Apollonio di Tiana. Il Gesù pagano |
Miska Ruggeri IL LIBRO – Apollonio di Tiana, filosofo e taumaturgo del I secolo d.C., è stato un personaggio controverso: Luciano lo considera un ciarlatano qualsiasi; l'imperatore Alessandro Severo un dio. Per i pagani è superiore a Gesù, per i cristiani un Anticristo (anche se diventa protettore di Costantinopoli e c'è chi lo venera come santo). Flaubert ne fa un protagonista della "Tentazione di Sant'Antonio", Kavafis gli dedica varie poesie, Pound lo celebra nei "Cantos". Ma alcuni studiosi ne mettono in dubbio persino l'esistenza. E qualche occultista arriva a considerarlo un extraterrestre. DAL TESTO – "Nei primi anni del fascismo, inoltre, i circoli esoterici e pitagorici, intenti a orientare il regime verso i lidi della prisca romanità, si rifanno all'esempio del Tianeo, considerato come figura dell'optimus vir romanus. Nel 1925, tanto per fare un esempio, un anonimo «Filalete», in una rivista semiclandestina, richiama la figura di Apollonio, auspicando un ritorno alla pura fonte iniziatica a cui si abbeverò il Tianeo (considerato il miglior interprete della filosofia della dottrina e della prassi pitagorica), cioè il pitagorismo italico: «Non è a caso o per vano sfoggio di erudizione che pubblichiamo la vita di questo grande dimenticato, ma perché invero la sua lettura non può mancare di essere un profondo esempio della vita dell'uomo veramente saggio e un ammonimento a perseverare sul difficile sentiero della sapienza e a condursi rettamente nelle più difficili circostanze». E tre anni dopo, nel 1928, quindi alla vigilia della firma dei Patti Lateranensi, il filosofo Julius Evola, nel suo libro più ancorato alla tradizione italico-mediterranea, scrive: «Un vero uomo, secondo l'ideale pagano, disdegna il perdono e la compassione, che suonerebbero per lui un'offesa: lungi dall'implorare, quando, colpevole, gli altri non avessero la forza di far giustizia su di lui, egli stesso se la farebbe, ardendo la mano che ha fallito. Questa forza possente e olimpica costruì Roma, plasmò l'anima virile dei legionari, dei Cesari, dei magistrati, dei giuristi; questa forza elevò silenziosamente degli uomini al di sopra dell'umano in un Socrate, in un Pitagora, in un Parmenide, in un Plotino, in un Seneca, in un Apollonio di Tiana - laddove i cristiani abbassarono il loro Dio alla passione degli uomini al fine di confermare e fomentare ciò che in essi vi è di meno virile, austero e nobile»." L'AUTORE – Miska Ruggeri, nato all'Aquila nel 1972, si è laureato alla Sapienza di Roma prima in Lettere classiche e poi in Filosofia. Giornalista professionista dal 1997, si occupa prevalentemente di cultura, viaggi e sport. Tra i suoi libri, "Posidonio e i Celti" (2000). Con Mursia ha pubblicato, insieme a Marco Montemagno, "Alla conquista del web" (2009). INDICE DELL'OPERA – Apollonio e la fine del mondo "classico". Prefazione, di Luciano Canfora - Introduzione - Capitolo Primo. La sete d'irrazionale in età ellenistica - Capitolo Secondo. Il neopitagorismo e Apollonio di Tiana - Capitolo Terzo. Apollonio negli scrittori pagani - Capitolo Quarto. La Vita di Apollonio scritta da Flavio Filostrato - Capitolo Quinto. Apollonio negli scrittori cristiani - Capitolo Sesto. I talismani di Apollonio in età bizantina - Capitolo Settimo. Le interpretazioni di Apollonio in Occidente - Capitolo Ottavo. Apollonio tra occultisti e neopagani - Capitolo Nono. Chi fu il "vero" Apollonio? - Capitolo Decimo. La fortuna di Apollonio nella letteratura moderna - Conclusioni - Note - Bibliografia - Indice dei nomi |