il suo paese e la sua lingua.

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione - Introduzione. Viaggio di un naturalista pugliese nel Corno d'Africa, di Daniele Maria Pegorari - Uebi Scebeli. Diario di tenda e cammino della spedizione del Duca degli Abruzzi in Etiopia (1928-1929) - Vito Cosimo Basile. Nota biografica - Appendice fotografica