Comunità internazionale e obblighi «erga omnes» Stampa E-mail

Paolo Picone

Comunità internazionale e obblighi «erga omnes»

Jovene Editore, pagg.XIII-755, € 50,00

picone ergaomnes  IL LIBRO – Questa terza edizione del volume ha costituito l'occasione per un sostanzioso rinnovamento. Sono stati infatti eliminati alcuni saggi più datati, che hanno inaugurato al tempo della loro pubblicazione dei filoni di indagine rivelatisi successivamente assai fruttuosi, ma presentano più scarse connessioni con le questioni trattate nel presente lavoro. In compenso, il volume si è arricchito dei tre ultimi saggi, tutti redatti assai recentemente, tra il 2012 e il 2013, e molto utili a nostro avviso per sviluppare ulteriormente il discorso complessivamente svolto nel volume sul tema degli obblighi erga omnes, e soprattutto su quelli suscettibili se violati di dar vita a crimini internazionali.
  Il volume conserva la caratteristica di essere una raccolta di saggi scritti negli ultimi trent'anni (con le parentesi dovute all'interesse dell'autore per altre discipline internazionalistiche, come il diritto internazionale privato e il diritto internazionale dell'economia). Ma il fatto di non aver rielaborato l'intera materia nella forma di un manuale costituisce una scelta voluta, che non pregiudica il carattere largamente unitario e sistematico del discorso sviluppato dall'Autore, ma ha permesso di dar meglio conto, con la necessaria immediatezza, nelle sue tappe ed evoluzioni essenziali, del lungo dibattito svolto si sui temi indicati nell'ambito del negoziato che ha condotto, nel 2001, all'adozione da parte della Commissione del diritto internazionale del Progetto finale sulla codificazione della responsabilità degli Stati; e di confrontarci con i commenti spesso assai critici opponibili e/o opposti al medesimo da parte della dottrina.

  DAL TESTO – "L'intervento (degli Stati) della Nato non sembra soddisfare nessuno degli standards in ultimo indicati, come anche una analisi assai sommaria sta a nostro avviso chiaramente a dimostrare.
  "In primo luogo, è dubbio che il principio della buona fede sia stato rispettato, da vari punti di vista. Come abbiamo già sottolineato, l'intervento si è proposto fin dall'inizio vari obiettivi, tra cui quello umanitario che ha assunto un rilievo almeno formalmente del tutto prevalente: ciò anche a causa della volontà di agganciare sia pur indirettamente il medesimo alle precedenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza (dandogli così una parvenza di... «legalità onusiana»), e di rifarsi ad una base di giustificazione più sicura quando (in seguito proprio all'intervento!) la catastrofe umanitaria si è manifestata in tutta la sua ampiezza. Dal punto di vista sostanziale, invece, altri elementi sembrano aver giocato in via di fatto, dal primo momento, un ruolo egualmente assai considerevole. E alludiamo alla finalità geopolitica di sottoporre un'intera area dei Balcani ad una forma di controllo funzionale (sulla base del modello Irak) ad una sorta di protettorato o amministrazione fiduciaria, ed a quella strettamente politica di affermare in tale prospettiva un rilancio della NATO, quale organizzazione alternativa alle Nazioni Unite. Questi obiettivi (insuscettibili chiaramente di utilizzazione sul piano giuridico!) sono manifesti nelle condizioni previste in materia dall'accordo di Rambouillet, cui (come abbiamo sottolineato) nessuno Stato sovrano avrebbe potuto sottostare; e nella oscillante e forse volutamente non limpida gestione della questione del «futuro del Kosovo», stretta tra affermazioni di principio a favore del mantenimento sulla regione della sovranità della Repubblica iugoslava e l'appoggio di fatto alle istanze separatiste portate avanti dall'UCK. È perciò difficile negare che l'intervento si sia di fatto proposto di incidere anche su questioni strettamente interne ad uno Stato sovrano, questioni da gestire con la maggiore libertà possibile (o, se si vuole, senza la necessaria neutralità), una volta raggiunto il controllo fiduciario del territorio."

  L'AUTORE – Paolo Picone è professore emerito di Diritto internazionale nella Facoltà di Giurisprudenza della Università "La Sapienza" di Roma. Ha pubblicato, oltre a numerosissimi articoli e saggi minori, venti opere di carattere monografico, nel campo del diritto internazionale privato, del diritto internazionale pubblico e del diritto internazionale dell'economia. È stato invitato varie volte a tenere corsi di insegnamento in Università straniere (come nel 1971 alla Freie Universität di Berlino Ovest, dove ha collaborato per anni col Prof. W. Wengler; nel 1983 alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Paris I - Sorbonne; nel 1987 al Fachbereich II della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Amburgo); e ha ancora tenuto due corsi all'Académie de droit international de La Haye, poi pubblicati nel Recueil des cours, il primo nel 1984, e il Corso generale di diritto internazionale privato nel 1999, su Les méthodes de coordination entre ordres juridiques en droit international privé. È stato Delegato del Governo italiano alla XV (1984), XVI (1988, successioni internazionali), XVII (1993, adozione internazionale) e XVIII (1996, protezione internazionale dei minori) Sessione della Conférence de la Haye de droit international privé. È Direttore della Collana "Diritto internazionale e ordine mondiale", fondata nel 1995 e pubblicata dalla Cedam (quindici volumi finora apparsi).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione - 1. Obblighi reciproci ed obblighi erga omnes degli Stati nel campo della protezione internazionale dell'ambiente marino dall'inquinamento - 2. Diritto internazionale dell'economia e costituzione economica dell'ordinamento internazionale - 3. Interventi delle Nazioni Unite e obblighi erga omnes - 4. Valori fondamentali della Comunità internazionale e Nazioni Unite - 5. Sul fondamento giuridico del Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia - 6. La «guerra del Kosovo» e il diritto internazionale generale - 7. La guerra contro l'Iraq e le degenerazioni dell'unilateralismo - 8. Le autorizzazioni all'uso della forza tra sistema delle Nazioni Unite e diritto internazionale generale - 9. Obblighi erga omnes e codificazione della responsabilità degli Stati - 10. La distinzione tra jus cogens e obblighi erga omnes - 11. Il ruolo dello Stato leso nelle reazioni collettive alle violazioni di obblighi erga omnes - 12. Le reazioni collettive ad un illecito erga omnes in assenza di uno Stato individualmente leso - 13. Giurisdizione della Corte internazionale di giustizia e obblighi erga omnes - Documentazione