Il colpo di Stato di banche e governi Stampa E-mail

Luciano Gallino

Il colpo di Stato di banche e governi
L'attacco alla democrazia in Europa


Einaudi, pagg.VI-345, € 19,00

gallino colpodistato  IL LIBRO – La crisi che stiamo vivendo è stata sovente rappresentata come un fenomeno naturale imprevedibile: un terremoto, uno tsunami. Oppure come un incidente capitato a un sistema, quello finanziario, che di per sé funzionava perfettamente. In realtà è stata il risultato di una risposta sbagliata, di ordine finanziario, che la politica ha dato al rallentamento dell'economia reale in corso da lungo tempo. E non, come afferma Bruxelles, il prodotto del debito eccessivo che gli Stati avrebbero contratto a causa della crescente spesa sociale. Al contrario è stato favorito lo sviluppo senza limite delle attività speculative dei grandi gruppi finanziari. Avere lasciato il potere di creare denaro per nove decimi alle banche private è un difetto che sta minando alla base l'economia. E questo con la complicità dell'intero sistema politico e finanziario (la Bce, la Fed, la Banca d'Inghilterra, i fondi speculativi e quelli sovrani, i governi e la Commissione europea). Poche decine di migliaia di individui, i responsabili, contro decine di milioni di vittime. Senza contare che per rimediare ai guasti del sistema finanziario le politiche di austerità stanno generando pesanti recessioni: nell'intento di proseguire con ogni mezzo la redistribuzione della ricchezza dal basso verso l'alto in atto da oltre trent'anni.

  DAL TESTO – "I 27 Paesi della Ue, e in maggior misura quelli dell'Eurozona, costituiscono [...] l'unico grande agglomerato di Paesi al mondo che disponga di sistemi pubblici di protezione sociale, seppur di peso e struttura diversi da un Paese all'altro. Il bilancio complessivo di essi si aggira sui 3800 miliardi di euro l'anno, pari al 25 per cento del Pil della Ue, come si è già ricordato. Non si tratta esclusivamente di fondi provenienti dalla fiscalità generale; la maggior parte delle pensioni, ad esempio, è finanziata dai contributi dei lavoratori e delle imprese. È però gestita per intero da enti pubblici.
  "Pertanto uno degli obiettivi di fondo del colpo di Stato in questione appare chiaramente essere quello di privatizzare i sistemi europei di protezione sociale al fine di dirottare verso le imprese e le banche il loro colossale bilancio, smantellando all'uopo lo stato sociale in tutta la Ue. Le politiche di austerità adottate dai governi Ue dal 2010 vanno palesemente in tale direzione; in esse il governo Monti del 2011-13 si è distinto per la compunta durezza con cui le ha applicate. Non è certo il solo obiettivo dei medesimi governi: subito dopo si colloca la privatizzazione dei servizi pubblici erogati, oltre che dallo Stato, da Regioni, Province (o enti analoghi denominati in modo diverso in altri Paesi) e Comuni. Nondimeno lo smantellamento dello stato sociale a forza di tagli e privatizzazioni, che finirà per comportare l'esclusione dai suoi benefici di decine di milioni di persone, appare come un obiettivo prioritario del colpo di Stato. In primo luogo a causa dell'attrazione esercitata dalla massa di capitali che si potrebbe dirottare dalla gestione pubblica alla gestione privata, e in parte già lo è stata; ma anche allo scopo di subordinare più efficacemente il comportamento dei cittadini alle esigenze delle classi dominanti. [...]
  "I motivi dell'involuzione politica della Ue non sono dunque da ricercare soltanto nello strapotere della finanza, della quale la politica ovvero i politici sarebbero succubi. I politici sono giunti a rappresentare concordemente entro i governi stessi gli interessi del sistema finanziario internazionale e della classe sociale che ne controlla i gangli vitali. La Ue avrà un futuro soltanto se e quando una diversa generazione di politici riuscirà a riportare la finanza alle sue funzioni primarie; funzioni che sono indispensabili per l'economia e la società, a condizione che la finanza sia strutturata e operi in veste di ancella di queste piuttosto che, come oggi avviene, in veste di padrona assoluta."

  L'AUTORE – Luciano Gallino è professore emerito, già ordinario di Sociologia, all'Università di Torino. Si occupa da tempo delle trasformazioni del lavoro e dei processi produttivi nell'epoca della globalizzazione. Per Einaudi ha pubblicato "Informatica e qualità del lavoro" (1983), sul legame stabilito per il tramite della tecnologia tra scienze umane e naturali, "L'incerta allenza" (1992), "Se tre milioni vi sembran pochi" («Vele», 1998), "La scomparsa dell'Italia industriale" (2003), "L'impresa irresponsabile" («Gli struzzi», 2005 e «ET Saggi», 2009), "Con i soldi degli altri" («Passaggi Einaudi», 2009 e «Super ET», 2010), "Finanzcapitalismo" («Passaggi Einaudi», 2011 e «ET Saggi», 2013), "L'attacco allo stato sociale" (2013, per la nuova collana digitale dei «Quanti») e "Il colpo di Stato di banche e governi" («Passaggi Einaudi», 2013).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione. Una crisi scaricata sui cittadini con misure autoritarie - Parte prima. Origini della Grande crisi globale, tra Usa e Ue - 1. L'accumulazione finanziaria in risposta alla stagnazione economica - 2. Le disuguaglianze come causa della crisi - 3. Gli Stati europei liberalizzano la finanza e corteggiano il capitale - 4. Le banche europee nella crisi. La finanza ombra - 5. Crisi di sistema o criminalità organizzata? - Parte seconda. Trasformazione della crisi e colpo di Stato - 6. Nella Ue la crisi bancaria è trasformata in crisi dei bilanci pubblici - 7. Colpo di Stato in Europa. Attori e strumenti - 8. Lo smantellamento dello stato sociale - 9. La crisi come modalità di governo delle persone - Parte terza. Alla ricerca di politiche anti-crisi - 10. Rigettare le teorie economiche neoliberali - 11. Creare occupazione mentre il lavoro scompare - 12. Riportare la finanza al servizio dell'economia reale - Indice analitico